leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato ""Taharrush gamea", il gioco rituale che umilia le donne per strada".
Le violenze sessuali che ci sono state a Colonia nella notte di San Silvestro sono state esportate dai Paesi d'origine, dove le molestie nei confronti delle donne sono piuttosto diffuse, soprattutto in occasione delle ricorrenze del calendario islamico.
Ne è convinto il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas che ha parlato di un piano denominato "Taharrush Gamea", che letteralmente dall'arabo significa, "aggredire e molestare le donne in strada". Nulla è stato casuale quindi nella notte di Capodanno in Germania, e parlare di una "spedizione punitiva" ispirata dalla jihad non è un concetto poi così astratto.
Anzi, questo modus operandi è storicamente noto.
Pensiamo, ad esempio, a quello che i Turchi Ottomani fecero il 29 maggio 1453, quando entrarono a Costantinopoli.
I giannizzeri (i soldati della fanteria turca) entrarono nella basilica di Hagia Sophia e sgozzarono i preti che dicevano messa, uccisero le donne ed i vecchi in preghiera e stuprarono i bambini sugli altari.
Poi, la basilica fu convertita in moschea.
Lo stupro è un modo per dire a chi lo subisce:
"Noi possiamo fare ciò che vogliamo anche dei vostri corpi".
Ergo, anche lo stupro è un'arma da guerra.
Lo vogliamo capire o no?
Questa è una guerra.
Questa è una guerra.
Cordiali saluti.
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