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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 31 maggio 2018

Il paradigma della spocchia tedesca

Sul blog "Pepe" vi è un articolo intitolato "Ecco perché Marx (il cardinale) non vuole il crocefisso nei luoghi pubblici".
L'arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx, si è schierato contro l'esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici, che è stata voluta dal presidente della Baviera Markus Söder.
Per il cardinale Marx (nella foto) "se la croce viene vista soltanto come un simbolo culturale, non la si è capita. Se così fosse, la croce verrebbe espropriata in nome dello Stato".
Ora, non si può dare completamente torto al cardinale, riguardo al fatto che non si possa accettare una "teologia dello Stato" (da cui la Chiesa insegna a diffidare) ma in queste sue parole vi è anche quella che è la classica spocchia tedesca.
Vi riporto questo stralcio dell'articolo:

"Naturalmente il cardinale Marx non ha tutti i torti. La Chiesa insegna a diffidare della teologia politica, mette in guardia cioè da quello sfruttamento dei simboli religiosi che mira a legittimare e a esaltare un ordine politico terreno. Come accadeva negli imperi pagani, nei quali glì dèi rispecchiavano semplicemente la gloria e la potenza mondane dell’impero. I cristiani videro in questo uso pubblico della religione una forma di idolatria.

Si capisce allora che non c’è nulla di peggio che ritagliarsi un idolo dal legno della croce di Cristo. Lo spirituale non può essere sottomesso al temporale, risultandone parassitato. Con questo spirito antidolatrico era insorto il beato Pier Giorgio Frassati contro la teologia politica di Benito Mussolini, «che disfa le Opere pie, che non mette un freno ai fascisti e lascia uccidere i Ministri di Dio come Don Minzoni ecc. e lascia che si facciano altre por­cherie e cerca di coprire questi misfatti col mettere il Crocifisso nelle Scuole». Desacralizzare le potenze terrene. È questa, da sempre, la missione del profeta.

Eppure in questa vicenda qualcosa stona. Perché un conto è affermare il primato dello spirituale, un altro sarebbe opporsi all’esposizione del crocifisso nei locali pubblici per spirito di mondanità, ad esempio per compiacere la tavola di valori del politicamente corretto e il laicismo di chi vuole escludere Cristo dalla vita sociale.



C’è poi il nodo spinoso della Kirchensteuer, la tassa ecclesiale che ogni iscritto nei registri della chiesa tedesca deve versare annualmente con un modulo simile al nostro 730, pena l’esclusione dai sacramenti (come se la chiesa fosse una dispensatrice di servizi e funzioni religiose).

Secondo alcuni calcoli del 2013, la chiesa tedesca può fare assegnamento su un patrimonio che si aggira sui 200 miliardi di euro (nel 2001 altre stime attestavano una cifra attorno ai 270 miliardi). Inoltre possiede proprietà per 8250 km², che fanno della chiesa tedesca il più grande proprietario terriero privato in Germania
.".

Tengo a ricordare una piccola cosa e mi tolgo anche una pietruzza dalla scarpa.
Io subisco critiche ed attacchi per le mie simpatie verso Israele.
Non mi pento di queste simpatie. Anzi, le rivendico.
In particolare, riguardo queste mie simpatie filo-israeliane, coloro che non simpatizzano per Israele mi rimproverano il fatto, poiché per loro questa mia presa di posizione contrasterebbe con la mia fede cattolica per via delle tasse sui luoghi di culto.
Ora, in Germania, vi è la Kirchensteuer, una tassa che viene imposta tanto ai fedeli protestanti quanto a quelli cattolici.
Questa tassa è vincolata alla religione professata.
Ergo, se io vivessi in Germania, in quanto cattolico, io sarei costretto a pagare quella tassa.
Per non pagare, io dovrei fare un'abiura formale della mia fede.
Non mi pare che in Israele si ponga questa condizione.
Una tassa come la Kirchensteuer contrasta con la fede...ed è anche illiberale.
Come cattolico e come conservatore-liberale (di pensiero anglosassone) io ho la nausea di fronte ad una cosa del genere.
Una cosa è tassare certe proprietà della Chiesa e ci sta.
Ben altra cosa è tassare un fedele, facendogli (di fatto) abiurare la propria fede.
Vi pare normale che una persona debba pagare una tassa per avere i sacramenti ed i conforti religiosi?
In nessun Paese civile si può essere accettata una cosa del genere.
Anche questo determina la fuga di molti fedeli.
La Germania, infatti, sta perdendo sempre di più la fede.
Gli atei ed agnostici rappresentano circa il 36,2% dei cittadini tedeschi.
I protestanti sono il 26,5% ed i cattolici sono il 28,5%.
I musulmani sono il 4,9%. 
Il resto è rappresentato da induisti, buddhisti, cristiani ortodossi, ebrei e neopagani. 
I dati sono del sito "Fowid".
Certamente, una tassa antireligiosa ed illiberale come Kirchensteuer scoraggia la fede.
Già noi viviamo un periodo di secolarizzazione che punta distruggere anche le identità dei popoli, oltre alla loro fede.
Se poi, si debbono anche pagare le tasse per essere credenti, una persona preferisce l'ateismo, almeno formalmente.
Forse, il cardinale Marx farebbe bene a pensare a questo problema anziché dire no al Crocifisso nei pubblici uffici.
Questo atteggiamento è tipico della spocchia tedesca.
Volete vedere che (attraverso questa Unione Europea)  in futuro la Germania ci farà pressione per farci imporre una tassa del genere?
Spero di non essere un buon profeta. 

1 commento:

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".