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sabato 14 ottobre 2017

Politica, impariamo dal Beato John Henry Newman

Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha portato all'attenzione queste parole del Beato John Henry Newman:
"Quando gli uomini si appellano ai diritti della coscienza, non intendono assolutamente i diritti del Creatore, né il dovere che, tanto nel pensiero come nell’azione, la creatura ha verso di Lui. Essi intendono il diritto di pensare, parlare, scrivere e agire secondo il proprio giudizio e il proprio umore senza darsi alcun pensiero di Dio… La coscienza ha diritti perché ha doveri; ma al giorno d’oggi, per una buona parte della gente, il diritto e la libertà di coscienza consistono proprio nello sbarazzarsi della coscienza, nell’ignorare il Legislatore e Giudice, nell’essere indipendente da obblighi che non si vedono. Consiste nella libertà di abbracciare o meno una religione… La coscienza è una severa consigliera, ma in questo secolo è stata rimpiazzata da una contraffazione, di cui i diciotto secoli passati non avevano mai sentito parlare o dalla quale, se ne avessero sentito, non si sarebbero mai lasciati ingannare: è il diritto ad agire a proprio piacimento".

Al giorno d'oggi, noi vediamo chi fa politica con la coscienza spesso piegata ad un certo pensiero che spesso si dimostra totalizzante e totalitaria.
Pensiamo alla teoria gender.
Quei politici cattolici che qui in Italia hanno votato per il ddl Cirinnà hanno piegato la loro coscienza all'ideologia.
Se fossi stato un parlamentare, io non avrei mai votato una simile legge, anche a costo di rischiare di essere "ghettizzato".
Purtroppo, oggi vi è il pensiero unico.
Mi ricordo di quello che accadde nel 1534 in Inghilterra, la patria del Beato John Henry Newman.
Il re Enrico VIII fece votare al Parlamento l'Atto di Supremazia, con cui staccò la Chiesa inglese da Roma, e molti politici e prelati cattolici preferirono giurare per quieto vivere, contribuendo a favorire il protestantesimo. Soltanto quando il danno fu evidente essi si resero conto dell'errore.
Quando un politico non agisce secondo la sua coscienza, per seguire le mode o certi pensieri o per avere un tornaconto oppure per paura di essere giudicato, fa un danno a sé stesso e alla comunità in cui vive.


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