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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 24 aprile 2016

Lampi et trona/Lampi e tuoni


Comu su la chiazza...su li campi...
sagittae cà sunnu...cascunu accussì...
la notti ancu addumannu...li lampi...
cun scantu cà fannu...cun lu "Verbu"...a l'omu cà pria...
et ancu...comu su li muntagni dâ Romandiola...
comu luci...cà portunu morti...cun li trona...
cà lu celu rumpiri parunu...cun grannula et gragnola...
ma arricurdati omini...pì di Diu vuliri vita ci desiru...et ogni cosa bona!

Italiano:


Come sulla piazza...sui campi...
dardi che furono...cascano così...
la notte accendendo anche...i lampi...
con terror che fanno...con il "Verbo"...all'uomo che prega...
e anche...come sulle montagne della Romagna...
come la luce...che portano morte...coi tuoni...
che il cielo rompere paiono...con grandine e gragnola...
ma...rimembrate uomini...per di Dio voler vita ci dettero...e ogni cosa bona!

Con i temporali ho un rapporto particolare.
Per tre volte avevo rischiato di essere colpito da un fulmine.
La prima volta era stata nel 1992 ed una saetta era entrata in casa colpendo un quadro di peltro raffigurante la Madonna.
La saetta mi era passata vicino.
La seconda volta era stata nel 1995, mentre davo da mangiare al mio cane.
All'epoca abitavo in campagna.
Avevo preso una grande paura.
Quando arrivava il temporale avevo una grande paura.
Poi, però, un mio amico mi aveva consigliato di affrontare questa paura cercando di ascoltare il tuono e di capire i meccanismi dei temporali.
Ebbene facendo così non solo avevo superato la paura ma mi ero appassionato di meteorologia.
Nel 1998, quando già abitavo nel condominio in cui abito ora, un'altra saetta per poco non mi aveva colpito.
Ero con i miei cugini su un balcone e c'era il temporale.
Un fulmine aveva centrato la grondaia che era lì vicino.
Eppure, questa volta non ho avuto paura.
Il fulmine è una delle cose più complesse della natura.
La nuvola temporalesca è il cumulonembo.
Il temporale è un fenomeno atmosferico caratterizzato da pioggia battente e, per l'appunto, è accompagnato da fulmini, raffiche di vento e a volte anche da grandine. Esso è causato da instabilità atmosferica e si forma con il sollevamento di importanti masse di aria calda ed umida in aria instabile, originando delle nubi a sviluppo verticale, i Cumuli, che si evolvono passando dallo stadio di "Cumulus humilis" a quello di "Cumulus mediocris" e successivamente a quello di "Cumulus congestus" , che può raggiungere anche i 6000 metri di altezza e che, con la sua tipica forma "a cavolfiore" è il precursore del Cumulonembo, la cui sommità inizia a ghiacciare, divenendo bianca e brillante.
Il cumulonembo è una nube a sviluppo verticale e può ergersi fino a 12.000 metri. Ha la forma di una montagna o di una torre ed è piatta alla sommità. Nella sua forma più "evoluta" (detta "Cumulonimbus incus) ha la forma "ad incudine" poiché incontra la Tropopausa, strato dell'atmosfera che separa la Troposfera dalla Stratosfera. E' questa la nube che causa i temporali, anche forti. Con le correnti ascensionali, il vapore acqueo si raffredda adiabaticamente (senza scambio di calore) e condensa formando delle goccioline d'acqua che unendosi si trasformano in pioggia e in ghiaccio, divenendo grandine, qualora dovessero restare a lungo nella nube, in cui vi sono anche degli attriti tra le particelle che, caricandosi elettricamente, la trasformano in un'enorme batteria.
Questo fa caricare la nube.
La parte alta si carica positivamente mentre quella bassa si carica negativamente, come una grossa pila.
Ad un certo punto, questa energia elettrostatica deve essere scaricata.
Da qui nascono i fulmini, scariche elettriche (la cui intensità è tra i 10 e 200 Kiloampere) che si formano con una differenza di potenziale elettrico e sono seguite dai tuoni, le loro onde d'urto. La scarica può scoccare tra nube e suolo, tra nube e nube e nella stessa nuvola.  Una scarica tra due nubi o in nella nube stessa è chiamata "lampo a falda" o fulmine intranube o internube.
Il fulmine, invece, è la scarica tra la nube e la terra, che è caricata positivamente. 
Vi sono vari tipi di fulmini:

  • Fulmine negativo discendente, che parte dall'alto e ha la scarica pilota caricata negativamente.
  • Fulmine positivo discendente, che parte dall'alto e ha la scarica pilota caricata positivamente.
  • Fulmine negativo ascendente, che ha la scarica pilota caricata negativamente e che parte dal basso.
  • Fulmine positivo ascendente, che ha la scarica pilota caricata positivamente e che parte dal basso.
I fulmini si classificano anche per l'aspetto:
Esistono fulmini ramificati, i fulmini a nastro ed il fulmine globulare, 

Fulmini ramificati-foto dell'enciclopedia Treccani

Fulmine a nastro-foto del sito "Xrisma"


Fulmine globulare, illustrazione dell'inizio XX secolo.


Quest'ultimo è una forma rara e potrebbe essere stato quello del mio primo "incidente" con i fulmini.
Una delle prime osservazioni fu documentata nel 1596. Era scoppiato un temporale ed una sorta di palla luminosa era entrata nella cattedrale Wells attraverso le vetrate ed era esplosa all'interno con un boato.
Il meccanismo del fulmine che per poco non mi colpiva nel 1992 era identico.
Ciò non esclude certo l'intervento divino.
Dio può agire anche attraverso mezzi naturali.
I fulmini sono oggetto di studio.
Stanley Miller (1930-2007) sperimentò che il fulmini fissarono le molecole di azoto all'acqua.
Questo generò la vita.
Uno "spettacolo" che ricordo è stato nel 2005.
Ero partito per andare in Abruzzo e sull'autostrada, da Modena a Rimini, mi ero imbattuto in una serie di temporali.
Sulle montagne dell'Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo si vedevano fulmini di ogni forma cadere.
Era stato uno spettacolo bellissimo.
Contro i temporali esiste anche una preghiera siciliana, "lu Verbu".
Mia madre la conosce.
Questa è una delle versioni:

"Lu verbu sacciu e lu verbu vogghiu diri,
chistu è lu verbu di nostru Signuri ‘naiuta la cruci pi muriri,
pi sarvari a nui piccaturi;
c'è na cruci tanta bella e tanta vauta
che arriva nu brazzu ‘ncelu e nautru ‘nterra,
c'è nu ponti di capiddi cu lu sapi dici addiu
a la valle Gesù va, picciuli e ranni iannu a essere ‘nda,
quantu è ranni lu forti scantu chi tremunu li fogghi chi c'è ‘ncampu,
suggiti morti, veni a lu giudiziu, dimmi ca' passatu tu pi me,
e San Giuvanni cu' libbireddu a manu chi diceva:
"Domini Maistru, Domini Maistru",
commu pirdunastu i vostri Farisei, pirdunati sti du armuzzi chi su mei.
Giuvanni nun li pozzu pirdunari,
pirchì u iornu du giudiziu ci dissi mi diunaunu;
a malappena lu vosiru fari e mi canciaru pi trenta dinari.
La Matri Santa subbitu affacciau dicennu:
"Figghiuleddi mei, Figghiuleddi mei,
cu u verbu sapi, si lu dici,
cu non lu sapi, si lu divi ‘nsignari.
Cu lu dici tri voti a lu campu è scansatu di troni e di lampi;
cu lu dici tri voti la notti è scansatu di mala morti;
cu lu dici tri voti ‘o capizzu è scansatu du trimulizzu;
cu lu dici tri voti a la via s'aiunci cu la Virgini Maria.".


Cordiali saluti. 

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