oggi, gli Americani votano per la scelta del loro 45° presidente.
Tra la candidata democratica Hillary Clinton ed il repubblicano Donald Trump è un testa a testa, anche se la prima è in leggero vantaggio sul secondo.
Gli aventi diritti di voto sono 221 milioni di cittadini, 27 milioni dei quali sono afroamericani, oltre 27 milioni ispanici e circa 9 milioni asiatici. Tra tutti coloro che hanno diritto di voto, sono circa 200 milioni quelli che si sono iscritti per esercitarlo in questo Election Day. Nel corso delle elezioni dell'8 novembre, gli elettori sceglieranno i 538 grandi elettori che formano il Collegio elettorale che, a sua volta, elegge il presidente e il vice presidente. I grandi elettori si dividono per i vari Stati a seconda della popolazione e, con l'eccezione del Maine e del Nebraska, il candidato più votato in ciascuno Stato ottiene tutti i grandi elettori in palio. Per diventare presidente bisogna raggiungere la fatidica soglia di 270 grandi elettori.
Le caratteristiche del sistema elettorale (elezione indiretta del presidente) determinano quello che può essere definito un paradosso: può diventare presidente il candidato che ha ottenuto meno voti (in numero assoluto) purché prevalga sui "grandi elettori". I candidati mirano alla conquista del maggior numero possibile di Stati, meglio se i più densamente popolati in quanto è più forte il loro peso politico. Il candidato che prende più Stati con il maggiore peso politico ha più possibilità di vincere.
Proprio per questa ragione i sondaggi nazionali, di cui tutti i giornali del mondo si sono nutriti fino ad ora, lasciano il tempo che trovano. Alla vigilia del voto Hillary Clinton è in vantaggio sul tycoon di New York.
Però, il distacco è calato in termini di grandi elettori. Ed è quest’ultimo - e solo questo - il dato che conta. Secondo RealClearPolitics (il sito che calcola quotidianamente una media ponderata di tutti i sondaggi), Clinton ha portato il vantaggio a 3 punti (47,2% contro 44,2%) rispetto ai soli 1,8 punti di ieri. Ma è scesa da 216 grandi elettori a 203, mentre il rivale repubblicano è a quota 164. Sono invece aumentati - sintomo della grande incertezza - i grandi elettori degli Stati bilico (swing States): sono passati da 158 a 171. E gli stati in bilico sono saliti da 13 a 14. Si è aggiunta la Virginia.
Ora, la situazione vede Hillary Clinton in leggero vantaggio ma Trump le sta alle calcagna ed il risultato non è affatto scontato.
A prescindere da tutto, penso che chi vincerà si troverà di fronte un'America divisa.
Quanto fatto dal presidente Barack Hussein Obama, il quale non solo non ha sedato certe tensioni (come quelle razziali) ma le ha rinfocolate, ha contribuito pesantemente a spaccare gli USA.
Anche i toni usati dai due candidati non hanno migliorato la situazione.
L'America è oggi un Paese diviso e lacerato al suo interno.
Il nuovo presidente riuscirà a rimetterlo insieme?
Cordiali saluti.
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