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giovedì 6 marzo 2014

Complimenti, Federico Ferrero!

Cari amici ed amiche.

La terza edizione del talent show culinario "Masterchef" è stata vinta da Federico Francesco Ferrero, un medico di 38 anni di Torino.
Lo sfidante era Almo Bibolotti, albergatore di Bari, coetaneo di Federico.
Si sono scontrate due filosofie culinarie, quella raffinata e complessa di Federico e quella più tradizionale (con qualche raffinatezza) di Almo.
La finale ha rispecchiato quelli che erano stati i percorsi dei due finalisti.
Almo era partito in sordina e poi era esploso, facendo piatti belli da vedere e buoni da mangiare ma sempre legati alla tradizione, mentre Federico faceva piatti creativi ed era capace di fare grandi exploit ma quando eccedeva con la creatività commetteva errori grossolani.
Così era stata la finale.
Nella gara tra i primi piatti, Almo è stato superiore.
Egli aveva cucinato una fregola sarda in un guazzetto di frutti di mare.
Anche se il brodo era un po' grasso e se la fregola non era risottata, il piatto era riuscito.
Al contrario, il piatto di Federico era slegato.
Esso era un consommé con fagiolina del Lago Trasimeno, gamberi rossi di Oneglia all'aglio rosso.
Poi, però, è uscito Federico.
Il suo polpo all'orientale aveva spopolato.
Il secondo di Almo, un petto d'anatra con salsa di ciliegie e foie gras era stato giudicato buono ma la fetta di foie gras era troppo grossa per il piatto ed il petto d'anatra era stato impiattato nel modo sbagliato.
Nel dessert Federico ha stravinto, con la sia composta di limoni di Amalfi con crema al limone.
Il dessert di Almo, un budino di fragole al pepe di Sichuan, non è riuscito.
Così, ha vinto Federico, un dottore che, come dice lui stesso, ha avuto tante soddisfazioni ma nessuna cosa che lo ha reso realmente felice.
Ora, egli ha coronato il suo sogno.
Sul format della trasmissione, vorrei fare una considerazione.
Forse, rispetto alle due edizioni precedenti, quest'anno Masterchef ha fatto un po' meno show ed un po' più cultura.
Per esempio, cito lo chef Carlo Cracco che spiegava al maturo concorrente Alberto Perboni (quello delle "paperine") la storia delle polpette, che venivano fatte con il bollito.
Cito anche lo chef Bruno Barbieri che (da buon bolognese) parlava della storia dei tortellini e per questo non ha fatto entrare nello show una giovane concorrente che non sapeva la ricetta di questo piatto e che, anzi, lo aveva anche denigrato.
Cito la prova in esterna a Napoli, con il tradizionale fritto napoletano, un classico street food partenopeo.
Molto bella è stata la puntata con l'ospite americano Graham Elliott (e giudice di "Masterchef-USA") che ha proposto dei piatti della tradizione americana, in cui, per esempio, si usa il mais.
Il culmine, però, è stato raggiunto nella prova in esterna nell'Università degli Studi e delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in Provincia di Cuneo.
Qui bisognava conoscere le materie prime.
Questo format di "Masterchef" è perfettamente riuscito, coniugando lo show con la cultura.
Questo riqualifica "Masterchef", che qualche radical chic denigra.
Il cibo è cultura e questo format di "Masterchef" ha puntato molto su questo aspetto.
Cordiali saluti.



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