Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Gianluca Spera che è intitolato "Sfascio culturale, sistemi simil-cinesi, leadership logore: i sintomi del declino dell’Occidente".
Ne riporto questo stralcio:
In questo sfascio intellettuale si è abbattuta l’onda pandemica proveniente dall’Asia spazzando via i residui anticorpi e producendo danni macroscopici. Abbiamo conosciuto il confinamento domiciliare, il divieto di oltrepassare il perimetro del proprio comune, il coprifuoco, la delazione, il lasciapassare. Tutta roba incompatibile con i diritti costituzionali ma metabolizzata fin dal primo momento dalla maggioranza della popolazione. D’altronde, la paura è un’arma potente capace di incarognire l’essere umano e polarizzare lo scontro. Adesso, dopo due anni vissuti pericolosamente, alla ricerca spasmodica del capro espiatorio di turno, non deve meravigliare che tutto il blocco occidentale si sia trovato spiazzato, oltre che in una posizione di assoluta debolezza, davanti alle mire espansionistiche del Cremlino. Era già successo in estate durante il precipitoso e rovinoso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan che ha riportato in auge i talebani e connotato in maniera assai negativa le prime fasi dell’amministrazione Biden".
Qui in Occidente ci si straccia le vesti per quello che sta facendo il presidente russo Vladimir Putin.
Sia chiaro, io non faccio apologia di Putin.
Anzi, io sono contro la politica di Putin e trovo disdicevole il fatto che egli abbia invaso l'Ucraina.
Però, anche la nostra democrazia è in crisi.
La pandemia ha contribuito non poco a logorare la nostra democrazia.
Si è usata la paura per incarognire le persone e polarizzare lo scontro.
Si è creata la ricerca del capro espiatorio, dell'untore.
Si esalta la Cina, la quale è vista come il "modello vincente" contro la pandemia.
Tutto questo sta avvenendo a causa di leader deboli con i forti (i cinesi) e forti con deboli (i cittadini dei Paesi che amministrano) e di scarsa cultura.
Basta guardare il presidente americano Joe Biden e qualche politico del nostro Paese che ricopre qualche carica importante.
Personaggi simili sono esempi di analfabetismo funzionale.
I diritti individuali (che sono cardini della democrazia occidentale) sono messi da parte in nome del "diritto alla salute".
Così, si fa strada il collettivismo.
Biasimiamo tanto Putin, che non è un personaggio difendibile, ma forse dovremmo guardare anche noi stessi.
La Russia di Putin non è una democrazia e si sa.
La nostra realtà, invece, sta diventando qualcosa di molto lontano dalla democrazia ma molti di noi non si sono ancora resi conto di ciò.
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