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martedì 14 novembre 2017

Caso Monte dei Paschi di Siena. Nota di Vito Schepisi




Questa è la nota di Vito Schepisi riguardo all'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Mps, sette domande per sette segreti":

"Per Monte Paschi di Siena tutto parte da lontano. Parte da quando in Italia si è consentito che i partiti governassero le banche e che le gestioni ed i controlli fossero addomesticati da equilibri e connivenze politiche.
Parte da quando nel sistema bancario, alle funzioni del servizio d’intermediazione finanziaria per sostenere le imprese, i risparmi e l'economia del Paese, si è affiancato, se non sostituito, il sistema della gestione del potere economico-finanziario legato alle aree ed agli interessi speculativi sul territorio.
Il controllo è così passato dalle economicità e dalle compatibilità del sistema bancario a quello dell'interesse dei partiti e dei capobastone dei collegi elettorali.
Il Monte dei Maschi di Siena, poi, è stata la Banca di riferimento non solo del PD (prima si chiamava PCI), ma di tutta la sinistra italiana. Sul Monte dei Paschi di Siena si è retto buona parte del dominio politico della fascia territoriale rossa dell'Italia.
Ogni analisi che prescinda da tutta questa realtà sarebbe falsa, ipocrita ed elusiva.
Il crac vero e proprio però parte da momenti e situazioni più vicine. Parte da quando il MPS dopo aver rinunciato all'acquisto dell'Antonveneta qualche mese prima a condizioni di mercato di gran lunga più favorevoli, per ragioni che si sospetta composte dall’interesse politico assieme ad altri interessi per ora mai pubblicamente rivelati (Con l'Antonveneta ed i suoi mille sportelli si intendeva scardinare la presenza politica della Lega in Veneto), il MPS compra la Banca veneta ad un prezzo spropositato, del tutto fuori mercato, coprendosi di debiti. Il danno si è rilevato notevole e le manovre della dirigenza della banca per nascondere i conti e per procurarsi le risorse finanziarie per far fronte agli impegni si è mostrato illecito e scellerato.
La classe politica ed il governo - a cominciare da Monti nel 2012 con una copertura obbligazionaria (Monti Bond) di circa 4 miliardi, guarda caso coincidente con i ricavi della reintroduzione dell'IMU sulla prima casa - hanno solo continuato a coprire le voragini e le responsabilità politiche. Anche la magistratura, come si è visto con il recente riemergere della cronaca sul presunto suicidio del responsabile delle comunicazioni David Rossi, non ha fatto luce sulla storia del crac e sulle responsabilità politiche e amministrative della gestione della banca senese.
Eppure il 2 febbraio del 2013 la Stampa di Torino scriveva: "A leggere l’informativa del Nucleo Valutario della Finanza, la sensazione è quella di trovarsi nel Monte dei Paschi di fronte a una associazione a delinquere. Una banda che era riuscita a pianificare la truffa, l’imbroglio, il gioco delle tre carte".
La storia italiana, quando sarà matura la coscienza civile di questo nostro disgraziato Paese, se mai avverrà, riferendosi alla questione del Monte Paschi di Siena, non potrà che scrivere della prima truffa colossale del terzo millennio.
Si sono volatilizzati ben 17 miliardi di Euro ed alle domande dei magistrati l'amministratore della Banca dell'epoca, Mussari, ha risposto di non ricordare come si siano svolti i fatti, né tutti i segnali, le valutazioni e le informative che se ben valutate avrebbero scoraggiato l'acquisto
".


Ringrazio l'amico Vito.
Di certo, questa commistione tra banche e partiti ha contribuito a portarci a perdere fiducia nel sistema bancario.
Quando i cittadini (e con essi le imprese) perdono fiducia nel sistema bancario, il guaio è sempre dietro l'angolo.
Il capo della Banca Monte Paschi di Siena è uno dei più clamorosi.
Sappiamo tutti del rapporto tra quella banca ed una certa area politica.
Questo ha portato a fare diventare la banca dall'essere un organo a servizio del cittadino ad essere un organo che di fatto si è comportato come la longa manus di quell'area politica.
Gli effetti si stanno vedendo.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.