La Turchia di Erdogan è una Turchia che ha smantellato al suo interno l'impianto statuale laico fondato da Atatürk.
Anche la volontà di riconvertire in moschea la basilica di Hagia Sophia di Costantinopoli (Istanbul) è simbolo di ciò.
Oramai, questa Turchia non guarda più ad Occidente ma al mondo islamico integralista.
Anzi, vado oltre, dicendo che la Turchia si vuole espandere nel Medio Oriente e che vede nello Stato di Israele un vero e proprio ostacolo.
Per certi versi, le teorie di Erdogan ricordano quelle dello "spazio vitale" (il famoso Lebensraum) di Adolf Hitler.
Israele è per Erdogan un ostacolo.
La forza dell’esercito israeliano, il potere economico di Israele e l’appartenenza della Turchia alla NATO sono tutti elementi che comprimono l'espansionismo turco nell'area d’influenza israeliana. Ma la sfida non sempre si gioca su terreni chiari, e c’è un terreno, ancora inesplorato per certi versi, in cui Erdogan sembra volersi assicurare uno spazio di movimento: la questione palestinese. Dopo i fatti di Gerusalemme conseguenti alla chiusura della moschea di Al Aqsa, il presidente turco ha condannato duramente Israele. “Come presidente di turno dell’organizzazione per la cooperazione islamica chiedo l’immediata fine del blocco posto alla moschea di Al Aqsa e chiedo un intervento della comunità internazionale”, ha dichiarato il presidente turco, bollando come “inaccettabili” le misure di sicurezza imposte dalle autorità israeliane all’ingresso dell’area del Monte del Tempio, ed ha parlato apertamente di “un’invasione di Gerusalemme est che va avanti dal 1967”. Discorsi non troppo distanti da quelli resi nell’incontro con Rami Hamdallah ad Ankara, quando disse che “come comunità musulmana, abbiamo l’obbligo di visitare Al-Aqsa più spesso e che ogni giorno dell’occupazione israeliana di Gerusalemme rappresenta per noi un insulto.”.
Erdogan sta diventando molto pericoloso.
Egli sta diventando pericoloso per l'Europa poiché ha un forte potere di ricatto su di essa.
Pensiamo ai migranti trattenuti in Turchia.
L'Europa che fa?
L'Europa finanzia Erdogan poiché quest'ultimo la ricatta con i migranti.
L'Unione Europea crede di rendere più buono il coccodrillo dandogli da mangiare.
In realtà, l'Europa sta procrastinando il disastro.
Prima o poi i nodi verranno al pettine perché Erdogan alzerà la posta e se l'Europa non sarà in grado di accontentarlo ci saranno problemi molto grossi.
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