l'Italia è fanalino di coda in Europa per ciò che riguarda la ricerca scientifica.
Solo l' 1,27% del PIL (Prodotto Interno Lordo) è investito in ricerca scientifica.
Paesi come Germania, Francia o Regno Unito investono più del doppio.
Ora, ci sono anche delle eccellenze nella ricerca scientifica italiana.
Per esempio, l'Università di Bologna sostiene un progetto di arricchimenti di antocianine (che sono degli antiossidanti naturali presenti nei frutti rossi), beta glucani (i maggiori componenti della frazione solubile delle fibre alimentari, che combattono il colesterolo) e gli acidi grassi omega 3 (che mantengono integre le membrane cellulari) di alimenti che non hanno questi principi.
Inoltre, gli investimenti pubblici ci sono.
Mancano, invece, gli investimenti da parte di soggetti privati.
Ergo, non si fa impresa.
Questo è un grave problema.
Riguardo agli investimenti privati, vale la solita storia: c'è troppa burocrazia, ci sono troppe tasse e c'è una giustizia che non va, oltre a non esserci un sistema infrastrutturale efficiente.
Inoltre, deve cambiare anche l'istruzione, che ad oggi è incentrata troppo sulle materie umanistiche.
La ricerca scientifica genera sviluppo.
Cordiali saluti.
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