Ritratto di Papa Clemente VII, opera di Sebastiano del Piombo (1485-1547) |
come faccio ogni anno, continuo a parlare dello storia.
Dello scisma anglicano e delle storie di re Enrico VIII e degli altri monarchi Tudor e Stewart ho scritto fiumi di parole, parafrasando il titolo di una nota canzone dei Jalisse.
Ora, però, voglio trattare lo scisma anglicano dall'altra prospettiva, quella di Papa Clemente VII.
Papa Clemente VII (al secolo Giulio de Medici, 1478-1534) fu un papa controverso.
Tuttora, egli viene visto da alcuni come un papa nepotista ed altri come un grande mecenate.
Io, invece, dico che egli fu un personaggio del suo tempo, con i vizi e le virtù, come Papa Francesco è un personaggio dei nostri tempi, con i vizi e le virtù.
Egli dovette anche subire l'onta del Sacco di Roma ad opera dei lanzichenecchi al soldo dell'imperatore Carlo V (1500-1558) e si trovò alla mercé di quest'ultimo.
Questo influì sulle sue scelte, compreso il caso dello scisma anglicano del 1534.
Ricordo che Carlo V fu nipote di Caterina d'Aragona (1485-1536), moglie del re d'Inghilterra Enrico VIII (1491-1547), il quale voleva farsi annullare il matrimonio per risposarsi con Anna Bolena (1501-1536).
Se non ci fossero stati il Sacco di Roma e la sottomissione di fatto del Papa a Carlo V, forse si sarebbe trovato il modo di risolvere la questione diversamente.
Però, sul piano dogmatico, il Papa aveva agito correttamente.
Il Papa ha potere di annullare un matrimonio ma nel contempo difende l'indissolubilità della famiglia.
Sul piano politico, invece, egli commise un grosso errore.
Il 22 agosto 1532, morì l'arcivescovo di Canterbury William Warham (nato il 19 novembre 1503).
Anna Bolena convinse il re a fare nominare come nuovo arcivescovo il suo cappellano Thomas Cranmer (1489-1556), il quale quando seppe la notizia della sua nomina era qui a Mantova.
Cranmer aveva abbracciato le tesi luterane ed era sposato con la nipote del teologo luterano Andreas Osiander.
Formalmente, però, egli era ancora un prete cattolico ed il Papa lo approvò come arcivescovo di Canterbury.
Questo fu l'errore del Papa e della Curia romana.
Papa Clemente VII non fu nuovo a certi errori.
Ricordo il caso svedese.
Nel 1523, Gustavo Eriksson Vasa (1496-1560) divenne re di Svezia. cacciando il re di Danimarca Cristiano II (1481-1559) che tra nel 1520 assunse anche la corona svedese.
Cristiano si rese noto per il famoso "Bagno di Sangue di Stoccolma" che ci fu tra il 7 ed il 10 novembre 1520.
Gli svedesi lo cacciarono e fecero salire al trono Gustavo Vasa, con il nome di Gustavo I.
Il nuovo re non volle più l'arcivescovo di Uppsala Gustavo Trolle (1488-1535) perché questi era dalla parte del re danese.
Il nuovo monarca svedese propose la nomina di Giovanni Magno (Johan Månsson, 1488-1544) alla cattedra di Uppsala e lo fece insediare senza l'accettazione del Papa, che per l'appunto era Clemente VII, il quale aveva reinsediato Gustavo Trolle.
Qui si creò una situazione particolare.
Il nuovo arcivescovo non aveva l'approvazione del Papa ma si ribellò al re perché scontento degli insegnamenti luterani di Olaus Petri (Olaf Pederson , 1493-1552) e suo fratello Laurentius (Lars 1499-1573).
Nel 1526, il re mandò in Russia Giovanni, come ambasciatore, e nel 1527, ruppe con la Chiesa di Roma, portando la Svezia al luteranesimo.
Ora, sul piano dogmatico, il Papa aveva operato bene ma a livello politico egli commise l'errore di non valutare la reale situazione in Svezia e tentennò nel nominare Giovanni Magno, il quale sarebbe stato effettivamente la persona idonea a ricoprire la carica di arcivescovo di Uppsala ma che ricevette l'approvazione del Papa solo nel 1533.
Nel 1531, il re svedese aveva nominato il luterano Laurentius Petri come nuovo arcivescovo.
Con Cranmer, Papa Clemente VII fece l'errore opposto.
Egli lo approvo praticamente subito, senza valutare attentamente il personaggio in questione.
Se io fossi stato in Papa Clemente, io avrei proposto una candidatura alternativa a re Enrico VIII.
Per esempio, mi viene in mente Stephen Gardiner (1483-1555), già vescovo di Winchester, il quale sosteneva il re nella volontà di divorziare ma non era favorevole al protestantesimo.
Questo avrebbe creato qualche problemino al fronte di coloro che volevano lo scisma.
Essere un buon pastore di anime non significa essere anche un buon politico.
Un Papa deve essere certamente anche un politico.
Cordiali saluti.
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