Cari amici ed amiche,
l'amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha portato all'attenzione questo articolo della pagina di Facebook "Fermiamo la persecuzione contro i cristiani nel mondo":
"5/04/2015 TURCHIA – VATICANO
E il sultano “mise in guardia” il Papa
Il presidente turco ha detto ieri che Francesco non deve “fare di nuovo un simile errore”, parlando di ”genocidio” degli armeni e oggi che una eventuale mozione del Parlamento europeo sullo stesso tema gli “entrerebbe da un orecchio e uscirebbe dall’altro”.
Ankara (AsiaNews/Agenzie) – Ieri ha “messo in guardia” papa Francesco a “non fare di nuovo un simile errore”, oggi ha detto che una eventuale mozione del Parlamento europeo, che oggi celebra il centenario del genocidio degli armeni, gli “entrerebbe da un orecchio e uscirebbe dall’altro”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – che per le sue mire neo-ottomane viene detto ”il sultano” - continua nella sua campagna tesa a impedire che quanto accaduto durante la prima guerra mondiale, cioè lo sterminio di circa un milione e mezzo di cristiani armeni, sia definito “genocidio”.
A motivare la reazione del presidente sarebbe la preoccupazione per l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 7 giugno, cosa che gli farebbe assumere posizioni intransigenti sulle questioni nazionali più delicate, per contenere la temuta fuga di voti dal suo partito Akp verso i nazionalisti del Mhp.
Ieri si era scagliato contro “l’onorevole Papa” per quanto detto domenica sul “genocidio”, sostenendo che rispetto alla visita compiuta da Francesco nel novembre 2014, "ora, dopo il suo intervento, ho opinioni diverse su di lui sia come un politico che come uomo religioso".
L’esame dei fatti avvenuti nel 1915, aveva aggiunto, è compito degli storici. E “quando un uomo politico o un religioso interviene nel lavoro degli storici compaiono assurdità come questa”.
Oggi, poi, rispondendo alla richiesta di un commento sulla riunione di questo pomeriggio del Parlamento europeo. Ha detto: “Perché siamo sulla difensiva? Un disonore, un’ombra come il genocidio sono fuori questione”. E se il Parlamento adottasse una mozione sul “genocidio”, “entrerebbe da un orecchio e uscirebbe dall’altro”.
Erdogan ha poi ricordato che attualmente vivono in Turchia circa 100 mila immigrati armeni, oltre ai cittadini turchi di origine armena, affermano che lo Stato non ha mai “compiuto discriminazioni contro il popolo armeno” e si sta comportando generosamente non deportandoli, sebbene potrebbe farlo. (FP)".
Ringrazio Angelo.
Se il Parlamento Europeo adottasse una mozione sul genocidio armeno il presidente turco Tayyp Erdogan se ne fregherebbe?
Bene!
A questo punto mi chiedo se valga ancora la pena volere che la Turchia entri nell'Unione Europea.
Quanto accadde agli Armeni nell'allora Impero Ottomano durante la I Guerra Mondiale e quanto accadde agli ebrei in Europa durante II Guerra Mondiale furono fatti molto simili.
Furono entrambi opere di genocidio.
Perché la Turchia non vuole ammettere ciò?
Perché l'Europa si ostina ad interloquire con la Turchia?
Anzi, se fosse seria l'Europa chiederebbe alla Turchia anche il conto di quello che i turchi stanno facendo a Cipro nord.
Questa non è realpolitik.
Nella realpolitik si cerca il bene per tutti.
Qui, invece, non c'è il bene.
Mi ricorda un po' quello che fecero nel 1938 Francia ed Inghilterra nella Conferenza di Monaco, quando ad Adolf Hitler venne permesso di prendersi la zona dei Monti Sudeti, nell'allora Cecoslovacchia, oggi in Repubblica Ceca.
In seguito, Hitler invase l'intera Cecoslovacchia e la Polonia, facendo scoppiare II Guerra Mondiale.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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giovedì 16 aprile 2015
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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