leggete l'articolo de "Il Giornale", che è intitolato "Se l'Italia dà il benvenuto ai predicatori dell'odio".
Noi siamo certi che se il ministro dell'Interno Alfano sapesse che dal pulpito di una moschea in Italia un imam iniziasse a dire: "Tutte le madri della Nazione islamica, non solo quelle palestinesi, dovrebbero allattare i propri figli con l'odio verso i figli di Sion.
Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra" non esiterebbe un secondo ad espellerlo per apologia di terrorismo e specificatamente di sterminio del popolo ebraico. Ebbene queste parole sono state dette nel 2014 dal predicatore islamico Tareq Suwaidan, esponente dei Fratelli Musulmani, che dal 7 al 17 maggio dovrebbe venire in Italia su invito della "Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose" con sede a San Giovanni in Lupatoto, in Provincia di Verona.
Ora, ci dovremmo porre questa domanda: quanti predicatori di odio, come Tareq Suwaidan, operano nelle moschee presenti qui in Italia?
I musulmani vogliono le loro moschee?
Bene! Ci dicano chi le finanzierà, chi saranno gli imam che le gestiranno e si imponga a questi ultimi di fare le predicazioni in lingua italiana.
Bisogna mettere delle regole.
Chi è palesemente contro i nostri valori e predica odio, come il succitato predicatore, non deve essere fatto entrare qui in Italia.
Se noi apriamo le porte a questa gente che predica odio ci tagliamo le gambe nella lotta contro il terrorismo.
Cordiali saluti.
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