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lunedì 10 marzo 2014

I dialetti dell'Emilia Romagna e la storia



Cari amici ed amiche.




Visto che si vuole parlare della storia dei dialetti, vi parlo di quella del dialetto emiliano-romagnolo.Il dialetto emiliano-romagnolo è fondamentalmente diviso in due, quello emiliano e quello romagnolo.

Infatti, l'Emilia Romagna è divisa in due subregioni, l'Emilia e la Romagna.

L'Emilia comprende le Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e l'ovest della Provincia di Bologna, precisamente la parte ad ovest del torrente Sillaro, un torrente che scorre presso Castel San Pietro Terme.

Il resto della Provincia di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini costituiscono la Romagna.

Già nel 2000 BC quella zona conobbe gli insediamenti umani, con i Liguri.

Poi, ci furono gli Etruschi, con la "civiltà villanoviana" e ci furono Celti ed Umbri (IX-VIII secolo BC) e in seguito vennero i Romani.

In Romagna, con sconfitta dei Senoni (295 BC) i Romani si insediarono mentre si impossessarono dell'Emilia nel III BC.

In Emilia, nel 187 BC, Marco Emilio Lepido fece costruire una via che collegava Mediolanum (Milano) ad Ariminium (Rimini), la Via Emilia, che diede il nome alla regione.

Nel V e nel VI secolo AD si avvicendarono gli Eruli, gli Ostrogoti ed i Bizantini.

Nel 568 AD arrivarono i Longobardi.

Qui, l'Emilia e la Romagna si divisero.

L'Emilia cadde in mano ai Longobardi mentre la Romagna rimase ai Bizantini, che avevano stabilito l'Esarcato di Pentapoli.

Da qui venne il termine "Romagna", che derivò da "Romandiola", ossia "Terra dei Romani".

Anche se greci, i Bizantini si sentivano (a ragione) Romani, poiché Costantinopoli era erede dell'Impero Romano.

L'Esarcato cadde nel 751 AD. Il re longobardo Astolfo attaccò l'Esarcato e il Papa chiamò i il re dei Franchi Pipino che lo diede al Papato.

Qui ci fu la spaccatura del dialetto di quella zona.

Mentre il dialetto emiliano assunse connotazioni longobarde, quello romagnolo (pur restando un dialetto gallo-italico) venne influenzato dal greco-bizantino.

Tutta questa stratificazione di popoli e questa spaccatura diede ai due dialetti delle connotazioni particolari.

Per esempio, nel dialetto romagnolo cadono le atone.

Questo elemento è retaggio dei franchi.

Così, le parole latine che sono trisillabe o quadrisillabe sono ridotte al monosillabi.

Un esempio, il termine "ginocchio" deriva dal latino "genuculus".

In romagnolo si dice znòc.

L'influsso gotico, bizantino e franco moltiplicò le vocali sul piano fonetico.

Anche nell'emiliano vi sono peculiarità.

Il dialetto piacentino e quello parmigiano è influenzato dal francese.

Nel XVIII e nel XIX secolo, la cultura francese in quelle zone fu presente.

Nella parte sud delle Province di Parma e Piacenza vi sono inflessioni liguri.

Per esempio, nel dialetto parlato a Bobbio (Piacenza) le "l" sono mutate in "r", come nel ligure.

Riguardo al dialetto mantovano vi è un'incognita.

Secondo il "Saggio sui dialetti gallo-italici" che fu scritto dal professor Bernardino Biondelli nel 1853, il dialetto mantovano farebbe parte dei dialetti emiliani.

Per l'esperto del Cenacolo dei poeti dialettali mantovani "Al Fogolèr", Claudio Quarenghi, il mantovano è un dialetto lombardo ed il professor Biondelli avrebbe commesso l'errore di avere tenuto conto solo dei dialetti parlati a sud del Po, come quello di Moglia e di Pegognaga.

Io penso che la verità sia nel mezzo: il dialetto mantovano è un dialetto lombardo con una forte influenza emiliana.

Del resto, il dialetto mantovano non è omogeneo.

Per esempio, il nome della cittadina di Castel d'Ario viene pronunciato "Casteldari", nel dialetto mantovano di città.

Qui a Roncoferraro, però, viene pronunciato "Castlàr".

I dialetti emiliano e romagnolo non sono parlati solo nell'Emilia e nella Romagna.

In Lunigiana (la zona della Toscana in cui si trova Pontremoli) e nella Provincia di Massa Carrara si parla emiliano.

Nei tre Comuni della Romagna toscana che sono rimasti in Toscana (Palazzuolo sul Senio, Firenzuola e Marradi) si parla romagnolo.

Nella Repubblica di San Marino e in Provincia di Pesaro-Urbino si parla romagnolo ed elementi romagnoli sono presenti anche nel dialetto di Senigallia, in Provincia di Ancona.

Forse, il dialetto emiliano e quello romagnolo sono un po' una "cerniera" tra le parlate del nord Italia, di quel nord un po' mitteleuropeo, e quelle dell'Italia centrale, come le parlate toscane, quelle umbre e quelle marchigiane.

Termino con una mia poesia "maccheronica" con parole romagnole:

VERBA ROMANDIOLAE
Fuit sì gvèra vel di dominio canciari...

sì 'ntra Aistulfus et l'Esarca...

et imperial vélla...cvêl fuit Ravêna...

d'unu verbu vinni capitali...qui fuit da lu turrenti Sillaro...

a ubi fuit Mons Domini, lu Monti du Signuri, Monte Domini,

come 'n Firenzuòla sì 'n Palazôl...

et di Nova Roma verba si purtaunu l'omini!




PAROLE DI ROMAGNA

Fu così guerra o di dominio cangiar...

così intra Astolfo e l'Esarca...

e l' imperiale villa quale fu Ravenna...

d'un verbo capitale venne...che fu dal torrente Sillaro...

a donde fu Mons Domini, il Monte del Signore, Monte Domini...

come in Firenzuola e in Palazzuolo...

e di Nuova Roma le parole si portarono gli uomini!

Cordiali saluti

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