come riporta l'articolo di Pier Francesco Borgia su "Il Giornale", i sondaggi danno in calo il Partito Democratico, superato dal centrodestra.
Ora è tutta una corsa in salita. Prima tappa: il referendum di domenica sulle "trivelle".
Con ogni probabilità, con questa consultazione non si determinerà la caduta del governo.
Però, l'antipatia verso questo governo e verso il premier Matteo Renzi c'è, tenendo conto che la maggior parte dei governatori di Regioni che l'hanno promossa sono dello stesso Partito Democratico.
Il traguardo finale sarà l'altra consultazione popolare di quest'autunno per ratificare (o meno) la nuova riforma costituzionale che abolisce (o meglio: trasforma) il Senato. In mezzo tanti appuntamenti: come il voto dei primi di giugno nelle principali città italiane. Una corsa in salita, dicevamo, quella di Matteo Renzi e del suo Partito Democratico, visto che gli ultimi sondaggi lo danno in debito d'ossigeno. Come un corridore spompato anzitempo, Renzi arranca.
Per esempio riguardo alle elezioni amministrative, i suoi candidati non sono messi bene nei sondaggi.
Il referendum che ci sarà ad ottobre potrebbe non dare parere favorevole alle sue "riforme".
Uso le virgolette perché le riforme dovrebbero migliorare un sistema e non peggiorarlo.
In questo caso il governo potrebbe cadere.
Infatti, per Renzi perdere questo referendum sarebbe il fallimento della sua politica.
I sondaggi danno il Partito Democratico al 30,3% ed il centrodestra al 32,4%.
Certo, per il centrodestra c'è un problema di coesione, per via della ricerca di una leadership.
Se si trovasse la quadra nel centrodestra, per Renzi sarebbero dolori.
Cordiali saluti.
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