Tulliani è accusato di riciclaggio con il "re delle slot machine" Francesco Corallo ed anche la sorella Elisabetta ed il cognato Gianfranco Fini rischiano il processo.
Tulliani è noto per la vicenda della casa di Montecarlo, che ha inguaiato Fini.
Da sette mesi, Tulliani era latitante.
Ora, come riporta "Il Giornale", c'è il rischio che l'iter per l'estradizione di Tulliani possa essere più complicato di quanto si possa immaginare.
E l'imbarazzo cresce perché gli Emirati la loro parte l'hanno svolta e hanno concluso l'iter. L'Italia invece è alle prese con lo scivolosissimo tema della pena di morte. "Di fatto - taglia corto il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri - nella prima formulazione dell'accordo non era stata considerata la delicatissima questione". Eppure sembrava fatta.
A settembre 2015 il ministro Andrea Orlando vola ad Abu Dhabi e firma il pre accordo. I latitanti italiani, tutti alla luce del sole, cominciano a tremare.
Ma le procedure s'incagliano. "Nei mesi successivi - spiega al Giornale il deputato del Partito Democratico Davide Mattiello che sul punto ha presentato più di un'interrogazione - l'Italia ha recepito una direttiva della Ue che impone il massimo rigore sulla pena di morte. Questo vuol dire che l'Italia, qualora debba estradare una persona che laggiù rischia la pena capitale, può pretendere in forma scritta la commutazione in una pena detentiva".
Ora, come riporta "Il Giornale", c'è il rischio che l'iter per l'estradizione di Tulliani possa essere più complicato di quanto si possa immaginare.
E l'imbarazzo cresce perché gli Emirati la loro parte l'hanno svolta e hanno concluso l'iter. L'Italia invece è alle prese con lo scivolosissimo tema della pena di morte. "Di fatto - taglia corto il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri - nella prima formulazione dell'accordo non era stata considerata la delicatissima questione". Eppure sembrava fatta.
A settembre 2015 il ministro Andrea Orlando vola ad Abu Dhabi e firma il pre accordo. I latitanti italiani, tutti alla luce del sole, cominciano a tremare.
Ma le procedure s'incagliano. "Nei mesi successivi - spiega al Giornale il deputato del Partito Democratico Davide Mattiello che sul punto ha presentato più di un'interrogazione - l'Italia ha recepito una direttiva della Ue che impone il massimo rigore sulla pena di morte. Questo vuol dire che l'Italia, qualora debba estradare una persona che laggiù rischia la pena capitale, può pretendere in forma scritta la commutazione in una pena detentiva".
Questo è un altro guasto di questo governo.
Certo, l'assenza di un trattato non vuole dire che le autorità degli Emirati Arabi Uniti non possano rimandare qui in Italia Tulliani.
Però, senza un trattato tutto è più difficile.
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