Paolo e Francesca sorpresi da Gianciotto, Joseph Anton Koch (1805/1810 circa) |
Amuri accussì nun canuscìu...
sanza chiddu maritata...
cum Giuvanni lu Sciancatu...
la nobbili Francisca...
et sanza fidi potti idda amari...
cum d'iddu frati Paulu...
ma chiddu pruibbitu fu l'amuri...
et cum sangu lu disunuratu unuri si fici...
et cum l'amuri la morti si maritau...
et lu phántasma di chistu cuntari ci poti 'n Gradara.
Italiano:
Amore mai così non conobbe...
senza amore maritata
con Giovanni lo Sciancato...
la nobile Francesca...
e senza fede poté ella amare...
con d'egli fratello Paolo...
ma quello proibito fu l'amore...
e con sangue il disonorato onore si fece...
e con l'amore la morte si maritò...
ed il fantasma di questo narrare ci può in Gradara.
La tragedia di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta è nota.
Il canto V dell'Inferno della Divina Commedia di Dante ne parla così:
"Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fuor porte.
...
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante. ".
Ora, la storia è nota a tutti.
Francesca da Polenta (1259/1260-1285) fu data in sposa a Gianciotto Malatesta (1240/1244-1304) che era il podestà di Pesaro.
Gianciotto, detto Giovanni lo Sciancato (per una malformazione fisica) era brutto e deforme.
Egli era figlio di Malatesta da Verucchio (1212-1312) ed era un uomo vendicativo, anche per via della sua deformità.
I Malatesta e i da Polenta combatterono contro i ghibellini e per suggellare l'alleanza decisero questo matrimonio.
Questo avrebbe stabilito l'alleanza tra Rimini e Pesaro.
Figlia di Guido da Polenta (1250-1310) Francesca fu data in sposa a Gianciotto ma il matrimonio fu celebrato per procura e a Francesca non fu presentato subito lo sposo ma il fratello di questi: Paolo (1246-1285).
Il matrimonio con Gianciotto non fu d'amore.
Francesca si innamorò di Paolo e quest'ultimo la ricambiò.
La storia finì male.
In uno dei loro incontri, Francesca e Paolo furono sorpresi da Gianciotto e questo decise di vendicarsi uccidendoli.
Il fatto avvenne nel castello di Gradara.
Per la legge del contrappasso, Gianciotto (che nel frattempo si risposò) fu ucciso dai figli di Paolo nel 1304.
Si dice che nel castello di Gradara ci sia ancora il fantasma di Francesca.
Nel 1993, io lo visitai ma non lo vidi.
Questa storia (riportata nella mia poesia in lingua maccheronica-siciliana) rappresenta l'altra faccia dell'amore, un tema che non compare molto nelle mie poesie.
Adesso spiego il motivo per cui questo tema non è tanto ricorrente nelle mie poesie.
Io credo che l'amore, spesso e volentieri, porti anche dolore.
Forse, è anche perché sono conscio di ciò che io non riesco ad innamorarmi.
Già è per me molto difficile l'amicizia.
Di amicizie tradite ne so qualcosa.
Penso che l'amore sia qualcosa di ben più impattante.
Di primo acchito, penso che per non soffrire non si dovrebbe amare, anche perché l'amore può comportare dolore per sé stessi e per gli altri. Questa è la cosa che mi spaventa.
Però, ragionandosi sopra, credo che possa anche valere la pena di correre questo rischio.
Il non amore porta a diventare come Gianciotto, un uomo vendicativo che (forse più per la sua onorabilità che non per un amore vero) arrivò a provocare la morte di due persone.
Me ne sto accorgendo ora, che ho deciso di mettere al centro lo studio, il volere prendere denaro ed altre cose, espungendo dalla mia vita l'amore e le persone.
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