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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 2 novembre 2016

Referendum, ci ricattano ancora con lo spread

Cari amici ed amiche,

come riporta il quotidiano "Il Giornale", si avvicina il referendum sulle "riforme" costituzionali (volute dal premier Matteo Renzi) e ci ricattano ancora con lo spread.
Piazza Affari perde il 2,51%. Il "termometro spread" vola ai massimi dal dopo Brexit, poi recupera.
Noi Italiani dovremo fare quello che hanno fatto Britannici: fregarcene di ciò che dice l'Unione Europea e votare secondo coscienza.
I sondaggi dicono che il "no" a queste riforme è in vantaggio.
Così, ora si usa il "giochino dello spread".
A casa mia, questo è terrorismo psicologico.
Noi dovremo esattamente quello che hanno fatto i Britannici: votare secondo coscienza, senza ascoltare questi gufi europei.
Essi dicevano che il Regno Unito fuori dall'Unione Europea avrebbe fatto una brutta fine e invece la sua economia cresce.
Quindi, il 4 dicembre andiamo a votare e votiamo "no" a queste "riforme" che non miglioreranno nulla.
Cordiali saluti.

16 commenti:

  1. Lo spread non è un giochino, ma è un indice del mercato finanziario, il quale, in un capitalismo finanziario conta eccome: con quel 'giochino' si misurano gli interessi a debito, ciò che sua volta influenza i mercati.
    Io questo tipo di capitalismo (la cui madrina è Margaret Thatcher) lo aborro, lei?

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  2. La cosa è ben diversa e complessa.
    Io aborro questa Europa formata sul modello tedesco, questa Europa che fu caldeggiata, per esempio, da Romano Prodi.

    Prodi è stato la stessa persona che ha attaccato Margaret Thatcher, accusandola dei disastri attuali!
    Sei fossi Prodi, io starei zitto.
    Prodi è sostenitore del sistema tedesco, il sistema che si basa sullo statalismo, uno Stato che si intromette nell'economia, e sulle banche, quel sistema che ci sta facendo affondare.
    Inoltre, l'Euro è una delle cause della crisi.
    Nessuna moneta può essere slegata dalla politica.
    Per esempio, il Dollaro americano è una moneta che fa riferimento ad una banca centrale, la Federal Reserve.
    La Federal Reserve agisce in sinergia con il Presidente ed il Congresso.
    Non è così per la Banca Centrale Europea, che è una banca privata e che non ha un vero organo politico ed elettivo di riferimento e che quindi tende a fare l'interesse di chi fa il suo interesse e si avvicina più ad esso.
    Quindi, quando Prodi dice una cosa, voi dovete credere il contrario di ciò che egli dice.
    Del capitalismo, Prodi scrisse:

    "Due sono gli archetipi del capitalismo che si sono scontrati nell'ultima generazione all'interno dell'economia di mercato, e cioè il modello anglosassone e quello germanico giapponese...La proprietà, espressione sintetica per indicare le regole di mercato e il controllo dell'operatività si presenta come fondamentale per lo sviluppo e l'efficienza del sistema industriale.Da questo punto di vista, il capitalismo anglosassone è caratterizzato da un azionariato anonimo, fortemente mobile e quasi sempre disinteressato alla gestione quotidiana delle imprese. E' fragile e onnipotente insieme. Fragile perché vive nell'ossessione che la proprietà dell'azienda possa subire assalti dall'esterno e onnipotente in quanto nei momenti di crisi il potere degli azionisti nei confronti dei dirigenti diventa assoluto.Un elemento di forza di questo modello è la capacità di reazione alle evoluzioni del mercato finanziario; d'altronde, proprio questo forte collegamento con il mondo della finanza induce a privilegiare la prospettiva del breve periodo, a evitare gli investimenti in ricerca e sviluppo, finendo con il compromettere la competitività dell'impresa.
    Nel modello germanico (...) la grande impresa è generalmente posseduta da un intreccio di azionisti formati da grandi banche, società di assicurazione, da fondazioni legate all'impresa, fondi collegati ai dipendenti o ai sindacati.
    I successi della Germania e soprattutto del Giappone hanno imposto il capitalismo germanico come una concreta alternativa al modello anglosassone.
    Il capitalismo italiano, infine, appare caratterizzato da una struttura proprietaria fragile, inadeguata alle sfide del mercato internazionale.".

    Ergo, per noi andrebbe bene il modello anglosassone.

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  3. A me non piace nessuno dei due. Oggi in Inghilterra pure c'è una precarizzazione del lavoro, i voucher sono nati lì. Un sistema politico-economico deve mirare al benessere globale (non solo nichilisticamente economico) dei cittadini: se i mercati vanno bene, ma i lavoratori sono precari (con danno in primis alla formazione della famiglia), il sistema è sbagliato perché fa vivere male. Per me il sistema buono è quello che riesce a combinare quantità di posti di lavoro creati con la loro qualità. Altrimenti è solo economia, finanza e niente politica. Comunque in germania i tedeschi stanno bene e hanno molta stabilità: ergo, è il dominio tedesco a essere il male, non il modello in sé. Richiamo quel malfattore ma grande politico che era Andreotti: 'la germania mi piace così tanto che ne voglio due!'.

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  4. Però, in Inghilterra chi perde un lavoro ha più possibilità di trovarne un altro.
    Qui in Italia, chi perde il lavoro rischia di restare a casa.
    L'"alternativa" al capitalismo c'è stata ed è stata il socialismo.
    Com'è finito?
    E' finito nel disastro.
    Riguardo alla Germania, la colpa è stata anche nostra perché le abbiamo permesso di fare il porco comodo suo in Europa.

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  5. Io parlavo di qualità del lavoro, non di chi perde il lavoro. Ho detto che per me il sistema migliore è quello che riesce a coniugare posti di lavoro creati, da un lato, con qualità dall'altro lato. Un inglese che lavora coi voucher è un povero cristo senza diritti (malattia, ferie ecc) che non ha stabilità e quindi che nemmeno può metter su famiglia. Il danno è dunque ancora una volta per l'istituzione famiglia, la quale dovrebbe essere un pilastro della società. IL sistema inglese è nichilistico, senza valori e pertanto solo economia e finanza. L'alternativa non è certo il comunismo, ma un capitalismo orientato dai valori della società: famiglia, religione, lavoro. Se il capitalismo produce soldi ma non benessere sociale (oltre il lato meramente economico intendo) diventa fine a se stesso. La politica deve segnare la via e il capitalismo deve essere il suo strumento, non il contrario. MA le pare una società da vivere quella in cui si lavora coi voucher come i cinesi?

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  6. Quindi se un inglese perde un lavoro è vero che ne trova un altro, ma sempre coi voucher. Quello non è lavoro. Il lavoro deve mobilitare l'uomo e la società, deve essere lo strumento per consentire a un cittadino di realizzarsi e mettere su famiglia. Ripeto, i tedeschi stanno bene (a differenza degli inglesi il sistema è più ordinato), il problema è che non fanno stare bene gli altri...ma la colpa è soprattutto degli altri, in primis il nostro governo.

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  7. Ripeto, alla Germania è stato permesso tutto e la colpa è anche nostra.
    Inoltre, io preferisco cento volte un capitalismo all'anglosassone con tanti difetti ad un sistema socialista, che di poveri ne fa di più, o ad un capitalismo alla tedesca, che vige qui in Italia e che fa danni.
    Il sistema tedesco è veramente nichilistico, poiché (come scrive Prodi) nel modello germanico (...) la grande impresa è generalmente posseduta da un intreccio di azionisti formati da grandi banche, società di assicurazione, da fondazioni legate all'impresa, fondi collegati ai dipendenti o ai sindacati.
    Quando ci sono le grandi banche va tutta a catafascio e si vede quello che si vede oggi.
    Si è arrivati anche a tassare la gente per salvare le banche e non fare fallire il sistema.
    Le pare normale?
    A me no!
    Dunque, io preferisco un sistema anglosassone.

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  8. Bisogna guardare ai risultati e non fermarsi alle posizioni teoriche. Anche perché dalla stessa posizione ideologica possono aversi, a seconda dei paesi, risultati diversi.
    Focalizzandomi sui risultati:
    la germania è un paese stabile che, oltre ad essere una potenza mondiale con tanti posti di lavoro, riesce a coniugare una gran qualità del lavoro (i lavoratori tedeschi sono molto garantiti pur all'interno di un sistema flessibile). La conseguenza è che in Germania la famiglia gode di ottima salute: i giovani si sposano presto e possono far figli. E glielo posso confermare poiché ho amici a Londra e in germania: i primi vivono con l'acqua alla gola senza figli, i secondi sono quasi sempre sposati con figli e conducono una vita molto bella e tranquilla. Il problema non è dunque il modello tedesco, ma il predominio tedesco.
    In Inghilterra invece sono stati introdotti, come in italia, i voucher, i quali mortificato il lavoro (zero diritti e stabilità) e quindi la famiglia viene colpita al cuore.
    Il problema quindi non è la teoria ma la pratica: il problema italiano è appunto italiano poiché prende il peggio della Germania e dell'inghilterra. Infatti c'è il dominio delle banche (come in germania), ma i lavoratori sono mortificati come in Inghilterra. I voucher sono i distruttori della famiglia: non mi dica che condivide questo modo di lavorare introdotto da renzi! MA a lei i voucher piacciono? Per lei è normale che i lavorati debbono lavorare con una modalità cinese? Questa non è flessibilità ma precarietà, ciò che uccide la famiglia. Non capisco il suo riferimento al socialismo: dirsi contrario ai voucher in stile cinese, alla globalizzazione e difendere la famiglia ora è diventato di sinistra? Mi auguro proprio di no.

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  9. I tedeschi stanno benissimo, è questo il punto. Ed è un dato oggettivo. il problema è il loro predominio ed è per questo che dobbiamo sciogliere l'Italia dai lacci tedeschi. Per il resto voglio un capitalismo orientato dalla politica, ma non nel senso socialista della pubblicizzazione di interi settori. Insomma, sì al privato ovunque, ma con la legge che deve dare forza ai soggetti deboli (i lavoratori) per impedire che i rapporti di forza della società pregiudichino il benessere dei cittadini. Se lavoratori non hanno diritti (all'interno di un sistema flessibile) vivono male e dunque il sistema è sbagliato. E si distrugge così anche la famiglia (altro che unioni civili!). Si vive di concretezza, non di posizioni teoriche.

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  10. Insomma, i voucher sicuramente incentivano il lavoro, nel senso che con essi quasi tutti lavorano. MA bisogna guardare anche alla qualità del lavoro, poiché esso è uno strumento di benessere individuale e familiare. Guardare nichilisticamente solo alla quantità si finisce per fare come il comunismo. Nei paesi comunisti infatti lavoravano praticamente tutti, ma in condizioni di povertà ben note. Ecco, nei paesi comunisti un lavoratore viveva come oggi vive coi voucher. Tutti lavorano ma...chi se ne frega se poi si è schiavi senza diritti né prospettive familiari?

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  11. Vedo che in parte concorda con me: i voucher e in genere il lavoro precario sono gli assassini della famiglia.

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  12. Il voucher deve essere un modo per entrare nel mondo del lavoro.
    Il mondo del lavoro è cambiato e ci si deve adeguare.
    Tuttavia, non si può andare avanti con i voucher a vita.

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  13. Esattamente. Purtroppo i voucher sono diventati strumento di lavoro stabile: report (con un'inchiesta davvero precisa che inchiodò il governo) dimostrò che si possono utilizzare i voucher fino a 700 euro al mese, ossia quanto guadagna in media un bracciante agricolo al sud. In pratica è stato legalizzato il lavoro nero. Se poi pensiamo all'assenza di data e ora, la frittata è fatta. Con buona pace della famiglia: come potrà mai metterla su un giovane condannato a lavorare per anni coi voucher? Non mi rassegno all'idea che a fare figli siano solo gli immigrati: la globalizzazione sta distruggendo la nostra civiltà.

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  14. Questa politica (sbagliata) conviene.
    Pensiamo agli imprenditori (qui al Nord) che sono tassati e che non sanno se chiudere o se pagare i dipendenti.

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  15. Esattamente: anziché trovare un sistema nel quale gli imprenditori paghino meno tasse e i laboratori vivano dignitosamente, si va verso un sistema che punta tutto sui tagli del costo del lavoro tramite il taglio dei diritti. E alla fine ci mettono di fronte ad un'ingiusta scelta: far chiudere le imprese o garantire ai lavoratori di farsi una famiglia. Si potrebbe iniziare mettendo dazi ai prodotti cinesi e scardinando questa UE basata sulla libera circolazione sei capitali (come si fa a far competere italia e Albania, se lì i lavoratori costano un decimo che qui da noi?). Basta con l'incubo della globalizzazione: sì ai confini.

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  16. Bisogna fare quello che fanno Paesi come l'Australia: difendere il nostro prodotto.
    Dovremmo, per esempio, rompere certi patti europei, come quello sulle "quote latte", così da potere produrre di più e fronteggiare meglio le importazioni.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.