Un articolo di Stefano Magni su "Atlantico Quotidiano" riporta esaustivamente quella che è la situazione della crisi in Ucraina. Nel 2016, si accusavano il premier britannico Boris Johnson e l'allora presidente americano Donald Trump di essere filo-russi.
Basta ricordare i titoli dei giornali del 2016, quelli che affermavano che dietro alla Brexit e all'elezione di Trump ci fossero stati i russi.
Ora, la storia dice una cosa diversa.
Ad essere filo-russi sono proprio i partiti di sinistra di Paesi europeisti come il Partito Socialdemocratico Tedesco, i quali hanno degli interessi con Mosca.
Inoltre, sono proprio gli attuali partiti di sinistra europei che impediscono alla Lettonia di mandare i suoi soldati in Ucraina per tutelare anche sé stessa.
Ricordo che il Partito Socialdemocratico Tedesco entrerà nel consiglio di amministrazione di Gazprom, l'azienda del gas della Russia, la quale è legata al presidente Vladimir Putin.
Il discorso analogo si può fare per tutti i partiti europeisti, anche non di sinistra.
Quanto all'attuale presidente americano Joe Biden, si nota la sua pusillanimità.
L'ambasciata americana a Shulavka ha diramato questo comunicato:
"Non viaggiate in Ucraina a causa delle aumentate minacce di azioni militari russe. Coloro che si trovano in Ucraina, devono partire ora con mezzi commerciali o privati. Se restano, esercitino maggiore prudenza a causa della criminalità, dei disordini civili e di potenziali operazioni di combattimento, nel caso la Russia intraprenda l’azione militare".
Biden ha fatto sapere che non manderà aerei a riportare in patria gli americani che si trovano in Ucraina.
Si era accusato tanto il suo predecessore Trump di essere stato un guerrafondaio ma la realtà di oggi smentisce tale tesi.
Con Biden alla Casa Bianca il mondo è diventato meno sicuro e si rischia veramente una guerra.
L'Ucraina è oggi una polveriera.
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