Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Tommaso De Filippo che è intitolato "Da dove viene l’ostilità di molti giovani alla libertà economica".
Ne riporto questo stralcio:
Così, con l’avallo molte volte inconsapevole delle famiglie nasce la retorica per cui chi riesce ad ottenere di più grazie alle proprie qualità non è un meritevole ma un privilegiato, da condannare come un fomentatore di disuguaglianze e squilibri sociali. Un cortocircuito ideologico verso cui non bisogna chinarsi ma sviluppare una risposta definita ed efficace, onde evitare di crescere generazioni fallite già in partenza".
Purtroppo, molti giovani sono inclini al socialismo perché essi sono stati educati nell'ideologia socialista.
Molti insegnanti delle scuole superiori e delle università sono figli della cultura sessantottina.
Questo è frutto del fabianesimo, ossia di quella corrente culturale e politica la quale vuole imporre il socialismo con metodi legali.
Questo è quello che sta accadendo.
La scuola e l'università sono occupate da insegnanti di tendenza socialista.
I giovani sono educati secondo le idee socialiste.
Dunque, molti giovani seguono quelle idee che vengono inculcate.
Una parte di questi giovani sceglierà la carriera dell'insegnamento.
Così il socialismo si propaga tra i giovani.
Ora, questa situazione è paradossale.
Molti dei giovani di oggi sono cresciuti nel consumismo, un prodotto del capitalismo.
Eppure, essi disprezzano quest'ultimo.
Vi è una visione schizofrenica.
Questi giovani apprezzano i prodotti del capitalismo ma disprezzano quest'ultimo.
Essi apprezzano idealmente il socialismo, il quale è presentato come un'ideologia di eguaglianza, senza portare una reale conoscenza di ciò che quella ideologia fece nella storia.
Per i motivi prima citati tanti giovani apprezzano il socialismo, il quale è accompagnato da un certo analfabetismo funzionale.
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