Su "Panorama" vi è un articolo di Orazio La Rocca che è intitolato "Papa Francesco nella palude vaticana".
Gli ultimi dimissionati dallo stesso Papa Francesco sono stati i cardinali George Pell e Gerhard Ludwig Müller.
Il cerchio ristretto intorno a lui si è infranti a causa di costi esagerati, opacità gestionali, accuse di pedofilia e mancate riforme.
Il Papa recita il "mea culpa" e mette altri prestigiosi collaboratori sotto osservazione.
Ora, la storia parla di Papi che furono teologi e uomini di Chiesa irreprensibili (e che come pastori di anime seppero lavorare molto bene) ma che come politici furono quantomeno discutibili.
Mi viene in mente Papa Clemente VII (1478-1534), il quale anche a causa di errori da lui commessi a livello politico vide perdere l'obbedienza alla Santa Sede della Svezia (nel 1527) e dell'Inghilterra (nel 1534).
Papa Clemente VII agì correttamente sul piano canonico ma commise degli errori su quello politico.
Lo stesso discorso può valere anche per Papa Francesco.
Un Papa deve anche essere un politico.
Io penso che, per certi versi, Papa Francesco sia rimasto ancora Jorge Mario Bergoglio, il prete gesuita e l'arcivescovo di Buenos Aires.
Essere Papa significa essere capo visibile della Chiesa e capo di uno Stato, Città del Vaticano.
Io penso Papa Francesco debba calarsi immediatamente nel suo ruolo, per il bene della Chiesa.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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