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martedì 11 luglio 2017

Per colpa dei terroristi...rischiamo noi cristiani

Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio della segnalazione di questo articolo di Dennis Sewell su "Tempi".

L'articolo è intitolato "Saranno i cattolici i prossimi "estremisti" da combattere?" ed è una traduzione di un articolo del sito londinese "Catholic Herald".
Dell'articolo riporto codesto stralcio:



"Subito dopo il fatto avvenuto all’esterno della moschea di Finsbury Park nelle prime ore del 19 giugno, quando un uomo si è lanciato con un furgone contro un gruppo di musulmani, Theresa May ha promesso un giro di vite nei confronti dell’“estremismo in tutte le sue forme”. Il Discorso della Regina, un paio di giorni dopo, ha subito garantito la costituzione di una Commissione per il contrasto dell’estremismo, che dovrebbe identificare e smascherare le attività estremiste e organizzare la difesa dei valori britannici.


Sembra una reazione decisiva alla serie di stragi terroristiche messe a segno nei mesi precedenti, tra le quali la bomba di Manchester e gli attacchi ispirati dall’Isis sul Westminster e sul London Bridge. Purtroppo, in realtà non è lo schiaffo di un governo risoluto. Rappresenta piuttosto una sciagurata prosecuzione dell’approssimativa e sotto sotto ipocrita Strategia di contrasto all’estremismo che la May approntò nel 2015, quando era ministro dell’Interno. A seconda di chi siederà in questa nuova commissione, nei prossimi anni i cattolici potrebbero trovarsi ad affrontare minacce molto gravi alla libertà religiosa.

L’espressione “estremismo in tutte le sue forme” comparve in un dibattito interno al governo di David Cameron riguardo al modo migliore di occuparsi del terrorismo di matrice islamica radicale. In sintesi, la discussione andò così: la squadra A sosteneva che tutti gli sforzi e le risorse avrebbero dovuto essere concentrate sul fermare le azioni di estremismo violento (gli attentati terroristici effettivi), anche se questo avesse voluto dire stringere alleanze tattiche con integralisti (imam che magari potrebbero dirti in faccia che gli omosessuali meritano di essere precipitati da un dirupo o che gli apostati meritano la morte, ma che non fossero effettivamente coinvolti nei gruppi terroristi o non condividessero i loro obiettivi). Se si vuole coinvolgere la comunità islamica affinché fornisca informazioni sui potenziali attentatori suicidi, sosteneva la squadra A, non ci si può alienare i leader religiosamente e socialmente conservatori, per quanto le loro opinioni siano sgradevoli.


La squadra B uscì vincitrice dalla disputa, ma solo a condizione che la strategia fosse imbellettata in modo da ammorbidire la sensibilità dei musulmani britannici, i quali altrimenti avrebbero potuto leggere in tutto ciò un attacco islamofobo dello Stato alla loro comunità. Per farlo apparire più equo e inclusivo, il progetto fu allargato in modo da ricomprendere i suprematisti bianchi e i neonazisti.

Si dimostrò essere una forzatura, visto che sono molto poche le camicie nere in circolazione attualmente. Il Bnp (British National Party, ndt) è imploso, l’Edl (English Defence League, ndt) si è divisa. National Action, la nuova arrivata, che ha festeggiato l’omicidio della parlamentare Jo Cox prima di essere messa al bando da Amber Rudd, si stima che abbia appena 60 membri. Britain First, nonostante la sua vasta presenza su Facebook, ha meno di 40 membri effettivi secondo l’Independent.

L’anno scorso, mentre 3 mila islamisti venivano monitorati dai servizi di sicurezza e altri 20 mila erano segnalati come “soggetti di interesse” in indagini antiterrorismo, la polizia ha arrestato la miseria di 34 stormtrooper di estrema destra (l’assassino di Jo Cox, anche se forse condivideva le idee di alcuni gruppi di estrema destra, non era affiliato ad alcun gruppo). Ciononostante, per proseguire la messinscena, un terzo di coloro che sono stati avviati a “Channel”, il programma terapeutico del governo per la prevenzione del terrorismo, erano neonazisti alle prime armi, reali o immaginari.

Curiosamente, da nessuna parte nel documento della strategia del governo per il contrasto del terrorismo 2015, si faceva menzione degli estremisti di sinistra. Tutti i trotzkisti, gli stalinisti, i comunisti rivoluzionari e compagnia bella sono stati ignorati del tutto, non essendo ritenuti in alcun modo un pericolo. E questo documento è stato scritto qualche tempo prima che Jeremy Corbyn diventasse leader e portasse i neobolscevichi nel mainstream laburista.


Ciò che nella mente dei burocrati lega i jihadisti violenti, i fondamentalisti islamici non violenti e i teppisti razzisti è l’“estremismo”, che è diventato il concetto decisivo dell’approccio statale. Già solo questo dimostra quanto tale piano sia stato pensato in maniera superficiale. È previsto che tutti noi accettiamo l’idea che ciò che è “estremo” sia necessariamente deplorevole, sebbene magari abbiamo amici che sono estremamente devoti, parenti che sono estremamente generosi e sposi che sono estremamente amorosi. Applicando con pigrizia un’unità di misura, le autorità non riescono a definire la sostanza della cosa a cui si oppongono. E questo lascia tutto – compresa potenzialmente l’ortodossia cattolica – all’interno del raggio dell’accusa.

Pare anche esserci una certa riluttanza da parte del governo a fornire la lista completa dei valori britannici. Ci viene ripetuto continuamente che essi includono determinati desiderata: democrazia, stato di diritto, libertà di espressione, tolleranza e così via. Ma che cosa arriveranno a comprendere in futuro? Il diritto giuridicamente vincolante delle persone transessuali a essere chiamate con qualunque pronome scelgano? (Non è inverosimile: poche settimane fa il Senato canadese ha approvato un progetto di legge che nei timori di alcuni di fatto criminalizzerà l’uso di pronomi “sbagliati”).
È facile capire dove condurrà tutto ciò. Se insistiamo ciecamente con una definizione amorfa di “estremismo”, prima che qualcuno se ne accorga qualunque idea che si scosti dall’opinione dominante liberal e laica sarà ritenuta estrema. Una visione conservatrice dell’etica sessuale, una concezione tradizionale del matrimonio, la discriminazione sessuale nel reclutamento del clero, il minimo dubbio sul fatto che il genere sia una costruzione sociale: tutto questo potrebbe essere considerato estremo dalla falange dei poliziotti incaricati di pattugliare Twitter e Facebook.".


In poche parole, di questo passo si rischia di bollare come "atto di estremismo" anche un Rosario recitato, una campagna anti-aborto o il posizionamento di un Crocifisso in una scuola.
Così, mentre si criminalizza chi (per esempio) difende la famiglia ma non fa alcun male agli omosessuali si rischia di lasciare impuniti chi un giorno sì e l'altro pure vuole veramente la morte di questi ultimi.
Infatti, si guardano tanto gli imam delle comunità islamiche che predicano ma si guardano assai meno i fedeli di quella religione, una larga parte dei quali la pensa come i loro capi.
Ricordo anche che nell'Islam è praticata la taqqyia.
Noi paghiamo pesantemente l'essere stati di manica larga riguardo al tema dell'immigrazione.
Così, per non sembrare "islamofobi" e per volerci mostrare "laici", vi è il rischio che siamo noi cristiani i più penalizzati.
Per colpa dei terroristi e per la mancanza del coraggio di ammettere che tra Islam e terrorismo vi è un legame da parte nostra, rischiamo di rimetterci noi cristiani. 
Quanto sta accadendo nel Regno Unito ci deve fare preoccupare.
Storicamente, il Regno Unito è l'"Officina del Mondo".


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