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sabato 1 luglio 2017

Musica e Riforma protestante

Ringrazio l'amico Aurelio della segnalazione del sito "Quinte parallele" e in particolare dell'articolo che parla del rapporto tra musica e protestantesimo.
Premetto una cosa. Da cattolico, ritengo che Martin Lutero, nonostante le buone intenzioni, fece degli errori.
Le buone intenzioni non bastano a fare il bene.
Il rapporto storico tra Riforma protestante e musica fu complesso.
Il 31 ottobre 1517, Martin Lutero (1483-1546) affisse alla porta della Schlosskirche (chiesa del castello) di Wittemberg le sue 95 tesi, con cui innescò la Riforma protestante.
Da lì, la preoccupazione dei luterani fu quella di modificare la liturgia, abbandonando il latino.
Lutero, però, fu sempre affascinato anche dalla musica.
Quello che egli non sopportava della musica liturgica cattolica fu il fatto che a cantare fossero il celebrante, gli assistenti ed il coro, con le note dell'organo.
I fedeli non dovevano prenderne parte, ma (semplicemente) dovevano limitarsi ad ascoltare. La musica vocale sacra (pensiamo per esempio alla Missa Pange Lingua, scritta da Josquin intorno al 1515), oltretutto, era ritenuta dispersivamente elaborata, il che (stando a ciò che si pensava in quel momento) non aiutava alla comprensione del testo cantato. Testo che, come ulteriore fattore di separazione e ostacolo, era dall’inizio alla fine della liturgia in latino, lingua probabilmente poco familiare ai comuni abitanti della Sassonia. Il desiderio di Lutero era che i fedeli potessero prendere parte attiva alla funzione religiosa, partecipando e comprendendo quello a cui stavano assistendo.
Per l'ex-monaco, la messa doveva finire di essere un rituale esteriore e misterioso, la musica non doveva più essere un concerto a cui assistere silenziosi, ma doveva diventare una cerimonia di cui entrare a far parte.
Dapprima, egli tradusse la Bibbia dal latino (Vulgata di San Girolamo) al tedesco.
Quest'opera terminò nel 1522.
Poi, egli tradusse anche la messa in tedesco.
Tuttavia, la musica non fu condivisa da tutti coloro che furono definiti riformatori.
Per Giovanni Calvino (1509-1564), la musica doveva essere ammessa solo per i Salmi.
A Ginevra, le ordinanze calviniste prescrivevano "di prestare attenzione alle parole, al loro spirito e senso, piuttosto che alla melodia, perché Dio si può lodare solo nella parola vivente".
Calvino era contrario alla musica polifonica, perché la riteneva una distrazione.
Huldrych Zwingli (1484-1531) era contrario ad ogni canto durante la messa, poiché per lui nella Bibbia non vi era nessuna prescrizione riguardo alla musica.
Così, nelle incursioni iconoclastiche (Beeldenstorm) che ci furono in Svizzera, i fanatici protestanti profanavano le chiese cattoliche, distruggendo opere d'arte ed organi.
Così, la musica divenne terreno di scontro tanto tra cattolici e protestanti quanto tra gli stessi protestanti.

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