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giovedì 27 luglio 2017

In partibus infidelium

Nel linguaggio della Chiesa cattolica di rito latino, si usava l'espressione "In partibus infidelium".

Ora, questa espressione latina indicava una situazione precisa in cui un'arcidiocesi o una diocesi era lasciata dall'arcivescovo o dal vescovo, che non poteva più operare.
L'espressione significa "nelle terre dei miscredenti".
Infatti, essa era usata per le sedi episcopali da cui i vescovi furono costretti a fuggire (o furono espulsi) per via della conquista islamica.
Un caso di sede soppressa, per esempio, è quello dell'arcidiocesi di Nicosia, a Cipro.
L'arcidiocesi cattolica latina di Nicosia fu fondata alla fine del XII secolo, con l'arrivo dei Lusignano sull'isola.
Il primo arcivescovo fu Alain, che operò dal 13 dicembre 1196 al 1 febbraio 1202, giorno della sua morte.
L'ultimo arcivescovo fu l'italiano Filippo Mocenigo, che operò da 13 marzo 1560 al 1 giugno 1586, giorno in cui morì.
Nel 1571, con la caduta dell'ultima roccaforte veneziana, Cipro fu presa dai Turchi Ottomani e la presenza occidentale terminò e le sedi cattoliche latine dell'isola (l'arcidiocesi di Nicosa e le diocesi suffraganee di Famagosta, Paphos, e Limassol) furono soppresse.
Chi non riuscì a fuggire fu ucciso o costretto a convertirsi all'Islam.
I luoghi di culto latini furono distrutti, convertiti in moschee (come nel caso della cattedrale di Santa Sofia di Nicosia, nella foto qui sopra) o in edifici di altro uso.
L'arcivescovo Mocenigo e tutti i suoi successori vennero dichiarati "In partibus infidelium".
In questo caso, i vescovi che si succedettero dalla data della soppressione della sede episcopale furono dichiarati "In partibus infidelium".
Soltanto 1882, con una lettera della Congregazione Propaganda Fide, l'espressione fu abolita ed i vescovi in questione furono definiti "vescovi titolari".
L'arcidiocesi di Nicosia esiste come sede titolare.
Il Papa può nominare un arcivescovo che non opererà mai in quella sede poiché essa è soppressa ed i pochi cattolici latini di Cipro sono sotto le cure del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
L'arcivescovo avrà comunque il titolo di arcivescovo di Nicosia ma opererà da un'altra parte.
Per esempio, l'arcivescovo in questione opererà nella Curia romana.
Un caso singolare fu quello dei vescovi titolari di Betlemme.
Nel 1291, con la caduta dell'ultima roccaforte cristiana crociata in Terra Santa di San Giovanni d'Acri, i vescovi latini dovettero tornare in Europa.
Il vescovo "in partibus infidelium" di Betlemme, Hugues di Tours (che operò tra il 3 ottobre 1279 ed il 1298) si trasferì a Clamecy, in Francia.
Per concessione di re Carlo VI (1368-1422), i vescovi "in partibus infidelium" avevano le stesse prerogative dei vescovi residenziali francesi.
Questo privilegio restò fino alla Rivoluzione francese del 1789.
Tecnicamente, però, la Diocesi di Betlemme fu soppressa nel 1801.
Quindi, dal 1291 al 1801, anche se di fatto non esisteva più, la Diocesi di Betlemme non era stata dichiarata soppressa.
Anche questa è storia.





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