o vui, rex Anglorum, Arricu...
pì a tutti li paureddi dari...
monacu...cchiù suvranu ca fustivu...
accussì 'n Caelum priati...
d'amuri veru lu Signuri...
pì salus et travagghiu...
pì mia...ca sugnu piccaturi.
Amen.
Italiano:
Che manco mangiaste...
o voi, re degli Angli, Enrico...
per a tutti i poveretti dare...
monaco...più che sovrano foste...
così in Cielo pregate...
d'amore vero il Signore...
per salute e lavoro...
per me...che sono peccatore.
Amen.
Re Enrico VI d'Inghilterra (6 dicembre 1421-21 maggio 1471) fu ritenuto un folle.
Durante il suo regno, iniziato nel 1422, scoppiò la "Guerra delle Due Rose" tra le famiglie York e Lancaster, guerra che nel 1485 terminò con la salita al potere dei Tudor.
Re Enrico VI fu un Lancaster e morì assassinato, dopo essere stato imprigionato nella Torre di Londra.
Egli fu ritenuto folle ed inetto, nonostante le iniziative culturali notevoli da egli proposte.
Alcuni psichiatri dell'epoca contemporanea lo hanno definito schizofrenico.
Tuttavia, in lui vi fu anche un lato "mistico".
Il sito della monarchia inglese, riporta questa testimonianza su di lui:
"He was a man of pure simplicity of mind, truthful almost to a fault. He never made a promise he did not keep, never knowingly did an injury to anyone. Rectitude and justice ruled his conduct in all public affairs. Devout himself, he sought to cherish a love for religion in others. He would exhort his visitors, particularly the young, to pursue virtue and eschew evil. He considered sports and the pleasures of the world as frivolous, and devoted his leisure to reading the scriptures and the old chronicles. Most decorous himself when attending public worship, he obliged his courtiers to enter the sacred edifice without swords or spears, and to refrain from interupting the devotion of others by conversing within its precincts.
He delighted in female society, and blamed that immodest dress, which left exposed the maternal parts of the neck. "Fie, fie, for shame!" he exclaimed "forsooth ye be to blame." Fond of encouraging youth in the paths of virtue he would frequently converse familiarly with the scholars from his college of Eton, when they visited his servants at Windsor Castle. He generally concluded with this address, adding a present of money: "Be good lads, meek and docile, and attend to your religion."
He was liberal to the poor, and lived among his dependants as a father among his children. He readily forgave those who had offended him. When one of his servants had been robbed, he sent him a present of twenty nobles, desiring him to be more careful of his property in the future, and requesting him to forgive the thief. Passing one day from St. Albans to Cripplegate, he saw a quarter of a man impaled there for treason. Greatly shocked he exclaimed "Take it away, take it away, I will have no man so cruelly treated for my account"".
La sua vita, infatti, fu molto semplice ed egli fu un vero devoto cattolico.
Mangiava in maniera parca, pur di dare qualcosa ai poveri, e manteneva ogni promessa fatta.
Probabilmente, se fosse vissuto in un contesto storico più calmo, re Enrico VI sarebbe stato ricordato come un grande sovrano.
Egli era un intellettuale ed un devoto e non un uomo politico o di guerra.
Questo, però, gli portò una grande devozione dopo la morte, devozione che fu scoraggiata dal suo successore, re Edoardo IV (28 aprile 1442-9 aprile 1483).
Re Edoardo IV era uno York.
Tuttavia, dopo il 1485, la devozione incoraggiata da un altro suo successore, re Enrico VII Tudor (28 gennaio 1457-21 aprile 1509), che tentò di farlo canonizzare dal Papa, anche per presunti miracoli ad egli attribuiti, come guarigioni dal mal di testa.
Il Papa non lo canonizzò e allora il re conservò la sua memoria in quella che poi divenne la sua cappella nell'Abbazia di Westminster, a Londra.
Questa memoria, però, non si conservò.
Con lo Scisma anglicano del 1534, e le successive trasformazioni religiose in senso protestante della Chiesa d'Inghilterra, il culto dei santi fu bandito perché ritenuto idolatra.
Nonostante ciò, i prevosti di Eton e Cambridge si recano alla Torre di Londra, ove il re Enrico VI fu assassinato, per deporre rose e gigli in segno di ringraziamento.
Con questa mia poesia-preghiera, scritta in maccheronico-siciliano ed in italiano, rendo omaggio a questo personaggio.
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