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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 15 giugno 2018

Caso stadio della Roma, lo scandalo potrebbe travolgere tutti?

Riguardo al nuovo stadio della Roma è scoppiato un vero e proprio scandalo.
Sono stati indagati per corruzione varie personalità, tra cui politici del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico e di Forza Italia, come alcuni costruttori, come Luca Parnasi.
Secondo il quotidiano "Il Giornale", la cosa toccherebbe anche il governo e tutto il resto dell'arco costituzionale.
Risulta coinvolto anche il presidente di ACEA, Luca Lanzalone, che si è dimesso.
Proprio "Il Giornale" parla di ciò in questo modo:

"Relazioni pericolose, chiacchiere di ogni genere, dagli affari alla politica. Pure quella «nuova», leghista e a Cinque Stelle, che ha prodotto il governo gialloverde e che, dal polverone delle intercettazioni, viene fuori un po' meno «geneticamente diversa» di quanto i grillini amano raccontare.

Ma pentastellati e leghisti sono al centro anche delle chiacchiere dei protagonisti dell'inchiesta, da Parnasi al «consulente di fatto» Lanzalone. Con ipotesi e indiscrezioni, a margine dei progetti dell'imprenditore che lavora allo stadio giallorosso.
Parnasi onnipotente: «Il governo lo faccio io»

Il 15 marzo Parnasi chiarisce l'importanza dei suoi legami con la politica parlando con il sodale Gianluca Talone, al quale raccomanda di essere «precisissimo» nei pagamenti alla politica, riferendosi a pagamenti da effettuare a favore della Lega e della fondazione Eyu del tesoriere del PD Bonifazi. Di fronte alle perplessità di Talone, Parnasi taglia corto: «Il governo lo sto a fare io, eh! non so se ti è chiara questa situazione».

Lanzalone, Parnasi e il toto-governo

E appena cinque giorni dopo le elezioni, il 9 marzo, Luca Parnasi parla proprio di governo con il consulente di fatto della Raggi sullo stadio, Luca Lanzalone. L'uomo al quale, in altra occasione, Parnasi chiede se è interessato alla Cassa depositi e prestiti, ottenendone una risposta interlocutoria. Tornando al pranzo, invece, i due vengono intercettati mentre parlano di politica. Parnasi critica Renzi, e chiede a Lanzalone di presentargli Luigi Di Maio. Lanzalone taglia corto sull'ipotesi che Renzi voglia farsi un suo partito: «Così è morto, non c'è lo spazio per fare una mossa del genere», spiega. E poi, con larghissimo anticipo su quello che accadrà azzarda le sue previsioni su un possibile esecutivo a Cinque Stelle. E, annotano i carabinieri, «dice che sicuramente entreranno in un Governo Spadafora, Fioramonti, Fraccaro, Bonafede e forse Laura Castelli». Dopo 83 giorni la sua previsione va in porto: su cinque nomi, due sono diventati ministri, tre sottosegretari. Quello che invece Lanzalone non prevede ancora, il 9 marzo, è l'alleato di governo. L'avvocato genovese auspicava quello che la base grillina temeva di più. L'inciucio: «il Governo ideale sarebbe un governo di larghe intese con Lega, Fi, 5 Stelle e Pd per poter fare le riforme»
.".

Anche il presidente del CONI, Giovanni Malagò, risulta essere stato intercettato ed indagato.
L'auspicio è che questo fatto non si trasformi in una nuova Tangentopoli che potrebbe distruggere completamente un ceto politico, oltre alle vite di molto persone.
Si sa come vanno a finire certe cose.
Il rischio è che si parta da un'indagine, magari giusta e corretta, e che poi si arrivi a coinvolgere anche chi non c'entra nulla in modo sommario.
Per questo, bisogna auspicare che tutto sia fatto con accuratezza.
Comunque, il fatto che a Roma capitino situazioni simili dimostra che qualcosa che non va nella classe dirigente romana c'è.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.