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sabato 5 novembre 2016

Per Hillary Clinton i guai non finiscono

Cari amici ed amiche,

come riporta un articolo di Marcello Foa sul "Corriere del Ticino", per Hillary Clinton i guai non finiscono.
Dell'articolo riporto questo stralcio:

"Le inchieste dell'Fbi sul suo operato sono ben due. Una è nota: trattasi del cosiddetto "emailgate" generato dal fatto che l'ex first lady, quando era segretario di Stato, abbia usato un'email privata e su un server privato, anziché quelli del governo americano, violando gli standard di sicurezza e molto probabilmente anche la legge: il sospetto è che sull'email privata siano transitati anche documenti Top Secret che mai sarebbero dovuti uscire dal governo. Il lettore dirà: si sapeva! Certo, la notizia è di alcuni mesi fa ma in un primo momento il capo dell'Fbi aveva dichiarato che dalle indagini svolte non emergevano irregolarità, benché Hillary abbia cancellato migliaia di email. Qualche giorno fa, però, il caso è stato riaperto perché alcune email della Clinton sono state trovate sui computer della sua assistente Huma Abedin e di suo marito Anthony Weiner.

Ma la notizia bomba è un'altra: l'Fbi sta indagando anche sulle donazioni faraoniche di uomini d'affari e governi stranieri alla Fondazione Clinton, in quella che ha tutta l'aria di essere una corruzione mascherata.

L'inchiesta è stata avviata un anno fa, dopo le denunce contenute nel libro "Clinton Cash: The Untold Story of How and Why Foreign Governments and Businesses Helped Make Bill and Hillary Rich" di Peter Schweizer e che stanno trovando ampi riscontri nell'altra vicenda che sta perseguitando l'ex segretario di Stato, quella di Wikileaks, che ha intercettato le email del capo della campagna presidenziale John Podesta e di membri della stessa Fondazione Clinton, da cui emergono, oltre a un quadro moralmente devastante sul magico mondo di Hillary, anche riscontri di donazioni in cambio di favori; forse anche politici quando Hillary guidava la diplomazia americana.".


Questa notizia è un'altra bomba sulla campagna elettorale americana.
In pratica, Hillary Clinton ha rischiato di mettere in crisi la sicurezza degli Stati Uniti d'America, con il suo scellerato utilizzo delle e-mail.
Intanto, i sondaggi per l'ex-first lady crollano.
I suoi grandi elettori ad oggi sono 268 e quelli di Donald J Trump sono 204.
Infatti, il sistema elettorale americano non prevede l'elezione diretta del presidente: l'8 novembre si eleggono i "grandi elettori", coloro che formalmente il 19 dicembre eleggeranno il 45° presidente degli Stati Uniti. Ogni Stato, in base alla popolazione, dispone un certo numero di grandi elettori: si va dai 55 della California (con 38,8 milioni di residenti) ai soli 3 dell'Alaska (736.000). Tranne che nel Maine e in Nebraska (che adottano un sistema proporzionale e assegnano 4 voti a testa), in tutti gli altri 48 stati dell’Unione chi conquista un solo voto in più si porta a casa tutto il pacchetto, in base alla regola del "chi vince prende tutto" (winner all takes).
Gli Stati saldamente in mano ai democratici, secondo la stima della CNN, sono i seguenti (tra parentesi il numero di grandi elettori assegnati): California (55), Connecticut (7), Delaware (3), Washington DC (3), Hawaii (4), Illinois (20), Maine (3), Maryland (10), Massachusetts (11), New Jersey (14), New York (29), Oregon (7), Rhode Island (4), Vermont (3), Washington (12), Minnesota (10), New Mexico (5). In totale sono 200 grandi elettori. Ci sono poi cinque Stati in cui Hillary è in vantaggio: Colorado (9), Michigan (16), Pennsylvania (20), Virginia (13), Wisconsin (10). In totale si assegnano 68 grandi elettori.
Gli Stati saldamente in mano a Trump sono i seguenti: Alabama (9), Alaska (3), Arkansas (6), Idaho (4), Indiana (11), Kansas (6), Kentucky (8), Louisiana (8), Mississippi (6), Missouri (10), Montana (3), Nebraska (4), North Dakota (3), Oklahoma (7), South Carolina (9), South Dakota (3), Tennessee (11), Texas (38), West Virginia (5), Wyoming (3). In totale si tratta di 157 grandi elettori. A questi si aggiungono gli Stati in cui il repubblicano è in vantaggio: Georgia (16), Iowa (6), Maine 2nd Congressional District (1), Ohio (18), Utah (6). IN questo caso i grandi elettori sono 47.
Restano in bilico l'Arizona (11), la Florida (29), Nevada (6), Nebraska (con solo la circoscrizione di Omaha, con un solo grande elettore), New Hampshire (4) e North Carolina (15).
Ci sono in ballo ben 66 grandi elettori. Questi ultimi saranno determinanti per la vittoria di uno o dell'altro candidato.
Chi vincerà vincerà di misura ma una vittoria di Trump sarà a tutti gli effetti una vittoria, perché ha avuto tutti i pronostici contro mentre una vittoria della signora Clinton sarà comunque una mezza sconfitta per lei, perché nonostante l'endorsement avuto da tutti, nonostante i soldi avuti per la campagna elettorale, anche da associazioni discutibili, come l'associazione abortista Planned Parenthood, non ha "asfaltato" Trump, dovrà fare i conti con mezzo Paese che non l'ha votata  e dovrà mettersi contro un Congresso a guida repubblicana.
Cordiali saluti. 


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Ringrazio un caro amico di questa foto.