Sul giornale "Controverso Quotidiano", vi è un articolo intitolato "Spaemann: “L’utopia multiculturale dell’Europa è pericolosa”".
Amico di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) Robert Spaemann è stato uno dei massimi filosofi tedeschi.
Egli è scomparso ieri. Aveva 91 anni.
Riporto questo stralcio dell'articolo:
"Il futuro dell’Europa dev’essere liberale nel senso migliore del termine, ovvero garante di discussioni pubbliche appassionate, libere da ogni minaccia di violenza e di coercizione (…) Siamo in un vicolo cieco. La minaccia maggiore per il futuro dell’Europa non sono né l’avventurismo russo né l’immigrazione musulmana. L’Europa vera è a rischio a causa della stretta asfissiante che l’Europa falsa esercita sulla nostra capacità d’immaginare prospettive. I nostri Paesi e la cultura che condividiamo vengono svuotati da illusioni e autoinganni su ciò che l’Europa è e deve essere. Noi c’impegniamo dunque a resistere a questa minaccia diretta contro il nostro futuro. Noi difenderemo, sosterremmo e promuoveremo l’Europa vera, l’Europa a cui in verità noi tutti apparteniamo (…) Dobbiamo essere franchi ancora una volta: le società europee si stanno sfilacciando malamente. Se non apriremo gli occhi, assisteremo a un uso sempre maggiore del potere statalista, dell’ingegneria sociale e dell’indottrinamento culturale (…) I padrini dell’Europa falsa sono stregati dalle superstizioni del progresso inevitabile. Credono che la Storia stia dalla loro parte, e questa fede li rende altezzosi e sprezzanti, incapaci di riconoscere i difetti del mondo post-nazionale e post-culturale che stanno costruendo. Per di più, ignorano quali siano le fonti vere del decoro autenticamente umano cui peraltro tengono caramente essi stessi, proprio come vi teniamo noi. Ignorano, anzi ripudiano le radici cristiane dell’Europa. Allo stesso tempo, fanno molta attenzione a non offendere i musulmani, immaginando che questi ne abbracceranno con gioia la mentalità laicista e multiculturalista. Affogata nel pregiudizio, nella superstizione e nell’ignoranza, oltre che accecata dalle prospettive vane e autogratificanti di un futuro utopistico, per riflesso condizionato l’Europa falsa soffoca il dissenso".
Mi trovo d'accordo con queste parole.
Mi viene in mente un Paese come gli Stati Uniti d'America, che è un Paese laico ed accogliente ma che nel contempo non ha paura di nominare pubblicamente Dio, di celebrare le sue feste, di mostrare i suoi simboli e di esaltare la sua storia.
Mi viene in mente anche un Paese come Israele, un Paese che ha ribadito di essere uno "Stato ebraico", un Paese che pur essendo accogliente ed aperto non ha paura di mostrare la sua storia e di essere attaccato alle sua radici.
Pur essendo aperto agli altri, tanto da fare allestire gli alberi di Natale accanto ai candelieri dell'Hanukkah, il popolo israeliano è fedele alla sua storia.
Questa Europa, invece, vive nell'illusione di potere integrare gli altri, coloro che vengono a vivere in essa, con il laicismo.
Queste élite europee pensano di potere fare sì che gli altri si integrino rinnegando la storia del nostro continente.
In realtà, non solo coloro che vengono qui non si integrano ma diventano ancora più integralisti nei loro costumi.
Vedete, quello di avere un'identità è un bisogno fondamentale per ogni uomo e per ogni società.
Ora, tra una società senza identità e l'identità del proprio Paese d'origine, gli immigrati qui in Europa scelgono la seconda.
Questo aumenta il fondamentalismo islamico.
Mi viene in mente la storia.
Nel 476 AD cadde l'Impero Romano d'Occidente, sotto i colpi delle invasioni barbariche.
Eppure, grazie ad una Chiesa forte e ad una cultura consolidata, i barbari appresero molte cose dalla popolazione romana sopraffatta.
Per esempio, le popolazioni germaniche iniziarono a scrivere con l'alfabeto latino.
La lingua anglosassone iniziò ad essere permeata dal latino, diventando l'inglese che noi oggi conosciamo.
Laddove i Romani furono maggioritari, i barbari dovettero iniziare a parlare lingua latina.
Inoltre, essi appresero l'arte e le scienze.
Dunque, una cultura forte riesce a mantenere viva l'identità di una società, anche dopo un'invasione.
Al contrario, una cultura debole viene sopraffatta da chi invade.
Purtroppo, questa Europa ha scelto una cultura debole.
Oggi, se ne stanno vedendo gli effetti.
Le opere di Spaemann ci ricordano questo.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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