Mi scuso con lui.
Nel "contratto di governo" tra Movimento 5 Stelle e Lega si parla anche di un tema a me caro: quello degli italiani all'estero.
Il tema mi è sempre stato caro, sia perché ho parenti residenti fuori dall'Italia, sia perché il mio interessamento per la politica iniziò anche riguardo agli italiani residenti all'estero, sia perché la mia socia in questo blog, Stephanie Caracciolo, risiede all'estero, precisamente nella città uruguayana di Salto.
Con Stephanie, tra l'altro, ho instaurato un'amicizia quasi fraterna e non ho più solo contatti virtuali.
Si può dire, serenamente, che i rapporti che ho Stephanie abbiano oramai i crismi di un'amicizia reale.
Comunque, questo "contratto" di governo prevede anche delle misure per gli italiani all'estero.
Il Movimento Associativo degli Italiani all'Estero (MAIE) darà la fiducia a questo governo presieduto da Giuseppe Conte.
Proprio "Italia chiama Italia" riporta queste parole del "contratto" tra Movimento 5 Stelle e Lega:
"Per quanto riguarda gli italiani residenti all’estero – si legge -, è necessario valorizzare il loro patrimonio di esperienze e conoscenze per il sostegno del Made in Italy e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Occorre inoltre riformare le procedure di voto per la circoscrizione estero e degli organi di rappresentanza del consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE e COMITES) per renderli più efficaci, trasparenti e meno soggetti a potenziali distorsioni del voto”.
Mi trovo d'accordo con queste parole.
Il voto estero deve essere riformato.
Servono maggiore efficacia e trasparenza, che si potrebbero ottenere abolendo il voto per posta e facendo votare i nostri concittadini emigrati all'estero in seggi volanti istituiti in loco.
Inoltre, è molto importante la promozione della lingua italiana, come anche di tutto il background culturale dei nostri connazionali emigrati.
Questo background culturale ha influenzato molti Paesi.
Penso, ad esempio, all'Uruguay, con cui (per ovvie ragioni) ho molti contatti diretti.
L'Uruguay ha una fortissima "connotazione italiana".
Ricordo che il 44% degli uruguayani ha radici italiane.
Quello dell'Uruguay potrebbe essere un argomento che tratterò su "La Civetta", la rivista dell'Associazione Culturale "Pensiero e Tradizione" di Mantova, con cui collaboro.
Un discorso molto simile si può fare anche per l'Argentina, che (cosa che avevo scoperto nel 2011) era il Paese della madrina di mia madre, che era emigrata da Galati Mamertino, in Provincia di Messina.
Mia madre è di lì.
Penso anche agli Stati Uniti d'America.
Ricordo che Antonin Scalia (1936-2016) è stato uno dei più grandi giudici della Corte Suprema.
Ricordo anche che l'attuale segretario di Stato americano è un certo Mike Pompeo.
Dunque, l'Italia ha un grande dovere verso gli italiani emigrati all'estero.
L'auspicio è che si abbia cura verso di loro e che le promesse fatte siano mantenute.
Il MAIE dell'onorevole Ricardo Merlo si faccia onore nel fare sì che queste promesse siano mantenute.
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