leggete l'articolo de "Il Foglio" che è intitolato "Quei docenti di Bologna la rossa che si prostrano alla Mecca".
L'articolo, scritto da Giulio Meotti, inizia così:
"E’ arrivato a 338 firme l’appello italiano a boicottare l’università israeliana. Di questi docenti e ricercatori, un decimo proviene dall’Università di Bologna. Ma nella più antica università d’Europa nessuno ha avuto la premura di sollevare un problema morale di fronte al grande accordo che l’Alma Mater Studiorum ha appena siglato con l’Arabia Saudita. Non solo, ma alcuni dei protagonisti di questo patto accademico compaiono nell’appello contro i docenti israeliani. Bastava leggere il rapporto di Freedom House sugli atenei sauditi per capire che forse serviva un po’ di cautela in più visto che in ballo non c’è il greggio, ma la nostra cultura: “La libertà accademica è limitata, informatori monitorano le aule per il rispetto delle norme, come il divieto di insegnare filosofia e religioni diverse dall’islam”.
In pratica, questi universitari hanno scelto di schierarsi con un Paese che non garantisce nessuna libertà e nessun diritto (l'Arabia Saudita) mentre boicottano un Paese in cui vi sono il diritto e la massima libertà (Israele).
A questo punto, io penso che l'università italiana sia caduta veramente in basso.
Se si allea con chi nega i diritti di base e boicotta chi garantisce questi diritti, l'università italiana non fa un buon servizio all'istruzione delle generazioni future.
Cordiali saluti.
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