Nerone, interpretato da Peter Ustinov (1921-2004) nel film "Quo vadis" del 1951 |
su "Ribellione Nazionale" ho trovato un articolo intitolato "Nerone era davvero così cattivo?".
Lucio Domizio Enobarbo (37 AD-68 AD), che noi conosciamo meglio con il nome di Nerone, è nel nostro immaginario collettivo un personaggio che ancora oggi incarna la follia e la pazzia.
Di sicuro, le fonti storiche che parlano di lui non sono positive nei suoi confronti.
Egli è ricordato per il Grande Incendio Roma del 64 AD, rappresenta ancora oggi il male assoluto.
Sarà forse così?
Ora, io mi rifaccio ad un detto proprio dei latini che dice che "la verità sta nel mezzo".
Infatti, fu pur vero che nel succedersi dei vari imperatori romani molti di questi presero il potere come un fatto personale, diventando spietati tiranni.
Si parla di Nerone ma io posso citare anche altri, come Domiziano (51 AD-96 AD) e Commodo (61 AD-192 AD) che non furono certamente meno brutali.
Ricordo anche Caracalla (188 AD-217 AD) che fece ammazzare suo fratello Geta nel 211 AD.
La dimostrazione di ciò sta nel fatto che molti imperatori siano morti avvelenati o per congiure.
La società romana era una società per certi versi spietata.
Per arrivare al potere si faceva di tutto.
Lo stesso Nerone salì al potere con una congiura, dopo che sua madre Agrippina fece avvelenare il suo padre adottivo, l'imperatore Claudio, nel 54 AD.
Possiamo dire che Nerone altro non fu che un rappresentante di quella società romana in cui si puntava a competere su ogni cosa.
Ora, una cosa interessante è questo pezzo dell'articolo che ho citato:
"Sappiamo ad esempio che Nerone difese le Comunità Ebraiche a Roma, e le difese in un contesto ben preciso.
Egli era per la libertà di culto, era un liberale, amante delle arti, e relativamente mite e poco incline alla guerra. Era amato dal popolo, magari era un po' indolente, un uomo del suo tempo sanguinario quanto basta, ma non peggiore di Costantino, il "santo" che fece uccidere a sangue freddo suo cognato Licinio.
Nerone difese gli ebrei da una nuova setta che da qualche tempo cercava di accreditarsi a Roma come rappresentante del popolo ebraico, ma non rappresentava che se stessa, e per giunta a differenza degli ebrei, che da secoli vivevano in pace nell'Impero e si facevano gli affari loro, questa setta era alquanto molesta, tentava in vari modi spesso anche brutali, di reclutare nuovi adepti. Non accettavano che fossero presenti altri culti, e chiunque respingesse la loro "parola" era bollato come nemico del loro dio. Arrivavano a oltraggiare la figura dell'Imperatore che era Dio per molti Romani, (come lo è ancora oggi per i Giapponesi), si ribellavano apertamente all'autorità in nome dell'obbedienza a questo loro dio superiore, intralciando le attività dello Stato. Insomma erano i Cristiani.
Quando si dice che Nerone perseguitò i Cristiani, e che fu il primo a farlo, si dimentica che costoro aggredivano apertamente gli ebrei, tanto che Nerone, stanco del loro terrorismo decise di mettere la setta fuori legge. Fu decisamente più tenero con loro di quanto i Cristiani stessi non furono con i Pagani e con coloro che venivano bollati come eretici appena ebbero il potere. Dal 313 d.c. fino ai giorni nostri.
Nerone voleva che a Roma continuasse ad esserci libertà di culto, i Cristiani volevano imporsi già da subito come unica religione del mondo. Questo strideva fortemente con la vocazione liberale dell'Impero. E quindi Nerone adottò le giuste e doverose contromisure".
Riguardo alla questione tra ebrei e cristiani dell'epoca io non parlerei di aggressione dei secondi ai danni dei primi.
Facciamo un saltino indietro.
Intorno 30 AD, il Cristianesimo arrivò alla città di Antiochia da Gerusalemme.
Proprio ad Antiochia si formò la prima comunità cristiana non formata da elementi ebraici ma di origine pagana.
I cristiani di Antiochia furono i primi ad essere chiamati "cristiani".
Prima, il Cristianesimo era considerato una setta dell'Ebraismo.
L'Ebraismo, infatti, aveva al suo interno sette e movimenti spesso in conflitto tra loro.
Poi, il Cristianesimo prese le caratteristiche di una religione vera e propria.
Io non parlerei di aggressione dei cristiani ai danni degli ebrei.
Piuttosto, io parlerei di uno scontro interno all'Ebraismo stesso proprio perché all'epoca (anche se c'era già la comunità di Antiochia) non ci fu ancora una distinzione tra Ebraismo e Cristianesimo, distinzione che si creò nel tempo.
Nella sua "De Vita Caesarum" (scritta tra il 120 ed il 121) lo storico Svetonio (70 AD-140 AD) scrisse:
"I giudei tumultuavano continuamente per istigazione di (un certo) Cresto, egli (Claudio) li cacciò da Roma".
Lo scritto di Svetonio parla di ciò che fece Claudio (10 BC-54 AD), il predecessore di Nerone, quando cacciò gli ebrei per presunti tumulti in nome di Cresto, o forse Cristo.
In quell'epoca non ci fu ancora una distinzione tra ebrei e cristiani.
Va detta anche un'altra cosa.
Non fu vero che i cristiani congiurassero contro l'imperatore.
Solo alcune sette cristiane fanatiche avevano idee eversive e contro l'impero ma la maggioranza dei cristiani rispettava l'imperatore e pregava per lui poiché vedeva nello Stato un mezzo che serviva a mantenere l'ordine.
Gesù Cristo non disse di dare a Cesare ciò che era di Cesare e a Dio ciò che era di Dio?
Semmai, il vero problema fu un altro: i cristiani si rifiutavano di bruciare incenso di fronte al simulacro dell'imperatore come se questi fosse stato un dio.
In questo senso, il Cristianesimo rappresentò la libertà di coscienza.
Mentre l'Ebraismo restava nelle comunità, il Cristianesimo cresceva perché in esso sempre più gente vedeva la possibilità di un riscatto in una società romana che ebbe tanti aspetti positivi ma che ne ebbe di negativi.
Termino con una frase con cui voglio essere conciliante.
Il Cristianesimo giunse a Roma grazie alle comunità ebraiche.
Quindi, Nerone non sarà stato l'unico male assoluto ma di sicuro egli rappresentò la parte meno buona della società romana.
Cordiali saluti.
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