Leggete questo articolo scritto su "La Nuova Bussola Quotidiana" dall'amica Irene Bertoglio che, riprendendo parte del suo libro "Intervista ai maestri", ha esposto quanto detto dal compianto scrittore Mario Palmaro.
Di questo articolo è interessante la parte che recita:
"Su quali convinzioni si fonda il vostro impegno?
Amo la Chiesa, amo il Papa. Vorrei essere capace di dare la vita per quello che Santa Caterina chiamava "il dolce Cristo in terra". Sono un cattolico, e dunque la mia esistenza è confortata da una visione soprannaturale e dalla presenza costante di Gesù, che mi sta vicino anche quando io mi dimentico di Lui. Alla fine della nostra vita Dio ci giudicherà, e dunque è bene abituarsi a orientare ogni nostra decisione in questa prospettiva, anche se non è facile. I novissimi dovrebbero essere il pane quotidiano del cattolico, anche se tendiamo a dimenticarcelo. E pensare che la vita scorre via velocissima, e in un attimo saremo davanti a Lui. Mi sforzo di ricordarmi che siamo in questo mondo per compiere ogni giorno la volontà di Dio e sperare così di salvare la nostra anima, sapendo che spesso siamo molto inadeguati, e che siamo costantemente tentati di tradire Gesù, di agire come Pietro la notte del suo arresto, e di dire, per convenienza, «io non lo conosco». Siamo peccatori, e dunque, traditori. Ma siamo anche continuamente perdonati, e nella Chiesa troviamo i mezzi, i sacramenti per ricominciare ogni volta, senza scoraggiarci. Il centro di tutto è la Santa Messa. E poi la confessione. Il perdono di Dio abbraccia ogni peccatore, anche la donna che ha abortito, anche il medico che ha dato l’eutanasia, anche un pro life pigro che non fa tutto quello che dovrebbe. Penso che la vita sia una cosa molto seria, spesso drammatica, ma sempre meravigliosa e insieme misteriosa, cioè avvolta da un significato che la supera. In questo cammino difficile, abbiamo ogni giorno l’arma della preghiera e la presenza materna della Madonna. La visione cristiana riempie di senso la vita, e rende pienamente comprensibile l’uomo all’uomo. Ogni nascituro è immagine di Dio, creato intenzionalmente per un destino di eternità. Detto tutto questo, è giusto però ricordare che l’impegno per la difesa della vita, e contro ogni legge ingiusta, ha solide motivazioni razionali, che sono potenzialmente comprensibili da ogni uomo, anche da chi cattolico non è. Gandhi, Pier Paolo Pasolini, Norberto Bobbio non ebbero alcuna difficoltà a riconoscere nell’aborto un delitto, una forma di uccisione dell’innocente. La ragione, prima della fede, condanna la cultura della morte. Di conseguenza, abbiamo deciso all’unanimità e senza esitazioni che Verità e Vita nascesse come associazione aconfessionale. Volevamo evitare ogni clericalismo, e fino ad ora mi pare che ci siamo riusciti molto bene.
Chi sono i tuoi personali “maestri"?
Innanzitutto i miei genitori. In modo speciale mio padre, che adesso è in cielo. Devo a lui la mia formazione umana e cristiana, oltre che, ovviamente, a tutta la mia famiglia. Ancora oggi, quando cerco di capire qual è la cosa giusta da fare, mi chiedo: "Papà che cosa mi direbbe?". Poi ricordo i tanti sacerdoti che ho incontrato e che mi hanno voluto bene. La persona più speciale della mia vita è mia moglie Annamaria, che è per me un maestro paziente ma anche molto intransigente, che mi corregge quando tendo a rammollirmi e a fuggire qualche buona battaglia. Contrariamente a quello che pensano molti lettori, e anche qualche detrattore, io non sono uno spirito polemico, e amo la vita tranquilla. Sono come uno hobbit che resterebbe volentieri nella contea, trascinato nella lotta dalla necessità e dagli eventi. Dunque, Annamaria è un ottimo trainer, che mi incoraggia e mi sta vicino nei momenti difficili. Ma – cosa ancora più importante - mia moglie si dedica totalmente alla famiglia: nonostante una laurea in lettere classiche, buone prospettive di insegnamento e di ricerca, fa la mamma e la moglie a tempo pieno, vivendo ogni giorno con i nostri quattro figli, che per nostra scelta non frequentano l’asilo e vanno a scuola solo la mattina. Per me questo è ogni giorno uno spettacolo che ha del miracoloso. Vorrei che gli applausi alle conferenze e i complimenti dei lettori se li prendesse Annamaria, non io. Poi c’è Sandro, cioè Alessandro Gnocchi, al quale mi lega ormai un’amicizia fraterna, e con il quale scrivo ininterrottamente dal 1999. La nostra intesa è assoluta. Sandro per me è un modello di fede, un esempio per come prega e per come vive la Messa di San Pio V. Come molti sanno, un mio maestro di vita è Giovannino Guareschi: un grandissimo scrittore, un cattolico serio, e anche un grande italiano, pronto a pagare con coraggio il prezzo della sua insopprimibile voglia di verità. Tra gli scrittori metto anche G.K. Chesterton, SMITH, Alessandro Manzoni, Eugenio Corti. I miei film preferiti sono nell’ordine La vita è meravigliosa di Frank Capra, L’uomo che uccise Liberty Valance di John Ford e The Passion di Mel Gibson. I miei santi preferiti sono Giuseppe, Pietro, Paolo, Tommaso d’Aquino, Pio IX, Pio X ed Escrivà de Balaguer.".
Ringrazio Irene, per la quale ho stima.
La vita di Palmaro ci insegna che tutti noi dobbiamo avere dei "maestri".Tutti noi dobbiamo avere dei riferimenti positivi da cui possiamo trarre ispirazione ed imparare le cose.
Il Maestro (uso la "M" maiuscola) è Gesù Cristo.
Noi cristiani dobbiamo assomigliare a Gesù Cristo, che è il nostro riferimento principale.
I santi citati da Palmaro non ebbero come modello Gesù Cristo?
Anche gli altri personaggi citati da Palmaro (come lo scrittore Gilbert Keith Chesterton) ebbero come modello Gesù.
Chi si professa cattolico, deve mettere al centro la tradizione della Chiesa.
Non si può dire di essere cattolici e poi rifiutarsi di andare a messa.
Nella messa, la Santa Messa, si incontra Gesù Cristo.
Non si può dire di essere cattolici e poi rifiutare il dettato della Chiesa.
Non è un ragionamento coerente.
Non si può dire di essere cattolici ed attaccare sistematicamente il Papa, i vescovi ed i preti.
La Chiesa è il Mistico Corpo di Cristo.
Il Papa è il Suo Vicario sulla Terra.
Il cattolico deve difendere la vita.
Dio diede la vita agli uomini e nessuno ha il diritto di toglierla.
Dio diede la vita agli uomini perché essi ne facessero qualcosa di buono e di bello.
E' un po' come la parabola dei talenti (Vangelo secondo San Matteo, capitolo 25, versetti 14-30) di cui parlò Gesù Cristo.
Dio ci diede la vita perché essa portasse molto frutto.
Vedendo quanto accade oggi, si vede che non si è ancora capito il messaggio.
Le famiglie si sfasciano e la vita viene calpestata.
Si calpestano persino i valori più elementari, come l'amicizia.
L'umanità ha ancora molto da imparare.
Basta che lo voglia.
Forse, questo può essere il senso dell'intervista a Palmaro.
Forse, questo può essere il senso dell'intervista a Palmaro.
Cordiali saluti.
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