Cari amici ed amiche.
Cinque anni fa avevo scritto questa poesia:
"Le anime de l'ipogeo di Roma
Sì veemente et sì vieta, in scovrire, nova,
in vomire contumelie et iùbere,
s'ode di Sissinio, de le labbra sì l'aprire, come la piova:
"Fili de le pute traite!
Gosmari, Albertel traite!
Falite dereto colo palo Carvoncelle!"
Et sì, Clemente, maior et pio pastor romano,
orrevole per la terrena ara et tra sancti,
riprova, ubi fuit il mitreo, da la terra,
sì beata de la basilica, levò, co'l primo:
"Duritiam cordis vestris...
saxa terrae meruistis".
Su le mura, ubi in scribere gobbo tale et truce.,
come ne 'l teatro et su l'Ara Pacis et a l'Osteria...
coll'Esedra, la Calcara et Porticus Minucia Frumentaria,
sì come l'acqua, serbare s'usò, al Colle Oppio,
ne la Domus Aurea, non funerea certo, ibi in Roma,
ché come etterna mane, fuit la sepoltura,
a noi, di lochi tali, verbo proferire puonno,
come in Sancta Caterina de la Rosa, sì le anime."
Ora, le frasi che sono virgolettate nella poesia provengono da un posto particolare.
Le frasi che recitano: "Fili de le pute traite" Gosmari, Albertel traite! Falite dereto colo palo Carvoncelle!", tradotte in italiano significano: "Figli di puttana tirate! Gosmario, Albertello tirate! Andate diritto con il palo (la colonna) Carboncello!".
Queste frasi furono urlate da un tale Sissinio, il prefetto vissuto nel I secolo AD.
Questi era arrabbiato perché la moglie Teodora si convertì al Cristianesimo.
Egli, allora, la seguì con alcuni suoi soldati.
Avendola sorpresa nell'atto di frequentare la Messa celebrata da Clemente, volle farla arrestare.
La leggenda dice che Dio l'abbia accecato e che sia rimasto cieco fino al suo ritorno a casa.
Sissinio urlò queste frasi agli schiavi che stavano trascinando una colonna.
La frase che recita: "Duritiam cordis vestris saxa traere meruistis!" significa: "Per la durezza del vostro cuore, meritate di tirare sassi!".
Questa frase potrebbe essere stata detta da San Clemente I Papa (morto nel 97 AD).
Il luogo in questione è la Basilica di San Clemente.
Questa chiesa barocca si trova a Roma, nella zona del rione Monti, sulla direttrice che unisce il Colosseo al Laterano.
Ora, questa chiesa ha un grande tesoro.
Essa custodisce le ossa di San Clemente I Papa e quelle di San Cirillo (826-869 AD), il santo che evangelizzò gli Slavi.
Sotto la chiesa, però, vi è un tesoro ancora più grande.
Vi è la cripta di San Clemente, una stanza di stile paleocristiano.
Questa cripta era la vecchia chiesa, che era stata dissotterrata dal priore Mullooly (1858), il capo della Provincia irlandese dei frati dell'Ordine Domenicano, frati che ancora oggi reggono la basilica.
La vecchia chiesa risale all'epoca dell'imperatore Costantino I (IV secolo AD).
Sotto la cripta vi sono altre stanze, tra cui quella che reca le scritte di cui ho parlato prima.
Visto il linguaggio usato, queste iscrizioni potrebbero risalire al Medio Evo e potrebbero essere state trasmesse da tradizioni più antiche.
In queste frasi si nota già l'embrione del dialetto romanesco.
Sotto questa stanza, però, vi sono altri locali.
Il più interessante è il Mitreo.
Qui si celebrava il culto di Mitra, una divinità che, per molti versi, era analoga a Gesù.
Anzi, Mitra fu un rivale di Gesù Cristo.
Tra l'altro, alcune simbologie cristiane erano simili a quelle del culto di Mitra e, tra l'altro, gli adepti di questo culto celebravano il Sol Invictus nel giorno 25 dicembre, giorno che fu istituzionalizzato dall'imperatore Aureliano (214-275).
L'esempio della Basilica di San Clemente dimostra che Roma crebbe su sé stessa.
Andare nei suoi ipogei significa ripercorrere la sua storia a ritroso.
Se volete sapere qualcosa di più, visitate il sito http://www.basilicasanclemente.com/italiano/index.html.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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