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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 3 agosto 2012

La morte di San Giovanni Battista, commento alle letture liturgiche

Cari amici ed amiche.

Sul sito "La Parola", troverete i testi che saranno letti nelle Sante Messe di questa sera e di domani.
In particolare, vi invito a riflettere sul brano del Vangelo secondo Matteo (capitolo 14, versetti 1-12):

" In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Parola del Signore.".

I discepoli di San Giovanni Battista videro in Gesù il loro profeta risorto.
Infatti, vi era chi credeva che il Messia fosse San Giovanni Battista.
In realtà, lo stesso San Giovanni disse che non era lui il Messia, quando gli vennero poste delle domande a riguardo.
Leggete questo brano del Vangelo secondo Giovanni (capitolo 1, versetti 1-51):

"[1] In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

[2] Egli era in principio presso Dio:

[3] tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.

[4] In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;

[5] la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.

[6] Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.

[7] Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.

[8] Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.

[9] Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
[10] Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.

[11] Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.

[12] A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome,

[13] i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

[14] E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

[15] Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".

[16] Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.

[17] Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

[18] Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

[19] E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?".
 [20] Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo".

[21] Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?". Rispose: "No".

[22] Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?".

[23] Rispose:

[24] Essi erano stati mandati da parte dei farisei.

[25] Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?".

[26] Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,

[27] uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo".

[28] Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
 [29] Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!

[30] Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.

[31] Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele".

[32] Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.

[33] Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.

[34] E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio".

[35] Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli

[36] e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".

[37] E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

[38] Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?".

[39] Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

[40] Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.

[41] Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)"

[42] e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)".

[43] Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi".

[44] Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.

[45] Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret".

[46] Natanaèle esclamò: "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi".

[47] Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità".

[48] Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico".

[49] Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!".

[50] Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!".
[51] Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". ".









Il testo proviene dal sito della Santa Sede
Ora, Giovanni ebbe però un ruolo importante.
Egli fu il precursore di Gesù, colui che lo annunciò ed invitò Israele alla purificazione, attraverso il Battesimo.
Proprio per questo, egli finì in prigione da Erode.
Erode, che tra l'altro non era di origini ebraiche ma nabatee, fu legato a doppio filo con il potere romano.
Nella concezione dell'Antico Israele, il Messia era anche re.
Quindi, Erode vide una minaccia per il suo potere e così fece arrestare Giovanni.
Questi, però, non ebbe paura di dire ad Erode il suo grave misfatto, ossia la sua relazione con Erodiade, la moglie di suo fratello Filippo.
Erode ebbe  sentimenti contrastanti verso Giovanni.
Da una parte lo ammirava, per il suo coraggio nel dire le cose e per la sua sapienza.
Forse, in un certo senso, Erode temeva Giovanni, per la sua conoscenza della verità e per il consenso che egli aveva tra le folle.
Dall'altra parte, Erode non poteva sopportare Giovanni, perché vedeva in egli un disturbo di quella sua pace fasulla in quel matrimonio fasullo e perverso.
Che Erode fosse stato un uomo debole e preda dei suoi peggiori istinti, fu cosa nota.
Proprio la morte di Giovanni fu la dimostrazione di ciò.
Durante la festa di compleanno di Erode, la figlia di Erodiade iniziò a ballare in modo sensuale davanti a lui.
Questi, per ringraziarla, le promise di di darle ciò che ella avrebbe chiesto ed ella chiese la testa di San Giovanni Battista.
Lui dovette concederle ciò.
Questa storia dimostra che ogni uomo può scegliere liberamente il suo destino.
San Giovanni Battista scelse di morire come uomo giusto agli occhi del signore e libero.
Erode, invece, finì di vivere come uomo schiavo dei suoi peggiori istinti.
Cordiali saluti. 






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Ringrazio un caro amico di questa foto.