Oggi, il centrodestra si è riunito a Palazzo Grazioli, la casa romana del presidente Silvio Berlusconi, per decidere cosa si dirà alle consultazioni che ci saranno domani al Quirinale.
Un editoriale del direttore de "Il Giornale", Alessandro Sallusti, ne parla.
Questo è un piccolo stralcio:
"Gli ultimi sondaggi dicono che il Centrodestra unito ha sfondato quota 40 per cento a scapito di Cinquestelle e sinistra che perdono consensi.
Tutto ciò è una grande responsibilità per i tre leader che domani si presenteranno da Mattarella per l'ultimo, decisivo incontro prima che il presidente della Repubblica decida in che modo risolvere la crisi post-elettorale.
Stasera Berlusconi, Salvini e Meloni si vedranno per mettere a punto la strategia e, inutile negarlo, le tensioni non mancano. Matteo Salvini fino ad ora ha resistito alle sirene dei Cinquestelle che lo hanno tentato in tutti i modi di lasciare la coalizione e avventurarsi solitario su strade a nostro avviso senza sbocco, cioè fare da stampella a un governo Di Maio. L'unità, come dimostrano i sondaggi, ha pagato ma ora arriva lo scoglio più ostico, quello del Quirinale, perché Mattarella è in grande difficoltà. Non riuscire a dare un nuovo governo al Paese è per certi versi anche una sua sconfitta, ma ognuno ha i suoi problemi e sarebbe folle che il Centrodestra sacrificasse l'unità e la sua storia per risolvere quelli del Colle, come avvenne all'epoca di Scalfaro, che convinse Bossi a lasciare Berlusconi e a traslocare con la sinistra.".
Se il centrodestra si dividesse sarebbe molto grave.
Infatti, la divisione del centrodestra porterebbe ad una grave carenza nella nostra democrazia.
Provate ad immaginare cosa accadrebbe se il centrodestra si dividesse.
Vi sarebbero la Lega e Fratelli d'Italia. Non sarebbe automatica un'alleanza tra questi due partiti senza Forza Italia.
Dal canto suo, senza più gli alleati del centrodestra, Forza Italia rischierebbe di dividersi, tra coloro che vorrebbero andare con la Lega e coloro che vorrebbero fare il "Partito della Nazione" con il Partito Democratico.
Nella situazione attuale del partito, tanti al suo interno potrebbero essere tentati a scegliere altri lidi.
Ci sarebbe la "fiera del trasformismo" e molti elettori potrebbero non avere più un partito da votare.
Tanti elettori non andrebbero più a votare.
Divisi, i partiti del centrodestra sarebbero irrilevanti.
Il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, lo sa bene.
Egli vuole solo la Lega perché con il centrodestra unito il Movimento 5 Stelle non avrebbe la maggioranza relativa nell'ipotetico governo che si formerebbe.
Questo è un dato di fatto.
Inoltre, se il centrodestra si dividesse ci sarebbe il tradimento del voto espresso dagli elettori il 4 marzo scorso.
I tradimenti si pagano, con le sconfitte alle elezioni successive.
Anche questo è un dato di fatto.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Sono d'accordo con quello che scrive il direttore Sallusti, molto meno su quello che prevedi tu circa una debacle finale di Forza Italia: io penso che la debacle sarebbe della LEGA perchè tanti ex forzisti tornerebbero indietro: i traditori di Forza Italia si sono sempre trovati male, vedi Fini e Alfano, manca solo il terzo
RispondiEliminaIn Molise, Forza Italia ha preso più voti della Lega ma in Friuli-Venezia Giulia le cose sono andate in maniera decisamente diversa.
RispondiEliminaForza Italia ha perso tanti voti.
Il motivo è stato semplice. Penso (ad esempio) alla scarsa organizzazione sul territorio.
I referenti del partito dovrebbero stare di più sul territorio e meno nelle segreterie.
Inoltre, ricordo anche degli errori che sono stati fatti nelle candidature.
Penso al caso di Nunzia De Girolamo che non è stata candidata nella sua regione, la Campania, ma in Emilia-Romagna.
Questa mossa, per esempio, ha fatto perdere voti al partito in Campania.
Sia chiaro, in questo caso, la colpa non è stata di Berlusconi ma del coordinamento locale.
Certi errori si pagano.