Io temo che il centrodestra non sia più unito.
Se (in futuro) si andasse a votare come potrebbe Forza Italia presentarsi con una Lega che ha governato da sola con il Movimento 5 Stelle e dire: "Noi siamo alternativi a quest'ultimo?".
Io ho paura che, da una parte, possa venire fuori un governo incapace di fare le cose che servono e che, dall'altra, possa non esistere più il centrodestra.
Berlusconi ha garantito che non ci sarà nessuna rottura con la Lega e che (per esempio) le giunte regionali e comunali di centrodestra andranno avanti.
Questa posizione mi pare equilibrata.
Fare cadere le giunte regionali e comunali sarebbe una follia.
Però, come ho scritto nel precedente articolo, una cosa gioca a sfavore del presidente Berlusconi.
Sto parlando del tempo.
Se il presidente avesse trent'anni di meno, le cose sarebbero diverse.
Il presidente Berlusconi è una garanzia per il centrodestra.
Però, se andasse via, ci sarebbe il rischio di una diaspora.
Senza più un partito moderato e capace di mediare tra le forze di una coalizione, come Forza Italia, anche la presenza di un centrodestra potrebbe essere a rischio.
Si rischia la frammentazione di un'area politica che nel Paese è maggioritaria.
Questo favorirebbe la vittoria di forze che (in realtà) sono minoritarie.
La nostra democrazia perderebbe in termini di qualità.
Se in futuro non ci fosse più il centrodestra, io sarei tra coloro che non andrebbero più a votare.
Anzi, io temo che tanta gente non andrebbe più a votare.
Questo farebbe contenti coloro che la pensano come Napolitano.
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