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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 12 ottobre 2017

Il messaggio politico nella Sala dei Giganti

La mia stanza preferita del Palazzo Te di Mantova è la Sala dei Giganti.
Non è una grande stanza però è ricca di particolari.
In origine, essa non ebbe finestre e fu illuminata dal caminetto e da candele.
Il suo pavimento era in terra battuta.
L'idea dell'architetto Giulio Romano (1499-1° novembre 1546) fu quella di ricreare l'ambiente di una caverna, la cui acustica era data dalla forma a volta del soffitto.
Il rumore del fuoco del camino, con l'acustica doveva accompagnare le scene narrate dagli affreschi.
Proprio gli affreschi hanno un messaggio ed ancora oggi noi possiamo leggerlo.
Negli affreschi è rappresentata la storia di Giove che distrusse i Giganti.
Si tratta della Gigantomachia di Ovidio.
Ebbene, questa storia ebbe una funzione di propaganda politica.
Com'è noto, il committente della sala, come di tutto il Palazzo Te, fu il marchese Federico II Gonzaga (17 maggio 1500-28 giugno 1540).
Ora, nel 1530, l'imperatore Carlo V (24 febbraio 1500-21 settembre 1558) lo elevò al titolo di duca.
Guarda caso, la Sala dei Giganti fu fatta tra il 1532 ed il 1535.
Questa sala fu fatta proprio per celebrare l'imperatore Carlo V.
Ora, al centro della volta sono raffigurati Giove e sua moglie Giunone.
Giove è raffigurato nell'atto di scagliare i fulmini e Giunone glieli passa.
Giove e Giunone rappresentano rispettivamente il Sacro Romano Impero e la Chiesa.
La Chiesa fu minacciata dalla Riforma e questa vicenda potrebbe essere rappresentata dalla storia del gigante Porfirione che tentò prima di uccidere e poi di stuprare la dea.
La corte di Giove rappresenta l'insieme dei principi cattolici.
Giove e Giunone combattono contro i Giganti, che sono raffigurati sulle pareti.
I Giganti tentarono di scalzare Giove dal suo trono e per questo furono puniti.
I Giganti dell'affresco dovevano rappresentare i principi protestanti tedeschi, i quali fecero la Lega di Smalcalda contro l'imperatore il 27 febbraio 1531.

Questa lega non attaccò mai direttamente l'imperatore ma operò facendo espellere i vescovi e principi cattolici dalla Germania del Nord, provocando una rottura de facto con l'imperatore.
Il messaggio che fu messo in questi affreschi è ancora oggi evidente: i principi che si misero contro l'imperatore dovevano essere puniti.
Così fu.
Il 24 aprile 1547, dopo una serie di vittorie, i protestanti furono sconfitti dall'esercito imperiale a Muhlberg.
Certo, nonostante la vittoria, Carlo V non riuscì a ripristinare il cattolicesimo nella Germania del Nord.
Anzi, l'opposizione dei principi tedeschi protestanti e la minaccia turca, costrinse l'imperatore a firmare la Pace di Augusta (25 settembre 1555) che di fatto riconobbe la Chiesa luterana ed introdusse il principio del "cuius regio, eius religio", il principio secondo cui un principe poteva scegliere la religione da professare mentre i sudditi erano costretti ad abbracciare la fede del principe o ad emigrare.
Però, l'opera pittorica fu fatta come un'apologia della politica imperiale.  Ancora oggi, questa cosa si nota.  Una dimostrazione di ciò potrebbe essere anche il fatto che molti dei Giganti siano biondi.
Negli affreschi vi è un altro particolare.
Le figure sono disposte a spirale, partendo dal centro della volta ed arrivando alla base dei muri.
Giulio Romano potrebbe avere usato la sezione aurea di Fibonacci.
Quindi, oltre all'arte e alla politica, potrebbe esserci anche la scienza nella Sala dei Giganti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.