Cari amici ed amiche,
vi invito a leggere un articolo della rivista "Panorama" che è intitolato "L'ombra del referendum".
Lo scandalo di Tempa Rossa avrà acceso gli animi e potrà dare una mano a coloro che hanno promosso il referendum che ci sarà la settimana prossima.
Ma se vinceranno i "sì" rinunceremo alle nostre risorse di metano e petrolio per fare un piacere ai russi e a coloro che possiedono le petroliere.
Prima di tutto, va detta una cosa: la costruzione entro le 12 miglia dalla costa di nuove piattaforme per l'estrazione di gas e petrolio sul mare è vietata.
Quindi, il referendum riguarda le piattaforme esistenti, quelle avviate quando questo divieto non c'era.
Si tratta di ben 49 concessioni, 44 per l'estrazione di gas e 5 per l'estrazione di petrolio, per un totale di 92 piattaforme.
In totale, le piattaforme che operano qui in Italia sono ben 135 e, in caso di vittoria dei "sì" al referendum la maggioranza di esse potrebbero chiudere.
Questo comporterebbe la perdita di posti di lavoro per tanta gente.
Se vinceranno i "sì", allo scadere delle concessioni dovranno chiudere ben 44 impianti entro il 2016, otto impianti nel 2017, 13 impianti nel 2018 ed i restanti entro il 2034.
Tanta gente resterebbe senza lavoro e per coprire il nostro fabbisogno energetico noi saremmo costretti a comprare il petrolio ed il gas dall'estero, pagandolo caro.
Ricordo che con due referendum (che ci furono nel 1987 e nel 2011) l'Italia disse no all'energia nucleare, precludendosi una fonte di energia importante.
Ricordo anche che l'Italia prende il 18% di energia elettrica dalla Francia.
Senza quel 18%, noi non copriremmo il fabbisogno energetico.
Noi italiani dobbiamo smetterla di essere autolesionisti come Tafazzi.
Nei referendum fu detto "no" ad importanti fonti energetiche ed oggi noi accettiamo governi pessimi, come quello attuale.
Qui in Italia, l'energia elettrica costa tanto, per i motivi che ho detto prima.
Anche per questo, qui in Italia non si investe.
Ora, termino con una mia riflessione.
Prima ero orientato a votare "no".
Ora, ho cambiato idea.
Domenica 17 aprile io mi asterrò.
Non andrò a votare.
Il referendum ha un quorum.
Perché il referendum sia valido, deve votare almeno un solo elettore in più del 50% del totale.
Dato che, da quello che sto vedendo, questo referendum mi sembra sempre più insensato, io non andrò a votare.
Voterete "sì"?
Vorrà dire che non ci saranno più le piattaforme, tanta gente perderà il lavoro ed il nostro mare sarà solcato da navi petrolifere.
Così, il mare sarà sempre inquinato, tanta gente starà a casa senza lavoro e non potrà dare il pane ai suoi figli e dovremo dipendere sempre più dall'estero.
Inoltre, chi crede di fare cadere Renzi votando "sì" al referendum si sbaglia di grosso.
Renzi non cadrà nemmeno con la vittoria del "sì".
Anzi, farà più danni, perché potrebbe fare dei contratti per l'acquisto di carburanti che potrebbero essere svantaggiosi per noi.
Volete un consiglio?
Domenica 17 aprile andate al mare e disertate le urne.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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