Leggete l'articolo de "Il Giornale", che è intitolato "Grillo incorona un computer alla guida dei Cinque Stelle".
Tra i "due litiganti" Luigi Di Maio e Raffaele Fico gode Rousseau, il quale non è il celebre filosofo illuminista Jean-Jacques, ma è un sistema operativo. Definizione tecnica e un po' asettica che non rende precisamente l'idea di ciò di cui stiamo parlando.
Negli ultimi anni della sua vita Gianroberto Casaleggio ha dedicato buona parte delle energie alla costruzione di un grande motore, un cervello tecnologico in grado di gestire tutte le dinamiche del Movimento Cinque Stelle: dalle proposte di legge in Parlamento alla formazione dei militanti, dalle primarie all'attivismo digitale (si parla anche di "marce virtuali", sic).
In poche parole, il leader del Movimento 5 Stelle sarà un computer.
Ora, io sono dell'idea che la tecnologia possa contribuire a migliorare la politica, la quale, però, è fatta da persone.
La tecnologia può aiutare le persone ma non sostituirle.
Per esempio, chi fa politica non può solo stare davanti ad un computer a scrivere ma deve anche farsi vedere, consumare tacchi e suole.
Mi viene in mente tutto il volantinaggio che ho fatto.
A me spaventa l'idea di un partito praticamente in mano ad un computer e che (in qualche modo) vuole portare il suo sistema nelle istituzioni.
Un computer è pur sempre gestito dal qualcuno e se quel qualcuno ha idee folli (per non dire di peggio) siamo tutti nei guai.
Cordiali saluti.
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