E' caduto il mito americano!

Cari amici ed amiche,

commentando l'articolo di "Vatican Insider" che è intitolato "Usa, a 48 ore dal voto Hillary in leggero vantaggio. Ma Trump lancia l’offensiva negli Stati dem", l'amico e collaboratore Angelo Fazio ha commentato così:
"Hillary e Trump certamente non stanno rendendo un grande servigio alla nazione americana, con i loro comportamenti indecorosi di queste settimane. Dando il peggio di loro, questi due ne stanno picconando l'immagine: da questa competizione elettorale l'America tutta ne esce con le ossa rotte.
C'è un aneddoto che mi viene in mente in questi giorni, relativo alle presidenziali del 2008, quelle che portarono Obama alla Casa Bianca.
Durante un comizio tenuto dal suo avversario John McCain, diversi sostenitori del senatore dell'Arizona cominciarono ad intonare slogan contro Obama, definendolo "amico dei terroristi".
Allora in molti lo dicevano fra i suoi detrattori, soprattutto facendo leva sulle sue origini musulmane.
Il senatore McCain, in quell'occasione, si comportò in una maniera che sicuramente gli fa molto onore.
Fermò il suo discorso e andò da quelli ordinandogli di smetterla.
Disse loro "conosco bene il senatore Obama e non è un amico dei terroristi. E' una persona leale, preparata e un grande servitore del paese. Non ci sarebbe niente di male se diventasse presidente degli Stati Uniti."
Lasciando qui da parte i giudizi nel merito, mi chiedo che fine abbia fatto quella signorilità, quella cavalleria.
Sicuro che sono passati solo otto anni da allora? A me sembra che sia trascorso come minimo un secolo e mezzo!
Oggi c'è spazio solo per l'odio, i rinfacciamenti e le offese reciproche sul piano personale.
E, di contro, non si parla di tematiche fondamentali come l'economia, la politica estera o altre.
Cose importanti per gli Stati Uniti, ma la cui rilevanza si propaga ben oltre i loro confini, visto che stiamo parlando di un paese che mantiene un grande peso specifico nel mondo di oggi.
L'America è una nazione che di solito gode di una buona fama riguardo a certe cose, ma a causa di quei due tizi poco raccomandabili è caduta veramente in basso.
Che peccato!".

Ringrazio Angelo.
Lui è davvero fantastico perché anziché darmi solo lo spunto mi offre l'intero articolo.
Quindi, io non avrei neppure la fatica di dovere scrivere. Mi basterebbe fare solo un copia-incolla.
Però, io sono uno che vuole dire sempre la sua.
Ora, io sono d'accordo con Angelo ma vorrei aggiungere una cosa non di poco conto.
Angelo, infatti, ha scritto le cose in modo esatto ma non ha citato l'azione fatta da una persona importante: Barack Hussein Obama, l'attuale presidente degli USA.
Obama, infatti, è entrato a gamba tesa in questa campagna elettorale già di per sé infuocata, mettendo altro odio.
Ricordo che con Barack Hussein Obama (che di certo ha dimostrato di essere meno signore di Mc Cain, che, come ha ricordato Angelo, l'aveva difeso da un militante repubblicano che lo aveva accusato di essere amico dei terroristi) le tensioni razziali sono aumentate.
La cronaca lo dice.
Il costume politico americano si è degradato.
L'America, che veniva vista come "modello di democrazia compiuta e civile in cui le due parti politiche, il GOP ed i Democrats, si contendevano il potere senza mai delegittimarsi", è oggi un campo di battaglia.
I Democrats (che oggi hanno la presidenza con Obama) ed il GOP che è maggioranza al Congresso si guardano in cagnesco e non dialogano più per il bene degli USA.
Le istituzioni sono a rischio di paralisi.
Di certo, Obama ha tanta responsabilità di ciò.
La democrazia americana è oggi più simile ad una democrazia europea nei suoi aspetti peggiori,
Vedete, la democrazia europea è figlia della Rivoluzione francese ed è influenzata dal socialismo.
In molti suoi aspetti, la democrazia europea è volgare e fondata sul concetto secondo lui l'avversario politico è nemico da abbattere.
L'America, invece, è figlia della cultura anglosassone, la cultura figlia di quella Magna Charta Libertatum firmata a Runnymede (Inghilterra) nel 1215, una cultura democratica ma con un certo tocco "aristocratico".
Nella cultura anglosassone c'è sì una contesa politica, anche aspra, ma senza la delegittimazione delle persone.
L'America veniva vista come il perfetto esempio di "democrazia aristocratica" di tipo anglosassone, in cui ci sono diritti per tutti ma sempre nel rispetto delle persone e dei canoni.
Oggi, invece, questo mito è venuto meno.
Lo scontro elettorale si è fatto aspro e con attacchi personali ed insulti e purtroppo il presidente in carica ha aggravato la situazione con le sue politiche e le sue dichiarazioni.
L'America di oggi è divisa e chi tra Hillary Clinton e Donald Trump vincerà sarà in grado di ricucirla?
Io ne dubito.
Oltretutto, se vincesse Hillary Clinton, ci sarebbe anche il problema del rapporto con il Congresso che è a maggioranza repubblicana.
Per gli USA la vedo grigia.
Cordiali saluti.