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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 12 aprile 2015

Roncoferraro ed i catari, gli indizi

Cari amici ed amiche,

contro ogni dubbio sulla presenza dei catari nel territorio di Roncoferraro (Mantova) porto due indizi.
Il primo è la comunità ebraica mantovana.
Infatti, la comunità ebraica mantovana è molto antica ed il suo primo nucleo fu a Barbasso, un luogo in cui vi era un priorato, oggi parrocchia.
L'attuale chiesa di Barbasso (dedicata a San Pietro) risale al 1750.
Prima di essa vi era un edificio gotico e, rivelato dalla presenza di un colonnato presso la canonica, come illustra un articolo scritto da Francesco Molesini su "Civiltà Mantovana".
Prima dell'edificio gotico ve ne fu uno romanico.
Ora, secondo il sito della diocesi di Mantova, il luogo di Barbasso fu il nucleo della prima comunità ebraica mantovana.
Molto probabilmente, il priorato locale ospitò questi ebrei nella zona della Valle dei Signori, una zona umida a ridosso del fiume Mincio.
Questo riporta il sito della Diocesi di Mantova:

"La parrocchia, si estende lungo il tracciato della statale Ostigliese: non c'è un vero "agglomerato" che faccia da centro del paese, in più la distribuzione delle case, crea non pochi problemi agli spostamenti della gente, in particolare, per anziani e ragazzi: l'Ostigliese, altamente praticata, è un pericolo costante e frequenti sono gli incidenti.La parrocchia, pur di modeste proporzioni è ricca di ben quattro campanili: Barbasso, Garolda, Pontemerlano, Quadre. La parrocchiale è Barbasso, le altre sono oratori padronali nei quali saltuariamente si celebra l'Eucaristia.
I confini "parrocchiali" si incuneano ampiamente nelle parrocchie limitrofe. Il territorio interessato dalla parrocchia è stato motivo di studi e polemiche anche recenti per i discussi insediamenti di Etruschi ed Ebrei. Recenti ricerche, avvalorate da documenti e reperti archeologici abbondanti, dimostrerebbero che ci fu la presenza di una comunità ebraica (forse la prima in Lombardia), dedita all'agricoltura; e prima, la presenza (o il "cemitero") di una comunità etrusca.
E' certo che nel 1200, nel luogo dell'attuale chiesa e canonica, era presente una "fraternitas", una comunità di frati, quindi un piccolo convento che prestava servizio in una pieve romanica. I recenti restauri hanno portato alla luce appunto una colonna romanica del 1200 e residui di archi poggianti sulle successive colonne.
L'attuale chiesa parrocchiale è recente; iniziata nel 1750 fu ultimata nel 1830. E' arricchita da un organo che è tra i migliori della diocesi: così diceva e scrisse il compianto M° don Lino Leali ("Gli organi del mantovano" Lino Leali/Damiano Rossi/Guglielmo Ughini).
Il patrono della parrocchia è San Pietro Apostolo: e questo perché nel Medioevo, l'attuale territorio "dipendeva" giuridicamente dalla Cattedrale di Mantova, intitolata appunto a San Pietro. Successivamente fu concesso anche a questa chiesa il diritto al "fonte battesimale", il che significa una certa autonomia.
Ancora oggi, in località Rotadora, esiste un palazzotto, che la gente dice essere stato la residenza estiva del Vescovo di Mantova, il quale venne in possesso di questo territorio per dono di Matilde di Canossa.
".

Il nome stesso "Valle dei Signori" potrebbe derivare dal fatto che essa avesse ospitato dei mercanti.
Il termine "valle" deriva dal latino "vallum" e significa"terrapieno".
L'anno a cui risalirebbe l'insediamento ebraico, secondo le fonti, è il 1145.
Qui c'è la sorpresa: un anno prima si crearono le prime comunità catare in Lombardia, precisamente nella zona di Bagnolo San Vito, la zona che oggi si trova al di là del fiume Mincio, proprio all'altezza di Barbasso.
Questa cosa è riportata dal libro in mio possesso "Europa Misteriosa" (redatto dalla Reader's Digest) e dice anche che i catari erano la borghesia della Provenza, il luogo da cui essi vennero.
Com'è noto, i catari furono una setta medioevale che fu molto radicata nel sud della Francia e che riteneva che Dio avesse creato solo spiriti e che il mondo materiale fosse stato creato dal diavolo, riprendendo dottrina del monaco bulgaro Bogomil (vissuto nel IX secolo AD) che sosteneva che Dio avesse avuto due figli, Satanael e l'Arcangelo Michele.
Satanael si ribellò a Dio e divenne malvagio e fu cacciato dal Paradiso.
Questi creò il mondo materiale e l'uomo ma non riuscì a dargli la vita.
Allora, Satanael chiese aiuto a Dio, il quale soffiò l'alito di vita sul corpo inanimato.
L'uomo prese vita.
Mosso da pietà, Dio decise di salvare l'uomo mandando Michele che entrò in Maria attraverso il suo orecchio destro diventando Gesù Cristo.
Satanael divenne Satana.
Per i bogomili (seguaci di Bogomil), pur privato di gran parte dei suoi poteri, Satana riuscì ugualmente a istituire la Chiesa ortodossa (fino al 1054, con il termine "Chiesa ortodossa" si intendeva indicare sia la Chiesa greco-ortodossa che quella cattolico-romana, essendo state le due Chiese indivise) attribuendole cerimonie, sacramenti e gerarchie clericali. Questa diventò così Chiesa di Satana, alla quale ci si poteva sottrarre solo tramite il rifiuto del mondo materiale.
Così, per i bogomili, il Battesimo con l'acqua (che ricorda il Battesimo di Cristo fatto da San Giovanni Battista) era collegato all'Anticristo.
I bogomili rifiutavano il culto della croce (poiché per essi Dio non poteva accettare il pezzo di legno su cui morì Gesù Cristo), quello delle immagini sacre (ritenute un retaggio dell'idolatria) ed ogni organo ecclesiastico, oltre a rifiutare il Vecchio Testamento (ad eccezione dei Salmi e dei libri dei Profeti) poiché per essi era legato a Satanael.
Per i bogomili, valevano solo i libri del Nuovo Testamento ed i Vangeli apocrifi e gnostici.
Essi rimpiazzarono la liturgia battesimale con l'imposizione delle mani e la loro messa consisteva solo nella recitazione della preghiera del "Padre Nostro", che i bogomili ritenevano fosse l'arma migliore contro Satana.
Essi praticavano ascetismo ed erano anche astemi.
Anche bere vino era per loro vietato.
Essi ritenevano che distribuzione di vino da parte del Cristo alle nozze di Cana fosse considerata una mistificazione e come tale era ignorata.
Non mangiavano carne e rifiutavano persino gli atti sessuali, poiché ritenevano che il coito fosse la prosecuzione dell'opera di Satana.
I bogomili rifiutavano ogni tipo di contatto con la carne: il matrimonio e la procreazione erano rifiutati perché attraverso il coito si perpetrava il mondo materiale di Satana. La loro ripugnanza era tanto forte che avevano l'abitudine di sputare e tapparsi il naso ogni volta che incrociavano un bambino in età da battesimo.
Questa setta si diffuse nella Penisola Balcanica e nel XV secolo molti suoi adepti si convertirono all'Islam, poiché ritennero quella religione più vicina ai loro valori.
Il catarismo riprese le stesse linee del bogomilismo.
I catari si identificarono come i successori del vescovo Novaziano, un vescovo che si rifiutò di prestare conforto ai cristiani perseguitati dall'impero, in nome dell'ascetismo, che rifiutò ogni indulgenza ai cristiani che (perseguitati) sacrificarono di fronte all'immagine dell'imperatore romano e che si elesse antipapa nel 251 AD.
Per i catari il mondo materiale fu creato da Satana.
I catari accettarono il rifiuto della carne (erano vegetariani), quello del sesso e del matrimonio ed erano anche astemi, oltre a rifiutare tutte le pratiche della Chiesa ortodossa (fino al 1054) e di quella cattolico-romana (dal 1054).
Nel 1054 ci fu lo Scisma d'Oriente.
Il catarismo si diffuse nel sud della Francia.
Ora, capiamo com'era la situazione della Francia di allora.
La Francia del nord era legata al feudalesimo di Carlo Magno e vi si parlava il francese.
Il cattolicesimo si radicò profondamente.
La Francia del sud, invece, aveva una forte borghesia al suo interno.
In quella zona si parlavano occitano e provenzale ed il feudalesimo era rifiutato.
Proprio perché il feudalesimo era rifiutato, il catarismo si radicò poiché una buona parte della gente vedeva nella Chiesa cattolica il feudalesimo del nord.
In pratica, il catarismo divenne non solo uno strumento di contestazione nei confronti della Chiesa cattolica (che in quegli anni assunse un grande potere, con tutti gli annessi e connessi negativi) ma come un fattore dell'identità provenzale.
Proprio perché vi era un regime "borghese" , nel sud della Francia crebbero molto anche le comunità ebraiche.
I catari erano divisi in "perfetti" e "credenti".
I "perfetti" praticavano la dottrina in modo integralista, rifiutando (per esempio) il matrimonio.
Essi avevano le funzioni di ministri di culto.
I "credenti" potevano anche essere sposati.
Questi chiamavano il matrimonio "amasia", ossia "amicizia".
Il catarismo si diffuse fortemente tra il 1150 ed il 1250.
Solo con la crociata contro gli Albigesi (altro nome con cui venivano chiamati i catari), una crociata che fu voluta da Papa Innocenzo III e che fu messa in atto tra il 1209 ed il 1229 e con la caduta dell'ultima roccaforte catara di Montségur nel 1244, il catarismo fu estirpato.
Questa crociata fu un genocidio.
Morirono tante persone, catare e cattoliche che fossero.
Ora, parliamo del catarismo qui in Italia.
Il catarismo si diffuse in varie zone del centro-nord, da Treviso a Viterbo.
Questa diffusione più massiccia fu nel XIII secolo..
Nel sud della Francia non vi era un regime rigidamente feudale come nel nord.
Come ho scritto prima, i catari svolgevano attività mercantili, come gli ebrei.
Mentre era non veniva vista di buon occhio la Chiesa cattolica (o almeno la sua gerarchia) perché era legata al feudalesimo del nord.
Persino dei signori cattolici del sud della Francia proteggevano i catari.
Cito come esempio Raimondo Ruggero di Trencavel (1185-10 novembre 1209), il quale fu imprigionato da Simone di Montfort (1165-1218) proprio nella Crociata contro gli Albigesi.
Ora, torniamo a Barbasso.
Com'è noto, la prima comunità ebraica mantovana si creò a Barbasso nel 1145 ed i primi insediamenti catari in Lombardia furono nella zona adiacente di Bagnolo San Vito si crearono un anno prima.
Tanta parte della comunità ebraica mantovana era di origine provenzale, come i catari.
Dunque, catari ed ebrei vennero insieme ed insieme fecero un insediamento in tutta quella zona che oggi è tagliata in due dal fiume Mincio ed è divisa tra i Comuni di Roncoferraro e Bagnolo San Vito ma che all'epoca (con il fiume senza gli argini) era assai meno definibile.
Tutto questo avvenne sotto gli occhi del parroco di Bagnolo San Vito (il campanile romanico della chiesa parrocchiale attesta l'esistenza della parrocchia a partire dal 1035) e del priore di Barbasso, che forse videro nei catari e negli ebrei una risorsa per i commerci nella zona.
Il secondo indizio della presenza dai catari sta nel fiume.
Come ho scritto, il vecchio fiume Mincio ed il vecchio fiume Po erano diversi da quelli attuali.
All'epoca di Matilde di Canossa (1046-1115) Governolo era al di là del Po ed era legato all'abbazia di San Benedetto in Polirone.
Questo era stato riportato da Claudio Quarenghi, cultore di storia mantovana e membro del Cenacolo Mantovano dei Poeti Dialettali Mantovani "Al Fogolèr". 
Questo avalla ancora di più la tesi della presenza dei catari a Roncoferraro.
La presenza dei catari avalla la tesi del rapporto tra Roncoferraro e Pontremoli.
Anche a Pontremoli (Massa Carrara) ci furono i catari.
Per saperne di più, vi invito a leggere un articolo scritto dal Alberto Arecchi sul sito "Liutprand".
Con ogni probabilità, dalla Provenza, i catari passarono per la Liguria e per la Lunigiana e poi risalirono dal Passo della Cisa (che oggi è transitabile attraverso una galleria dell'autostrada A15) e poi arrivarono nella Pianura Padana.
Quindi, non solo i Liguri arrivarono a Roncoferraro da Pontremoli.
Cordiali saluti. 



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".