Il business dell'immigrazione

Un articolo de "Il Giornale" parla del business dell'immigrazione.
Dell'articolo, riporto questo stralcio:

"“Rivoglio i miei profughi, altro che i turisti”. Viso imbronciato, maglietta estiva con la scritta “Miami 06”, Giancarlo Pari due anni fa si lamentava così dell’arrivo della stagione estiva in quel di Rimini.

Cosa strana, per un albergatore della riviera romagnola. Ma Giancarlo aveva scoperto un nuovo business per il suo Hotel Gelso di Igea Marina, sicuro e remunerativo come neppure la movida riminese era mai riuscito a garantirgli. “Ospitando i migranti, e ne ho avuti fino a 42, incassavo più o meno 1.500 euro al giorno”, raccontava al Resto del Carlino. Fanno 45mila euro al mese, centesimo più, centesimo meno.

Da allora non è cambiato molto. Anzi: nulla. Nel senso che sulle coste italiane sono continuati gli sbarchi (181mila arrivi nel 2016, 85mila quest’anno) e tanti altri proprietari d’hotel hanno scelto la via dell’immigrazione.".

Non mi si dica più che "accogliere i migranti è un atto di carità".
Non crederei ad una cavolata simile nemmeno se vi metteste a piangere in turco.
Accogliere i migranti è un business.
Io trovo che sia folle che un albergatore preferisca i migranti ai turisti.
Vorrei ricordare, infatti, che i turisti pagano con i loro soldi mentre i migranti pagano con i soldi che non sono loro.
Infatti, sono soldi nostri.
Quindi, dall'immigrazione potranno avere benefici quegli albergatori che li accolgono ma di certo non avrà nessun beneficio il nostro Paese.