tanti anni fa, quando andavo alle scuole superiori, avevo letto un racconto gotico di Prosper Mérimée (1830-1870) che è intitolato "La Venere d'Ille".
Il racconto è ambientato nella Francia ottocentesca, precisamente nella cittadina di Ille, e parla di una statua di bronzo raffigurante Venere che era stata trovata sottoterra da un archeologo amico del signor de Peyrehorade, il quale l'aveva ospitato e il cui figlio Alphonse era in procinto di sposarsi con mademoiselle de Puygarrig, la cui zia (che l'aveva fatta erede) era appena morta.
Era il classico matrimonio combinato.
L'archeologo è il narratore.
La statua era stata messa in bella mostra.
Poco prima del matrimonio, Alphonse aveva deciso di giocare una partita a paume (una sorta di tennis) e, poiché l'anello gli dava fastidio, aveva messo l'anello al dito della statua.
Aveva vinto la partita ed era stato poco sportivo.
Il suo competitor gli aveva giurato vendetta.
Dopo il suo matrimonio, Alphonse si era accorto di avere lasciato l'anello al dito della statua ed era andato a riprenderlo.
Sbigottito, egli aveva scoperto che la statua aveva piegato il dito ed era andato a riferirlo al narratore.
Quest'ultimo non gli aveva creduto, anche perché Alphonse aveva "alzato il gomito".
Di notte, tutti erano andati a dormire.
Il narratore era sveglio ed aveva iniziato a sentire dei passi pesanti, credendo che fosse Alphonse.
Poco dopo, si erano sentite delle urla.
Provenivano dalla camera di Alphonse e di sua moglie.
Alphonse è stato trovato morto, con degli strani lividi sul torace.
Il narratore aveva trovato per terra l'anello che Alphonse aveva messo al dito della statua.
La moglie era rimasta sbigottita.
Subito i sospetti erano caduti sull'uomo che Alphonse aveva battuto a paume, il quale gli aveva giurato vendetta ma si era scoperto che quest'ultimo non c'entrava.
Ad un certo punto,la vedova aveva deciso di parlare.
Ella aveva detto una cosa sconvolgente: a stritolare l'uomo era stata la statua di Venere.
Effettivamente, si era scoperto che quella statua popolava gli incubi di molti e lo stesso narratore nel vederla rimase inorridito.
In essa egli vide la malvagità.
Alla fine, il padre di Alphonse morì, e la sua vedova fece fondere la statua e la fece trasformare in una campana per la chiesa locale.
Ogni volta che quella campana suonava, i campi ed i vigneti rimanevano gelati.
Il video qui sopra mostra la trasposizione cinematografica del racconto che era stata fatta da Lamberto Bava nel 1979.
Guarda caso, il racconto era stato ambientato ad Ille, una cittadina della Languedoc Roussilion, ove in passato ci furono i catari e ove un certo misticismo era rimasto anche dopo l'Illuminismo e la Rivoluzione francese.
I racconti gotici hanno un profondo legame con il misticismo e con il cattolicesimo.
Anche il trasformare la statua in una campana è un po' un retaggio di quel cattolicesimo medioevale in cui, per esempio, si mettevano i gargoyles sulle facciate delle chiese gotiche.
I gargoyles sono statue di figure demoniache.
Esse servivano a tenere lontano il male.
Mérimée potrebbe essersi ispirato anche ad una credenza polacca di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Per chi suona la campana?".
Secondo questa credenza, nella città polacca di Breslavia se la campana della cattedrale si fosse messa a suonare da sola vi sarebbe stata la morte di un canonico.
Il contenuto del racconto è però molto attuale.
A volte, l'amore può portare anche delle tragedie.
Un amore malato può portare a situazioni molto gravi.
La storia attuale ce lo insegna.
Pensiamo al caso dello stalking.
Consiglio a tutti di leggere il racconto.
Cordiali saluti.
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