Bosnia Erzegovina, caravanserraglio di Sarajevo |
l'amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha riportato un intervista di Giacomo Samek Lodovici sul sito di "Cultura Cattolica", intervista che è intitolata "Cristianesimo e Islam"
Dell'intervista (molto lunga e dettagliata) è interessante questa parte:
"Alla luce di quelli che sono i capisaldi della dottrina cattolica da una parte e dell'Islam dall'altra, quali sono le principali differenze tra le due religioni in tema di provenienza della rivelazione, concezione di Dio, concezione della persona e delle relazioni umane e dei rapporti tra stato e religione?Anche qui rispondo riportando la visione prevalente nell'Islam, quindi non l'unica, ma la più diffusa. Per quanto riguarda la natura del Dio coranico egli è un Dio assolutamente staccato dal mondo; invece, il Dio biblico, pur essendo diverso dal mondo, si esprime nella creazione, come il pittore si esprime nel quadro che dipinge, pur non essendo il quadro. Il Dio coranico non ha parentela con il mondo, perciò l'Islam è una forma di nichilismo: giacché Dio è pura positività e il mondo è assolutamente diverso dal Dio, ne segue che il mondo non vale nulla. Viceversa, nel cristianesimo il mondo è buono perché è voluto da Dio. Nella Genesi si dice: "E Dio vide che era cosa buona" [cfr Gn 1].
Dio, nel cristianesimo, assume il volto stupendo dell'amore: la definizione più incisiva del Dio cristiano è quella data da S. Giovanni, secondo cui "Dio è amore" (Gv, I, 4, 8). E la creazione intera è l'esito di un atto d'amore di Dio, perché il mondo non aggiunge nulla a Dio, non serve a Lui, perciò il mondo esiste per un'effusione gratuita e amorosa, l'atto creativo e gratuito di Dio. Al contrario, il Dio coranico è Volontà, una volontà arbitraria che può stravolgere e contraddire lo stesso Corano (per es., Sura II, 100), che può mandare in paradiso i malvagi e mandare all'inferno i buoni (Sura XI, 108-110). Questo Dio-Volontà non ama gli uomini, non chiede il loro amore, ma solo la loro sottomissione. Islam vuol dire appunto "sottomissione" alla Volontà divina, e mussulmano viene da muslim, sottomesso alla volontà divina.
Mentre il Dio cristiano dice "Non vi ho chiamato servi ma amici" [cfr Gv 15,15-16], il Dio coranico vuole dei servi. Il cristiano sta al cospetto di Dio e intrattiene una relazione personale con Lui, può chiamarlo Padre, può interrogarlo, ad esempio, per chiedere ragione della sofferenza, come ho detto prima. Invece il Dio di tutte le altre religioni rimane nella sua beatitudine, e dunque nelle altre religioni la sofferenza degli innocenti è uno scandalo. Il mussulmano non intrattiene una relazione personale con Dio e il nome di padre è esplicitamente escluso per Dio, il mussulmano non sta dinanzi a Dio, bensì gli è sottomesso, e il Dio coranico è causa della stessa sofferenza umana perché ogni evento che accade nel mondo è effetto diretto della Volontà divina.
La fede cristiana è una partecipazione alla conoscenza che Dio ha di sé stesso. È un atto dell'intelligenza che dà il suo assenso alle verità di fede perché ne scorge la ragionevolezza. I dogmi cristiani, cioè, eccedono la possibilità di dimostrazione della ragione, ma non sono contro ragione. e quest'ultima può almeno in parte intuire la loro profonda convenienza (per esempio, basterebbe ricordare le analogie con cui S. Agostino, nel De Trinitate, mostra la ragionevolezza del concetto di Trinità). Invece, la fede mussulmana è soggezione cieca alla volontà arbitraria divina.
Il cristianesimo apprezza la ragione, per cui un cristianesimo autentico promuove la filosofia e la stima profondamente. L'islamismo disprezza la ragione, infatti non ha avuto filosofi: gli unici che si ricordano sono al-Kindi, al-Farabi, Avicenna ed Averroè. Avveroè, per es., è stato un commentatore di Aristotele. Ora, anche San Tommaso ha commentato Aristotele, ma ha altresì elaborato uno straordinario pensiero: Averroè non vale la metà di San Tommaso d'Aquino! E' significativo che, ad un certo punto, la filosofia araba si sia arrestata, come è significativo che il titolo di un testo di al-Gazali (un mistico) sia: "La distruzione della filosofia". L'islamismo disprezza la ragione perché svaluta in generale il mondo.
E per quanto riguarda i rapporti tra legge civile e religiosa?
Per quanto riguarda i rapporti tra legge religiosa e civile, nel cristianesimo esse sono chiamate a collaborare, non sono contrastanti. Però, la legge civile non deve proibire tutto ciò che la legge religiosa proibisce, ad esempio, gli atti di gelosia, di accidia, l'ateismo... perché l'unico compito della legge civile è quello di proibire soltanto ciò che danneggia direttamente il bene comune. Allo stesso modo, sarebbe assurdo se la legge civile imponesse come obbligatori tutti gli atti virtuosi perché, per essenza, la virtù è frutto di una scelta libera dell'uomo e una virtù forzata non ha senso. Nell'islamismo, invece, le due leggi coincidono. La violazione della legge civile è anche violazione della legge religiosa. Per questo principio, qualsiasi violazione della legge religiosa rende suscettibile ciascuno di essere punito dall'autorità civile. Mentre nel cristianesimo le autorità religiose sono distinte da quelle civili: "Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" [Mt 22,21-22], l'islamismo è una sorta di religione civile, religione di un popolo, di una nazione che è quanto di più contrario al cristianesimo, che non si lascia irretire nei confini angusti di un popolo ma è una religione universale. Da questo punto di vista, i cristiani non sono nemmeno cittadini del mondo ma dell'universo.
Ancora, per quanto riguarda la dignità della persona, nel cristianesimo gli uomini sono tutti uguali, tutti ugualmente figli di Dio. "Non più giudeo, né greco, né schiavo, né libero" come dice San Paolo nella Lettera ai Galati. Nell'Islam c'è una radicale discriminazione, perché, da una parte, sono posti i credenti, dall'altra i non credenti. Nel cristianesimo c'è uguaglianza di dignità tra l'uomo e la donna per cui, quando non mi indigno, mi viene da ridere quando si accusa il cristianesimo di essere maschilista, per esempio perché le donne non vengono ammesse al sacerdozio! Infatti, nel cristianesimo, la creatura più sublime di tutto l'universo è una donna: la Vergine Maria. Nell'Islam, come noto, l'uomo è nettamente superiore alla donna: può avere più mogli, può tranquillamente commettere adulterio, mentre, se la donna commette adulterio, viene lapidata. C'è un versetto del Corano che recita: "Le donne sono un campo da arare".
Ringrazio il fantastico Angelo.
Sono sostanzialmente d'accordo.
Il giornalista Magdi Cristiano Allam (ex musulmano) ha detto una cosa più o meno simile.
Egli (che in quanto ex musulmano fattosi poi cristiano conosce l'Islam) ha detto che per noi Cristiani Dio si fece uomo in Gesù Cristo.
Per i musulmani, invece, Dio si fece carta nel Corano.
Questo proviene proprio dal fatto che nella visione cristiana, come in quella giudaica (da cui il Cristianesimo discende direttamente), Dio non è "un qualcosa di staccato dal mondo".
Dio agisce direttamente nel mondo.
Il mondo è la Sua più forte manifestazione, poiché Egli creò il mondo
Dio ama l'uomo poiché Egli è il Padre del genere umano.
Egli ama l'uomo a tal punto da lasciarlo libero di credere in Lui o di non credere.
Egli ama l'uomo a tal punto da farsi crocifiggere nel Suo Unico Figlio Gesù Cristo per il riscatto di tutta l'umanità.
Nell'Islam, invece, Dio è completamente staccato dal mondo.
Per l'Islam, Dio creò il mondo ma esso non conta nulla.
L'Islam considera come unica vera manifestazione di Dio il Corano e per questo il musulmano crede di sottomettersi a Dio attraverso un'applicazione alla lettera del Corano.
Oltre a ciò, non si può non parlare del Catechismo.
Per esempio, il Cristianesimo cattolico poggia sul Catechismo della Chiesa cattolica.
Il Catechismo della Chiesa cattolica è sì legato alla Bibbia ma esso fu redatto da santi e dottori della Chiesa che avevano una propria cultura personale, una propria filosofia ed un proprio pensiero.
Inoltre, il Cristianesimo ha una Chiesa stabile che gestisce la materia dottrinale.
Nell'Islam, invece, non c'è una Chiesa stabile.
Questo fa sì che da una parte il musulmano si sottometta al Corano (poiché altro riferimento non ha) e dall'altra che egli interpreti il Corano, mettendo l'accento su alcuni suoi aspetti piuttosto che su altri.
Oltre a ciò, nell'Islam vi è la distinzione tra fedeli (i musulmani) ed infedeli.
Tra questi ultimi vi sono gli ebrei e vi siamo noi cristiani.
Per il musulmano, vi è l'obbligo di convertire gli infedeli, poiché il Corano dice anche questo.
Da qui nasce il fondamentalismo islamico.
C'è chi dice che l'Islam sia sempre stato più tollerante verso Ebraismo e Cristianesimo.
Ora, la realtà è un attimino diversa.
Per i musulmani, gli ebrei e noi cristiani seguiamo due religioni rivelate.
Tuttavia, per l'impostazione culturale dei musulmani, gli ebrei e noi siamo in errore.
Questo comporta che nei Paesi islamici chi segue l'Ebraismo o il Cristianesimo sia considerato "dhimmi", ossia "protetto".
Questa "protezione" (però) comporta una perdita di libertà.
Basti pensare all'obbligo di pagare i tributi.
Questo è chiaramente un tentativo assai più subdolo della jihad di spingere i "dhimmi" a convertirsi all'Islam.
Spero che si sia capita la questione.
Cordiali saluti.
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