l'amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha segnalato un articolo scritto in francese che è intitolato "Chrétiens d'Orient: "L'Occident a du sang sur les mains..."".
Angelo mi ha segnalato anche questo articolo scritto da Nicola Bux su "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolato "Mai più guerra? La soluzione non è il pacifismo!":
"I missili di Hamas su Israele, le bombe su Gaza, i combattimenti in Siria, la persecuzione dei cristiani a Mosul, gli incendi e i saccheggi in Libia. La guerra, le violenze e gli eccidi paiono dominare parti sempre più grandi del nostro mondo. E una domanda: perché?
Dinanzi alla realtà delle guerre e allo stupore per il fatto che vi siano, la Sacra Scrittura rivela che la guerra è una conseguenza del peccato originale. Imparai al catechismo che la separazione dell'uomo da Dio e la sua ribellione, avvenuta in origine, è la causa prima delle infermità, dei dolori, delle fatiche e, soprattutto, della morte del corpo; come, pure, causa dell'ignoranza, della malizia, della debolezza e della concupiscenza dell'anima. L'intelligenza rimase offuscata, in modo che con difficoltà riconosce il vero, con facilità cade nell'errore e s'indirizza più alle cose temporali che alle cose eterne.
La volontà rimase indebolita e inclinata verso il male: con gravissima difficoltà supera il vizio e pratica la virtù; anzi, spesso si sente trascinata verso il peccato, anche quando la ragione comprende chiaramente che è male. In tanto sconvolgimento di tutta la natura umana, che cosa diventò la vita dell'uomo sulla terra? Ignoranza, povertà, malattie, guerre, fame e vizi di ogni genere furono il retaggio della misera umanità attraverso i secoli. Tutte conseguenze del peccato originale, o come lo si voglia chiamare, che, per alcuni teologi, è una favola; eppure, basta aprire il libro dell'Apocalisse, dove la guerra, la morte e la fame sono raffigurate come cavalli che percorrono la storia (cfr 6,1-8), finché non arriva, sul cavallo bianco, il vincitore, Gesù.
Dinanzi all'agitarsi continuo di ecclesiastici, dai sommi ai minimi, nell'invocare la pace,l'uomo della strada chiede: si può evitare o far cessare la guerra? I cattolici dovrebbero rispondere: solo con la conversione del cuore a Dio e il riconoscimento della redenzione operata da Gesù Cristo. Allora non costruiremo la pace? Sì, ma a partire dall'annuncio di Colui che ne è il principe e la pietra angolare, senza il quale l'edificio non sta in piedi. Altrimenti, s'addice a noi, il monito del profeta Geremia: «dal profeta al sacerdote tutti compiono azioni menzognere. Guariscono la ferita del mio popolo alla leggera, dicendo: “Pace, pace!”. Ma pace non c'è. Avrebbero dovuto vergognarsi di aver fatto cose abominevoli, ma non si vergognano affatto, né sanno arrossire...» (8,10-12). Infatti, come possiamo pretendere di avere la pace, se, con l'aborto, abbiamo portato la guerra fin nel grembo materno? Gesù non ha degnato di attenzione le tante guerre nell'impero romano, perché non si fermava agli effetti – la guerra è tale – ma additava e rimuoveva la causa: la lontananza da Dio, l'immoralità, il peccato. Per questo non ha mai detto che non vi saranno guerre, né ha istruito i suoi al pacifismo. Cosa ha fatto? Risponde Eliot nei Cori della Rocca: ha fatto il Cristianesimo. Questo è il rimedio.
Benedetto XVI ha spiegato che Gesù è venuto a riaffermare l’adorazione di Dio: il primo comandamento mosaico «Io sono il Signore Dio tuo” si compie nell’ “Io Sono” del Figlio di Dio. La missione del Vangelo è l’adorazione di Dio, non la soluzione dei problemi sociali, tra cui la guerra: “ma che cosa ha portato Gesù veramente, se non ha portato la pace nel mondo, il benessere per tutti, un mondo migliore? Che cosa ha portato? La risposta è molto semplice: Dio. Ha a portato Dio» (Gesù di Nazaret, I, p 67).
Così Gesù ha cambiato il mondo non solo una volta per tutte, ma lo cambia ogni volta che incontra il mondo intimo dell’uomo. Perciò Egli ha promesso di essere con noi fino alla fine del mondo. Non potrebbero i cattolici evangelizzare questo? L'effetto sarà più lento, ma più duraturo, mettendo la premesse della vera pace: la conversione del cuore. Per conseguire la pace, Gesù non ha chiesto agli Apostoli di costituire una “comunità ecumenica mista”, come faceva il gesuita scomparso in Siria (cosa che i musulmani considerano apostasia dalla loro religione), ma di fare la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. A noi cattolici non è consentito di andare oltre questo mandato, presumeremmo di essere più grandi di Gesù Cristo. Dunque: "Il grande problema, posto davanti al mondo resta immutato – come disse Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Vaticano II – o sono con Cristo e con la Chiesa sua oppure sono senza di Lui, o contro di Lui, e deliberatamente contro la sua Chiesa".
Ringrazio Angelo, un ottimo collaboratore e grande amico mio e di questo blog.
Il pacifismo è di per sé ignavia.
L'ignavia è quell'atteggiamento in cui non si prende posizione.
L'Occidente sta facendo esattamente questo: non prendere posizione.
I cristiani a Mosul vengono perseguitati e Israele viene minacciato da Hamas.
L'Occidente non fa nulla.
In "nome della pace" non si prende una posizione forte contro i terroristi, che sono la vera minaccia della pace.
Addirittura, ci si attacca all'enciclica "Pacem in Terris" (l'Enciclica scritta da San Giovanni XXIII) e ai discorsi di San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco.
Però, il Cristianesimo non è questo.
Grandi santi (come San Tommaso d'Aquino) parlavano della guerra.
Anche il professore Plinio Correa de Oliveira parlava di militarismo.
Ovviamente, si era sempre parlato di "guerra giusta", ossia di quelle guerre che servono per riparare situazioni ancora più gravi,
Invece, in questo Occidente si parla di "pace" ma questa "pace", in realtà, è un cedimento di fronte ai terroristi.
Con questo non voglio certo "annullare" l'enciclica "Pacem in Terris" o i discorsi degli ultimi pontefici.
Il concetto di pace può sussistere solo se c'è la sicurezza.
La pace potrà esserci solo se i popoli vivono nella sicurezza.
L'Occidente oggi deve avere sulla coscienza tante cose.
Deve avere sulla coscienza gli Israeliani uccisi da Hamas come i cristiani che patiscono a Mosul e in tutto il mondo islamico, oltre a quello che sta accadendo nelle sue terre.
Basti pensare alle tensioni che ci sono in Svezia (con i musulmani) o a quanto sta accadendo qui in Italia, con gli immigrati clandestini.
Anche gli Stati Uniti d'America stanno contribuendo al degrado dell'Occidente, a causa di un presidente (Barack Hussein Obama) che sta avendo una politica troppo morbida proprio con quei terroristi che dovrebbe combattere.
L'Occidente si sta suicidando.
L'Occidente non ha difeso Israele, garanzia per i cristiani di Gerusalemme, e se n'è fregato dei cristiani d'Oriente.
Pagherà tutto ciò a caro prezzo.
Termino, segnalandovi gli insulti ricevuti dal mio amico Morris Sonnino.
Eccovi alcune "perle":
"Vergognati gente come te in carcere dovrebbe stare non libera di sfogare il proprio odio le proprie induzione e minacce su Facebook. Ma va lavorare e vergognati che razza di educazione ti hanno insegnato ???
Mazza che schiifo di pagina che hai....ma da quando siete diventati nazisti ??? Godete pure della morte di donne e bambini....!! L'olocausto non vi ha insegnato niente...capaci solo a piangervi addosso........esaltati del cazzo.....speriamo che la tua amata Israele si sbagli e ti infili un missile in culo !!!!!
We all hate Israel, the animals, the brutes, mischievous and especially the sick Benjamin Netanyahu the American fetus. I Promise All Israelis, I Promise God will help Palestine and God will help Palestine I am 100% sure God will help."
Mi scuso per le espressioni volgari ma ho voluto fare vedere quanto becerume c'è in giro.
Sono solidale con Morris, una persona buona e sempre pronta ad aiutare il suo prossimo.
Morris merita il massimo del rispetto.
Chi ha scritto queste ingiurie contro di lui fa schifo!
Chi ha scritto queste ingiurie contro di lui fa schifo!
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento