Lu cignali/ Il cinghiale

Caccia al cinghiale, disegno tedesco del 1582

Dû boscu cà sempri curri...
cà di fortia simmulu eni...
fera chista comu di guerra...

ma d'uspitalitati dinu puru...
cà di chidda l'ominu mancianu la carni...
et accussì manciari eni riali...
pì dû lustrissimu coena et mensa...
et accussì sempri eni lu cignali.

Italiano:

Del bosco che sempre corre...
che di forza simbolo è...
fiera questa come di guerra...
ma d'ospitalità dicono pure...
che di quella gli uomini mangiano la carne...
e così mangiar è reale...
per del lustrissimo cena e mensa...
e così sempre è il cinghiale.


L'amico Gianni Meneghelli, tesoriere del Comitato Manifestazioni Roncoferraro, è un gran provocatore, nel senso più bonario del termine.
Anzi, reputo Meneghelli una persona perbene ed equilibrata.
Una sera, c'è stata la riunione del Consiglio della succitata associazione e con essa vi è stata anche una cena a base di cinghiale e (tra il serio ed il faceto) Meneghelli mi ha detto: "Perché non dedichi una poesia al cinghiale?".
Io ho raccolto questa "provocazione" e ho scritto la poesia, ovviamente in maccheronico-siciliano.
Ringrazio l'amico Gianni e dedico anche a lui questa poesia.Il cinghiale è un animale che nella storia ebbe una forte simbologia.
Nell'Antica Grecia, questa bestia aveva connotazioni negative poiché era simbolo della natura selvaggia e quindi dell'oscurità.
In altre culture, come quella dell'Antica Roma, la connotazione del cinghiale fu meno negativa.
Esso fu visto come il simbolo di forza e di virilità.
Il cinghiale fu identificato come simbolo di guerra e (per esempio) la caccia al cinghiale nel Medio Evo e nel Rinascimento (come mostra il disegno tedesco del 1582 che si vede qui sopra) ricordava un po' una guerra.
In certe tradizioni, il cinghiale fu anche simbolo di convivialità.
Per esempio, presso le popolazioni celtiche si offriva carne di cinghiale agli ospiti.
Questo uso si protrasse anche nel Medio Evo e successivamente.
Pensiamo ai banchetti pantagruelici del re d'Inghilterra Enrico VIII Tudor (1491-1547), il quale si ammalò anche di gotta, per l'eccessivo consumo di carni.
Dunque, la storia è ricca di particolari.