Mi permetto di prendere il documento per intero:
""lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali".Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione. Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali".
Con Stephanie ho grande debito.
Lei è veramente grande.
Non mi riferisco solo alla cartoline che ci scambiamo, al materiale che mi fornisce per questo e all'amicizia quasi fraterna in sé.
Mi riferisco anche alla condivisione di storia della sua famiglia che ella ha voluto condividere con me.
Ho ancora (salvati sul computer) i documenti dei suoi avi lucani che ella mi ha inviato.
Mi ha fatto sentire parte della sua famiglia.
Ora, esprimo una cosa riguardo all'articolo.
L'immigrazione comporta dei rischi per la sicurezza.
Quella relazioni del Congresso USA risalente al 1912 lo dimostra.
I nostri emigrati italiani, però, si adattarono alle leggi americane e degli altri Paesi che li accolsero, si integrarono e diventarono cittadini di quei Paesi.
Io ho parenti emigrati negli USA e in Germania ed il paese natale di mia madre, Galati Mamertino (in Provincia di Messina) fu terra di emigrazione.
Ho conosciuto galatesi emigrati negli USA e in Argentina.
Dei cugini di mia mamma vivono negli USA.
Uno di loro è stato un marine.
Gli italiani che emigrarono all'estero si adattarono perché i Paesi che li accolsero pretesero che venissero secondo la legge e che adottassero le loro lingue ufficiali e che ne rispettassero le leggi.
Gli immigrati che vengono qui da noi non fanno altrettanto perché l'Italia non pone le condizioni.
Inoltre, essi vengono irregolarmente.
Questo è il male.
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