"Il problema è la certezza del diritto e il fatto che la gente non va in galera, non come è scritta la legittima difesa. In pratica non c'è prevenzione. La proporzione è un elemento importante della legittima difesa. È vero che impone una certa cautela a chi si difende e che talvolta non è ponderabile. Ma è anche vero che togliendo la proporzione si dovrebbe consentire al proprietario di poter uccidere un ladruncolo che si infila, di giorno, nel garage o giardino per sgraffignare un pallone o altri oggetti di modico valore, senza alcun pericolo per l'incolumità.
E allora il problema da risolvere riguarda la paura: quando dal contesto della situazione essa pare aver determinato la difesa sproporzionata (si pensi a un energumeno che di notte si infila nella casa di due vecchietti che in preda al terrore sparano), la difesa dovrebbe sempre essere ammessa.
Il problema va inquadrato bene (stato di paura e non la legittima difesa: sono due norme diverse) e non occorre farsi tentare dalla soluzioni semplici. La vita e le situazioni che possono verificarsi sono infatti molteplici e molto complesse, dunque se si toglie la proporzione bisogna poi anche accettare il fatto che diventa lecito uccidere un ragazzino inoffensivo che voleva rubare un pallone. Ora le mi dirà che chi uccide un ragazzino inoffensivo va punito. Ma che significa questo? Esattamente la reintroduzione della proporzione.
Scrivere leggi è complesso e spesso ci si fa propaganda.".
Rispondo all'avvocato invitandolo a leggere l'articolo de "La Tribuna di Treviso" che parla della vicenda della signora Carla De Conti, tabaccaia di San Fior che si è vista costretta a cedere il negozio per le troppe rapine subite.
Questo non è normale. Si tratta di una sconfitta per lo Stato.
Bisogna confrontarsi con la vita di tutti i giorni e con la realtà.
La realtà dice che oggi non c'è certezza della pena e che sempre meno gente denuncia i reati.
Questi sono fatti e non propaganda.
Un problema c'è.
I poliziotti ed i carabinieri mandano in carcere i rapinatori.
Poi, arriva qualche sentenza strana di un tribunale e la pena non è più certa.
Questo è il male.
Io penso che se una persona entrasse in casa sua e volesse fare del male a sua moglie e ai suoi figli, anche l'avvocato Parisi farebbe qualsiasi cosa pur di salvarli.
Bisogna confrontarsi con la vita vera e non fare discorsi e panegirici che nulla hanno a che fare con essa.
Lui ha citato la storiella del bambino che ruba un pallone e che, stando ad una certa logica, dovrebbe essere ucciso.
Io gli rispondo facendogli notare che, prima di tutto, le persone vanno educate fin da piccole a non rubare e che, in secondo luogo, non si può equiparare il ragazzetto che ruba un pallone ad un rapinatore che entra in un negozio o in una casa a fare male a coloro che stanno all'interno.
Se io avessi moglie e figli ed una persona volesse fare male a loro, io non esiterei a reagire in qualsiasi modo pur di salvarli.
Rischierei la galera?
Non mi interesserebbe.
Scusate la mia brutalità.
Non voglio certamente che ci sia il Far West ma i dati di fatto sono sconfortanti.
La vicenda della signora De Conti dimostra ciò.
Ma che fa mi censura? Io le do un parere tecnico, le offro un contributo al suo articolo e lei mi censura?
RispondiEliminaMa lo sa che pareri del genere vengono pubblicati sulle riviste giuridiche anche dietro pagamento di un corrispettivo?
Ho capito, preferisce mantenere la qualità del blog a quella dell'uomo di strada, dell'uomo medio sprovveduto di competenza. Oppure preferisce avere un blog in cui ci sia una voce unica, la sua, dequalificatissima.
Il blog ci guadagna o ci perde? Facile comprenderlo.
Roba da matti.
Buon proseguo e complimenti per l'eccellentissimo blog.
Il suo articolo contiene un mucchio di atecnico e dunque somaro qualunquismo. Volevo darle una mano a capire, ad innalzare il livello, suo e del blog.
Continui a cibarsi di propaganda.
Che deficiente.
Davvero roba da matti, da matti.
Cari saluti!
Cioè ma proprio un atteggiamento da coglione guardi, da verme imbecille.
RispondiEliminaMi passi il francesismo, ma altri termini sarebbero incongrui.
Visto che è un avvocato, dovrebbe sapere che gli insulti in rete equivalgono alla diffamazione.
RispondiEliminaLa diffamazione è reato.
Avvocato Parisi, metta la faccia.
Mi pare comodo insultare mettendo solo "Avvocato Parisi", come nome.
I commenti sono sottoposti a moderazione e possono anche non essere pubblicati, se ritenuti inopportuni, per turpiloquio o per tono polemico.
Accade anche me di non trovare i miei commenti pubblicati su altri blog ma io non insulto nessuno.
Le parole da lei usate, dimostrano che ho ragione.
RispondiEliminaLei dice che ha il diritto di non pubblicare commenti volgari: è un principio giusto.
RispondiEliminaIn realtà, però, non ha pubblicato miei commenti che tutto erano tranne che volgari.
Anzi alla fine ha pubblicato solo quelli volgari.
Non faccia quindi il furbo: lei non ha pubblicato i miei commenti tecnici perché vuole una voce unica in questo blog. Ma allora lo scriva in una nota e non faccia perdere tempo alle persone che le dedicano tempo.
Confermo tutto ciò che ho scritto prima, perché le sue stupide parole mi danno ragione senza appello.
Impari a campare, deficiente: se si dà spazio a un commentatore, poi glielo deve lasciare se non importuna. Questa è correttezza, lei non può fare il cavolo che gli pare. Se poi lo vuol fare avvisi i navigatori di internet, in modo che possano stare lontano da un cretino inurbano come lei.
Ah leggo 'per tono polemico'. E dov'è che ho fatto polemica? Per lei far polemica è evidentemente non condividerla.
RispondiEliminaCretino!
Scriva la nota in merito e non faccia perdere tempo alle persone. Ma che modo ha, lei, di concepire i rapporti sociali?
Ma tu guarda che tipo strano...
Visto che è un avvocato, mi faccia sapere dove si trova il suo studio, così la segnalo a chi di dovere.
RispondiEliminaInsultare in rete è reato.
Anzi, la sua è diffamazione aggravata.
Si legga questo: http://www.dirittodellinformatica.it/ict/crimini-informatici-sentenze/diffamazione-online-scrivere-sui-forum-newsgroup-reato.html.
Anche i miei commenti su altri blog vengono censurati ma io non insulto nessuno.
Io le ho dato spazio e le ho risposto ma lei ha voluto fare polemica.
RispondiEliminaIl fatto che lei mi abbia insultato dimostra che ho ragione.
Ancora una volta non mi ha detto dove e quando ho fatto polemica. Lei vuol fare il furbo e ci riesce pure male. Cretino!
RispondiEliminaAvvisi i navigatori di internet del suo modus operandi e non gli faccia perdere tempo.
Nel frattempo affoghi nella sua ignoranza volontaria.
Cretino!
Ed è tre volte cretino perché, da ignorante qual è in materia giuridica, scambia l'ingiuria per diffamazione e nemmeno sa che oggi è mero illecito civile.
Cretino!
Impari l'urbano vivere.
Vediamo un po' se censura i commenti non polemici tipo questo.
RispondiEliminaLei dice che tra l'energumeno che entra di notte e il ragazzino che entra di giorno per rubare un pallone c'è differenza.
Ora, questa differenza come si traduce giuridicamente, ossia come fa ad assumere rilevanza in una legge che dice: "la difesa è SEMPRE legittima"?
Giochiamo al tribunale:
-io sono l'avvocato di chi ha sparato al ragazzino e dico al giudice: "vostro onore, il mio assistito va assolto perché la legge parla chiaro ossia essa dice che la difesa è sempre legittima. Ergo, la difesa del mio assistito è stata legittima".
-Lei fa il giudice: mi dice come fa a darmi torto? Che legge prende per le mani per condannare il mio assistito?
Questo commento tutto è tranne che polemico, esso è volto a spronarla nel comprendere la reale portata di una difesa sempre legittima.
Ma mi smentisca, prego, mi dimostri che il mio assistito sarà condannato. Magari mi sbaglio io!
Prenda il meglio dalle discussioni e non si arrocchi sulle sue posizioni.
Se dialoga, mi rimangio anche le offese che le ho rivolto: vorrà dire che mi sono sbagliato pure lì.
Buon sabato!
Avvocato, mi dica dov'è il suo studio, così la segnalo a chi di dovere.
RispondiEliminaIl reato di diffamazione è regolamentato dall'articolo 595 del Codice penale.
Questo è uno stralcio:
"Cass. n. 24431/2015
La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l'uso di una bacheca "facebook" integra un'ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell'art. 595, comma terzo, c.p., poiché trattasi di condotta potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato o comunque quantitativamente apprezzabile di persone.".
Insultare su un forum, sul un social network o sul un blog è equiparato alla diffamazione.
Lei mi fa i giochini ed io le rispondo dicendo che qui in Italia si punisce anche chi spara al rapinatore o al ladro.
Di certo, un bambino non è una minaccia da cui ci si deve difendere.
La minaccia è l'adulto che entra in una proprietà senza il permesso del proprietario e con intenzioni non certo benevole.
Il fatto che oggi si punisca chi spara ad un ladro o al rapinatore è un dato di fatto.
In pratica, una persona non può mica di difendersi.
Questi sono dati e lei porta solo delle chiacchiere.
Quindi, vada a rompere le scatole a qualcun altro.
Da ora in poi, nessun commento da lei scritto sarà pubblicato.