Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Federico Punzi che è intitolato "Draghi non più indispensabile, al via le grandi manovre per “Ursula” e Lega al bivio".
Ne riporto questo stralcio:
Dal punto di vista del Pd, l’istituzione principale del sistema politico, il Quirinale, grazie alla quale ha potuto governare per 9 degli ultimi 10 anni nonostante consensi in calo dal 25 al 18 per cento, è stata messa in sicurezza per altri 7 anni.
Certo, ci sarebbero un altro paio di questioni da sistemare per blindare ancora di più il quadro politico in vista delle elezioni del 2023. Per esempio, una legge elettorale interamente proporzionale, di cui guarda caso si è cominciato a parlare un minuto dopo la rielezione di Mattarella e la spaccatura tra i partiti di centrodestra sul voto. Il proporzionale puro sarebbe la pietra tombale sul centrodestra e sancirebbe il definitivo superamento del bipolarismo (anche del simulacro che abbiamo oggi). Ciascuno correrebbe per conto suo, la coalizione di governo si formerebbe dopo il voto, non prima. Significherebbe di fatto precostituire la futura maggioranza di governo, a prescindere dall’esito politico del voto: una coalizione “Ursula”, già molto probabile a sistema vigente, di cui il Pd sarebbe il perno, con ciò che resta dei 5 Stelle da una parte e Renzi, centristi e Forza Italia dall’altra. Resterebbero fuori, in una nuova conventio ad excludendum, le forze di non indiscussa fede europeista".
La democrazia in Italia è morta perché non c'è più il centrodestra in Parlamento.
Oramai, Forza Italia ed i centristi hanno dimostrato di abbandonato la tradizione del liberal-conservatorismo per il centrismo.
Forza Italia non è più un partito di centrodestra.
Questo è il dato di fatto.
Oramai, le cose sono chiare.
Il "modello Ursula" che si sta vedendo nella Commissione Europea si sta replicando anche qui in Italia.
A questo punto, si sta profilando uno scenario di questo tipo: nel 2013 ci saranno le elezioni politiche.
Oramai, si sta andando verso il sistema proporzionale e le alleanze si faranno in Parlamento e dopo lo elezioni.
Si voterà anche in quattro regioni, Lombardia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Molise.
Noi potremo vedere il Partito Democratico governare in Lombardia dopo il 1995.
Dunque, avremo la democrazia bloccata.
A questo punto, la Lega sarà di fronte ad un bivio.
Matteo Salvini dovrà prendere una decisione: o sceglierà di aderire al centrodestra e ricucirà lo strappo con Giorgia Meloni o sceglierà di stare nella coalizione di Governo con il Partito Democratico.
In un modo o nell'altro, la scelta potrebbe costare a Salvini la perdita di una parte del suo partito.
Se scegliesse il centrodestra Salvini perderebbe Giancarlo Giorgetti ed i suoi e se scegliesse la compagine di Governo perderebbe la parte che fa riferimento all'onorevole Claudio Borgi Aquilini e al senatore Alberto Bagnai.
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