Con il suo bacino di 74.000 Kmq, la sua lunghezza di 652 Km ed i suoi 141 affluenti, il Po è il maggiore fiume d'Italia.
Nel secolo scorso, la sua portata media è stata di 1.522 mc/s.
Oggi, essa è di 1398 mc/s.
Purtroppo, il grande fiume non vive un grande momento.
Il suo letto si è abbassato di 5 metri rispetto ad alcuni decenni fa (poiché porta meno detriti) e questo crea problemi nelle canalizzazioni intorno al fiume.
Gli ambienti di riproduzione dei pesci sono oramai in secca.
Intorno a questo fiume vivono 16 milioni di persone, divise in quattro regioni, che sono il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l'Emilia-Romagna.
Tra queste quattro regioni non vi è armonizzazione nella gestione del fiume e questo crea nuovi problemi che si aggiungono a quelli esistenti.
Prendiamo (per esempio) l'inquinamento.
Il carico ambientale e di inquinamento corrisponde a quello di 100 milioni di persone, a causa delle attività agricole ed industriali.
Il prelievo agricolo dal fiume è di 19 miliardi di mc l'anno ed è raddoppiato negli ultimi 30 anni.
In più, quest'anno, ci si è messa una forte siccità.
Nel bilancio dell'Agenzia Interregionale del Po (AIPO) sono previsti lavori per 260 milioni di Euro.
La stima complessiva degli interventi per la prevenzione idrogeologica è di circa 4 miliardi di Euro.
Si riuscirà a fare qualcosa?
Forse, noi dovremmo imparare da Stati come Israele (che, per esempio, ha costruito grandi impianti di dissalazione dell'acqua del mare) per potere salvaguardare il Grande Fiume, che è un nostro patrimonio.
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